Una mostra per le strade. L’inquinamento concettualizzato da Marco Dal Maso.

A Roma, un consigliere comunale ha proposto di eliminarle. Sono le plance elettorali, le lastre con i manifesti dei politici d’obbligo come ordina una legge del 1956. Ci accorgiamo esistano solo durante le campagne elettorali, lì, pronte a farsi spazio sui marciapiedi. Nell’era dell’informazione digitale, il ricorso alle plance si è drasticamente ridotto, eppure rimangono al loro posto, ingombranti, per lo più inutilizzate ora che i politici si sono riscoperti influencer e hanno capito che il voto corre (anche) su Facebook, Twitter e Instagram, persino su TikTok. A Marco Dal Maso sono sembrate l’installazione permanente perfetta sui cui allestire, di fatto, una mostra urbana nel vero senso del termine. Pannelli pronti a ricevere una pubblicità per una volta realmente socialmente utile. Si chiama Sick Pianura Padana, ed è un progetto nato come reportage sul grado di inquinamento presente, appunto, in pianura padana. Un monitoraggio dei livelli di Pm10 nelle città realizzato però attraverso foto che fermassero in un frame un paesaggio che parlasse da solo del suo stato di degrado ecologico. Luoghi che sono inquinati ed inquinanti, nature morte o in vita per accanimento terapeutico. Finestre aperte sul traffico, sui rifiuti, su spazi abbandonati, su una campagna che soffre, su fabbriche, su montagne che cambiano aspetto. Un senso di solitudine, di palpabile angoscia, ma anche un eco di grida di aiuto, un allarme per un problema che si può ancora affrontare. E ogni foto riporta in basso il livello di Pm10 presente nella zona al momento dello scatto. Arte utile, messaggi diretti di consapevolezza che si fanno più profondi per il media usato e per la forma espositiva.

Vicenza è stata tra le città più inquinate d’Italia nel 2022. L’inquinamento atmosferico è un problema che non si risolve dall’oggi al domani, capire quanto sono distanti oggi le città italiane dagli obiettivi da raggiungere nel giro dei prossimi sette anni è un esercizio utile per capire quanto manca, cosa manca e quanto efficaci siano state (e saranno) le azioni e le politiche che inevitabilmente dovranno essere realizzate per raggiungere gli obiettivi previsti. Partendo da questo presupposto per il Pm10 a Vicenza è necessaria una riduzione del 38% di emissioni di Pm10, del 57% di Pm2,5 e del 19% del biossido di azotoI valori attualmente registrati da molte città e la distanza che le separa da quello che sarà il nuovo limite del 2030 sembrano essere irraggiungibili stando all’attuale tasso di riduzione delle concentrazioni che si è registrato mediamente nelle città italiane negli ultimi dieci anni.

Di propaganda si muore anche. Le plance, vetuste ed instabili, portano ad ogni chiamata al voto messaggi e volti che odorano di retorica, di demagogia, quando non direttamente di menzogna. Che su quella stessa superficie ora ci siano le immagini dell’aria malata, è simbolicamente fortissimo. Il ruolo sociale dell’arte si prende il suo posto, rivendicando la base della libertà d’espressione, che deve poter essere iconoclasta, spietata e deflagrante. Il posto in cui viviamo diventa così più riconoscibile nella sua essenza, una volta visto in queste grandi foto appese, quasi come in un reale distonico in cui il paesaggio si contrae dietro ad un velo e riusciamo a capirlo e “toccarlo” solo nella violenza dell’astrazione. Quel velo siamo noi stessi, e l’informazione che tende a minimizzare il peso e la gravità dell’inquinamento. Quel velo è la noncuranza con cui compiamo o non compiamo i piccoli gesti quotidiani, materiali o immateriali, che contribuiscono a nascondere la reale dimensione del consistente pericolo. Questi “messaggi elettorali” di Dal Maso, ci offendono mentre siamo in coda al semaforo, mentre passeggiamo per la via, ci offendono perché ci indicano come responsabili, e musealizzano al contempo il tessuto urbano che diventa spazio espositivo ancestrale, e amplificatore del vero. In un gioco che piacerebbe a Duchamp in quanto ne traduce al contrario i precetti, il “già fatto” che è la foto del territorio, diventa materia per l’artista per una nuova funzione utilitaristica, e inserito poi nel “museo” di strada che gli ritorna senso profondo in quanto messaggio.

Sick Pianura Padana è stato presentato al recente Hangar Palooza e poi ha trovato la sua collocazione lungo le vie del Quartiere Italia e dintorni. Nella zona è presente una delle tre stazioni fisse della rete ARPAV atta al monitoraggio della qualità dell’aria. Le altre due si trovano a San Felice e ai “Ferrovieri”. Nel 2022, in tutte e tre le stazioni è stato superato il limite di 35 giorni/anno, come numero massimo tollerato di giorni in cui si verifica il superamento del limite di 50 µg/m3, relativo alla media giornaliera. I giorni di superamento sono stati 60 a San Felice, 58 a Quartiere Italia, 57 a Ferrovieri.

Le foto di Marco Dal Maso ci parlano di come viviamo e dove viviamo. Il suo lavoro d’altronde è spessissimo stato quello di una sorta di reporter artistico, di un fotografo che analizza un tema sociale o ambientale e lo fa servendosi di un’estetica elegante e personale, unendo più livelli di relazione contenutistica, portando ad una riflessione sempre aiutata e non distratta dalla forma. Questo è il suo primo lavoro a Vicenza. Se vedete una delle sue plance in questi giorni, prestate attenzione e ricordatevela, il consiglio che ne ricaverete sarà per una volta un vero “voto utile”.

La mostra “Sick Pianura Padana”, oltre che nel Quartiere Italia, è visibile nelle seguenti vie:

Corso San Felice: 2 plance da 2 foto: totale 4 foto

viale Mazzini: 1 plance da 2 foto: totale 2 foto

poi:

viale Giuriolo: 1 plancia totale 3 foto

via Bassano: 1 plancia totale 3 foto

viale della Pace: 1 plancia totale 3 foto

viale Rodolfi: 1 plancia totale 3 foto

via Legione Gallieno: 1 plancia totale 3 foto

viale D’alviano: 1 plancia bifacciale totale 6 foto

viale Margherita: 1 plancia totale 3 foto

Aprile 2024

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