Christian Raimo a ViCult. Per capire come occorre costruire una società della responsabilità comune

Si accalora, si entusiasma, lotta e investe la lotta di un’importanza primaria. Raimo è tante cose, scrittore, traduttore, è stato assessore, è un militante, ma soprattutto è insegnante, e di scuola e di formazione vuole principalmente parlare, perché questi tempi che viviamo tradiscono un bisogno di umanità e di crescita culturale davvero urgente. Una scuola in cui si reintroduce il voto in condotta che per Raimo “è una brutta reliquia del sistema scolastico gentiliano. Riproduce danni educativi in qualunque modo lo si usi. Andrebbe eliminato del tutto. La potenza dell’educazione sta proprio nel tenere insieme i processi di apprendimento, l’acquisizione di competenze e le pratiche sociali. Come eliminarlo? Basta formare gli insegnanti in modo adeguato sulla pedagogia della valutazione e condividere con studenti e famiglie questa riflessione”. Raimo vive con dolore questa “parodia di distopia” che stiamo vivendo. Se gli chiedi come ci siamo arrivati, come sia possibile che il nostro paese sia diventato in gran parte analfabeta funzionale ad esempio, lui risponde: “se dobbiamo pensare in maniera generale a quale è stato un diaframma tra la storia repubblicana rispetto al decadimento culturale, io lo daterei ai primi governi Berlusconi, perché se noi vediamo le statistiche ISTAT, ci accorgiamo che fino agli anni ’80 la spesa per cultura e istruzione assorbiva il 14/19% della spesa pubblica, ma da metà anni ’90 in poi i tagli sono stati drastici e questo ha creato una seria di evidenze come la progressiva diminuzione di persone in Italia che si iscrivono all’università e quello che oggi definiamo aumento delle povertà educative quindi anche delle competenze sociali. In altri paese la spesa è invece aumentata e dobbiamo comunque comprendere come le scelte di alcuni governi per quanto riguarda l’educazione si vedono sempre nel lungo termine”.

“Il sistema scolastico è in crisi ma i dati che noi abbiamo non ci dicono in realtà che c’è un aggravamento generalizzato della competenze, dicono che ci sono fortissime disuguaglianze e che la forbice si è allargata tra chi ha i mezzi per ottenere qualità del sapere e un altra parte che più difficilmente arriva a vere competenze di base. La forbice è molto polarizzata per quanto riguarda i minori di origine straniera. Le bocciature tre i minori stranieri sono più del doppio”. Quando dal giugno 2018 al ottobre 2021 è stato assessore alla Cultura del III Municipio a Roma, Raimo aveva insistito sul fatto che l’unica ricetta contro la crisi consiste nel piazzare un teatro e una biblioteca in ogni quartiere. Si era scontrato contro il bizantinismo della burocrazia ma non aveva mai smesso di difendere il ruolo salvifico della cultura, soprattutto nelle realtà percepite come disagiate. “Oggi abbiamo la spesa sociale del PNRR come grande opportunità e i tantissimi fondi per la scuola sono qualcosa di epocale. Il problema è che allo stesso tempo ci ritroviamo un’incompetenza della programmazione da parte di alcuni dirigenti e di figure interne al ministero che si somma ad una visione politica che ha frainteso il senso delle missioni stesse del PNRR. Esempio: per il miliardo di euro sull’orientamento (mai avuti tanti soldi tutti insieme) si sono privilegiate operazioni spot e la progettazione è a macchia di leopardo e di scarsa qualità. Il problema non è solo di questo governo ma è la scarsa preparazione della classe amministrativa che si somma all’incompetenza politica. Io penso che in alcune regioni queste lacune sono appena meno gravi ma c’è stata comunque una scarsa educazione ad essere public servant“.

In questo giornale la crisi culturale la si vive con una certa angoscia, come scrivevamo qui. Recentemente c’è stata la faccenda Christian Greco, di cui abbiamo parlato qui, faccenda che ci riguarda da vicino, in quanto il direttore del museo egizio capita sia vicentino. Secondo Raimo, i politici che hanno attaccato Greco “sono dei cialtroni incompetenti e noi in classe ogni giorno cerchiamo, con il nostro ridicolo stipendio, di fare un lavoro immenso che viene devastato da attacchi scomposti a chi fa progettazione culturale in Italia. Greco è un eccellenza non solo per il suo curriculum ma per come lavora, perché lo fa attraverso l’educazione, la conoscenza e la valorizzazione dello studio di civiltà storiche”.

In uno degli articoli che pubblica per il Domani, Christian Raimo si era occupato anche delle tristi realtà urbanistiche che, sempre più, ci circondano. Nel descrivere la stazione di Bologna si era soffermato sugli spazi pubblici ormai inesistenti. “Le città da tempo non sono pensate. A Bologna si vive benissimo ma le trasformazioni urbane sono spesso determinate dall’uso e l’abuso da parte del privato e quindi anche la stazione diventa non più un luogo pubblico ma viene colonizzata dal privato e diventa un posto dove anche i semplici lavoratori non trovano spazio”. Tutto male quindi? “Beh no dai. Diciamo che con me ho il pessimismo della ragione e l’ottimismo del bucio de culo“.

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