Estate, mare, montagna, piscina, centri estivi, avventure a non finire… Purtroppo ci sono i compiti da fare, quelli per le vacanze, che gli studenti attendono a fine di ogni anno scolastico e sperano che non siano troppi. Per i più piccoli, e almeno fino alla seconda media, c’è il libro delle vacanze da comprare: lì c’è tutto, ogni giorno qualcosa da eseguire, sul libro, con la matita leggera per poter eventualmente correggere. Ci sono ragazzi che fremono per averlo il prima possibile e fare tutto presto, prima del mare. C’è chi invece ascolta i consigli dell’insegnate e si cimenta in una pagina al giorno, dopo un giugno di pieno relax. Chi invece sarebbe per un tour de force a fine agosto.
Chi avrà mai ragione?
Per i più piccoli vale la regola “un po’ ogni giorno” esclusi i tempi delle vacanze di famiglia. Ma un po’ che sia intelligente perché svolto con attenzione e non meccanicamente. Questi strumenti possono essere utili se gli esercizi sono svolti dopo un approfondimento, meglio un ripasso dell’argomento di grammatica, matematica, storia e geografia proposti. Svolgere il tutto senza riflettere, magari chiedendo aiuto a Google quando si è in difficoltà, non serve a nulla. Tanta fatica non porterà comunque a nulla se non ci sarà la correzione a settembre di quanto svolto.
“Uffa! Esercizi, esercizi… Se poi li correggessero …” “Un libro intero per l’Italiano, uno per la matematica e poi Inglese, non finiremo mai!” E poi: “Ma queste cose non ce le hanno mai spiegate … Io salto!”
E’ questo che si sente tra i ragazzi impegnati a svolgere gli esercizi estivi. Da ex insegnante riconosco l’importanza del tenersi in esercizio, ma non c’è niente di più sbagliato di assegnare compiti che poi non saranno valutati: i ragazzi perdono motivazione e l’anno successivo si impegneranno meno. E poi ero più contenta a Settembre di accogliere studenti ricchi di esperienze da raccontare piuttosto che quaderni malconci e mal scritti.

E se si cambiasse prospettiva?
Perché non approfittare delle vacanze per educare i più giovani a guardarsi intorno e a raccontare quell’intorno fatto di esperienze nuove, di luoghi mai visti prima, di amici, di avventure e non necessariamente per iscritto, perché si sa i più giovani non amano scrivere, ma amano fotografare. Il cellulare per raccontare, ma non sui social, ma per riportare in classe emozioni da condividere. Immaginare di dover promuovere in lingua inglese il luogo delle vacanze. E poi avviare alla lettura: tanti libri da leggere partendo da quelli illustrati per arrivare ai romanzi, di avventura, gialli, fantasy, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Qualcuno non lo farà? Pazienza avrà perso un’occasione per crescere, male se l’occasione la perdono in troppi!
Discorso diverso per gli studenti delle superiori, in molti alle prese con i debiti da recuperare. In questo caso vale il forte appello ai genitori di seguire i ragazzi, di farli lavorare ogni giorno un poco, magari di farli seguire per recuperare lacune che nel tempo potrebbero diventare voragini. Il debito non è una punizione, è la segnalazione di qualcosa che non va e viene concesso il tempo per andare ai ripari. In due mesi non si diventa scrittori, ma si può scrivere senza errori di sintassi, si può migliorare il lessico, capire che cos’è il massimo comune denominatore, studiare una funzione…
E poi ci si rivede tutti a settembre per un bel ripasso iniziale