Nessuno tocchi Greco!

I fatti: per alcuni mesi tra il 2017 e il 2018 Christian Greco aveva avviato un’iniziativa al Museo Egizio chiamata “Fortunato chi parla arabo”. L’operazione consisteva in uno sconto del biglietto per le persone di lingua araba che visitavano il museo. La destra, in un periodo molto concitato per la campagna elettorale delle elezioni politiche del 2018, accusò Greco di fare “razzismo al contrario” e di penalizzare gli italiani. Esponenti di Fratelli D’Italia arrivarono al punto di mettere striscioni con scritto “no all’islamizzazione” davanti al museo. Giorgia Meloni arrivò personalmente in loco e Greco la incontrò apertamente e con estrema educazione e pacatezza cercò di spiegarle l’assurdità della loro posizione.

In teoria sarebbe dovuta finire lì. Ma già nel video si intuisce come Meloni non riuscisse a cogliere l’ovvio, figuriamoci chi si nutre di propaganda. L’ignoranza si combatte con la cultura e Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno. Il non ancora presidente del consiglio, usciva malissimo da quell’incontro ma in questo paese passa tutto in cavalleria, anzi, finisce pure col peggiorare. Greco dirige il museo dal 2014 con risultati considerati eccellenti sia dal punto di vista della proposta culturale che dal punto di vista economico. Il suo lavoro è riconosciuto a livello internazionale e, per altro, il museo egizio è ente privato e quindi chiedere la testa di Greco è una stupidaggine insensata oltre che un atto politico grave perché autoritario. La sua colpa però è quella di non essere schierato col regime e allora apriti cielo. Regime che o non capisce (il dubbio è forte) o non vuol capire che un’operazione come quella degli sconti a chi parla arabo, è una splendida idea volta alla divulgazione e all’integrazione e mirata a rendere cittadinanza attiva attraverso la cultura. Oltre a questo sarebbe da spiegare che ci sono scontistiche per le donne intorno all’otto marzo o per altre categorie quando ci sono situazioni o esibizioni calate in una tematica socialmente rilevante. Capiamo che sforzarsi di ragionare sia complesso, ma non pare così difficile. Non esiste alcuna traccia, neanche remota, di discriminazione o lesione al concetto di patria. Siamo seri per favore!

Succede però che adesso, il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, cinque anni dopo quei fatti, ha accusato Greco di essere «ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana», arrivando poi a dire: «Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui». Dopo le parole di Crippa i membri leghisti della giunta piemontese sono stati costretti a prendere posizione, schierandosi però con Greco. I principali membri del governo (Meloni inclusa) non hanno preso posizione, se non dopo due giorni quando Gennaro Sangiuliano ha dichiarato che “il direttore lavora bene, nessuno vuole cacciarlo”. Si sa che Crippa è più che vicinissimo a Salvini ed è abbastanza evidente che il capo la pensi come il suo vice. La Lega sta cercando apertamente di inserirsi nei ruoli culturali e la strategia pare chiara. Rimane la sconcertante gravità di un gesto che è in totale odore di epurazione di regime, e che ricorda quando faceva la dittatura in questo paese giusto cent’anni fa. Inutile non chiamare le cose col loro nome. Si tratta di qualcosa di pericoloso e potenzialmente spaventoso.

E da noi? Dalla terra di Christian Greco? Da Vicenza ci si aspetterebbe una presa di posizione netta e forte e, soprattutto, una condanna ai modi fascisti usati allora da FDI e oggi da Lega, con il silenzio del governo. Ora, potreste obbiettare che non si deve fare di tutta un’erba un fascio, e, gioco di parole a parte, è assolutamente vero. Qualcuno che si dissocia c’è, vedi il caso Piemonte ad esempio. Ma a noi preme parlare di Vicenza. L’ex sindaco Rucco e l’ex assessore Siotto, hanno firmato un comunicato stampa in cui, senza attaccare direttamente chi questo teatrino l’ha creato, esprimono massima solidarietà a Greco e confidano che “la Politica apprezzi sempre di più il Merito degli uomini e delle donne di cultura, e che il Merito sia sempre di più il vero metro di giudizio, da una parte e dall’altra degli schieramenti politici”. Il punto è che negli stessi giorni, Erik Pretto, deputato vicentino della Lega, ha invece affermato la sua vicinanza a Crippa, ribadendo come anche lui sia d’accordo con l’allontanamento di Greco. Ora, in consiglio comunale la Lega ha un solo rappresentante, Jacopo Maltauro, che è molto vicino a Pretto. Da Maltauro, mentre scriviamo, non si è ancora sentita una parola sull’argomento, vogliamo sperare sia solo questione di ore, vogliamo sperare che Vicenza non si macchi di questa vergogna nel non essere solidale con uno dei vicentini più illustri e nel non dissociarsi da chi fa politica con ignoranza barbara e ferisce la cultura per mera propaganda di retroguardia. Noi siam qui, fiduciosi.

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