Si è tornati a parlare di voto in condotta. Il Senato ha approvato un DDL che stabilisce che con un voto in condotta inferiore a sei si è bocciati.
La norma esiste già nella scuola secondaria di secondo grado, non lo è invece nella scuola media, dove sembra siano in crescita gli episodi di comportamenti violenti da parte degli alunni nei confronti di docenti e coetanei. Dove, però, l’azione formativa dovrebbe essere più incisiva, data l’età e i bisogni di un’utenza più giovane e più esposta ai rischi di una società che non aiuta a crescere, se non si può contare su una famiglia solida.
Invece con questo provvedimento ancora una volta la scuola si troverà a fare i conti non con indicazioni per migliorare il suo compito, con provvedimenti tesi a contrastare il disagio giovanile o la dispersione scolastica, ma con imposizioni. “Ti sei comportato male? Paghi! Cinque in condotta e sei bocciato”!
Oramai tutte le scuole nel POF definiscono i criteri di valutazione, anche della condotta. Si tratta di criteri che tengono conto di voci molto precise, come la partecipazione, la presenza a scuola, l’impegno cui si debbono aggiungere note di merito o di demerito, le eventuali sospensioni che non superino i quindici giorni, per le quali scatta la bocciatura immediata.
Non è chiaro quindi il motivo del ritornare a legiferare in fatto di voto in condotta.
Si vuole proteggere i docenti?
Ma il docente vero non ha bisogno di questo tipo di protezione. Semmai ha bisogno di incentivi a fare sempre meglio il suo lavoro, ha bisogno di recuperare una dignità che deriva anche da uno stipendio adeguato. Ha bisogno di strumenti nuovi e all’altezza degli input che arrivano dal mondo esterno.
C’è bisogno che quella che tanto si cita, l’Educazione alla Cittadinanza, non sia una materia lasciata ad un paio di docenti, ma coinvolga tutto il consiglio di classe con attività mirate ed esemplificative di quelli che dovrebbero essere comportamenti virtuosi.
Semplicemente il Decreto, che ora passerà alla Camera, vuole ribadire il ritorno alla scuola del passato , quella che punisce più che educare, quella che non fa suo il principio tanto caro a Don Milani “I care”. I comportamenti non adeguati vanno di certo sanzionati, ma contemporaneamente ne vanno cercati anche i motivi per rivedere il percorso educativo del giovane in questione. Si continua a parlare di quanto i ragazzi stiano pagando l’effetto Covid e poi si fa un Decreto per rivedere il valore del voto in condotta.
Quanto tempo si perderà per rivedere le griglie di valutazione, che già funzionano, invece di dedicarsi ad azioni mirate al benessere scolastico, all’inclusione, all’innovazione, alla sperimentazione, fondamenti di un’educazione vera, che apra al giovane le porte del futuro nel mondo?
LUIGI MENEGHELLO E LA SCUOLA
Oggi riaprono le scuole. Vogliamo dedicare a tutti gli studenti questo pezzo preso dal sito “luigimeneghello.org” e da noi editato.