Corrado Cortese: “Perché Vicenza deve diventare più europea”

Dopo la Seconda guerra mondiale in Europa si impone l’esigenza di garantire stabilmente la pace. Nel concreto è necessario rafforzare la collaborazione tra Francia e Germania, due Paesi che in passato si sono più volte affrontati nell’ambito di conflitti armati. In quest’ottica, l’allora ministro degli esteri francese Robert Schuman idea un piano per tessere fitti legami tra le industrie del carbone e dell’acciaio dei due Paesi, due comparti chiave per il settore bellico. Questa interdipendenza economica dovrebbe impedire lo scoppio di futuri conflitti militari, accelerare la crescita economica e quindi aumentare il benessere della popolazione. Nel 1951 Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Repubblica federale di Germania istituiscono la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) affinché – come dichiarato da Robert Schuman – una guerra tra Francia e Germania diventi non solo impensabile, ma materialmente impossibile. Questo passo consente nel contempo alla Germania di tornare sulla scena europea quale partner con pari diritti.

Robert Schuman

Quello spirito oggi aleggia ancora e contemporaneamente è mutato totalmente. Alla parola “Europa” sono stati associati sogni di pace e uguaglianza ma anche perdite di tempo sulla circonferenza delle zucchine o sulla grandezza delle vongole. Si è parlato di unità ma molto anche di banche, i nuovi nazionalismi si sono detti “euroscettici”, c’è stata brexit, eppure l’obiettivo degli “Stati Uniti d’Europa” rimane forte. Ma noi, nel locale, cosa possiamo fare e, soprattutto, come ci inseriamo nella dimensione europea? Ne abbiamo parlato con Corrado Cortese, vicentino, temporary manager con esperienza diretta e consolidata nel settore export e grande devozione alla causa europea.

Il nove maggio si è festeggiato la festa dell’Europa. Perché questa data?

Formalmente si festeggia la dichiarazione di Schuman del 09/05/1950, il primo atto ufficiale del processo di integrazione europea. Ricordarlo è molto importante perché l’Europa non si muove con grandi passi ma sempre con piccole conquiste che rappresentano ognuna un nuovo inizio. La costruzione dell’Europa dei popoli, con una politica unitaria, di un’Europa federale che vada oltre gli stati attuali, di un’Europa con una forte identità, è per forza di cose un processo lungo che necessità di tappe pensate e calibrate e ad ogni passo in avanti vi è un punto di arrivo.

Come definisci il sentimento popolare verso l’Europa e l’europeismo?

Credo ci siano stati dei picchi molto alti e anche delle curve in discesa a tratti preoccupanti. La colpa di quest’ultime è dei movimenti sovranisti e populisti, siano essi partiti che meramente espressioni della libera società. Il momento forse più negativo c’è stato tra il 2014 e il 2018, mentre di certo si respirava solo ottimismo a metà anni ’90. Adesso siamo in una situazione ponte. La pandemia ha portato l’EU a reagire compatta e si è dimostrata la sua fondamentale presenza. Il PNRR ora è una opportunità pari solo a quello che fu il piano marshall, e tutto questo è solo grazie all’Europa. Ma dobbiamo sempre vigilare sulla narrazione sbagliata e superficiale che populisti e sovranisti danno dell’unione.

Perché a Vicenza ritieni debba servire più mentalità europea e, in sostanza, più europa?

Sostanzialmente per tre motivi: 1- le sfide globali possono essere affrontate solo in maniera globale. I vaccini, per fare un esempio che capiscono tutti, mica li poteva comprare la sola Regione Veneto. Le città che oggi crescono sono quelle che si alleano con altre città. 2- i soldi del PNRR sono in parte destinati ma in parte anche non vincolati. Spetta a città e regioni decidere dove metterli. 3- Vicenza ha preso più quote PNRR di altre città in rapporto agli abitanti ed ha competenze ed imprese per realizzare i progetti. Tutti questi tre punti, per chi vuol capire, sono clamorosamente legati all’Europa e all’appartenenza sempre più forte con l’unione.

Corrado Cortese

L’invasione russa dell’Ucraina ha segnato un nuovo passo per l’Europa. In Ucraina si vuole fortemente l’entrata nella comunità europea perché Europa significa più stato di diritto e più stabilità, e dove c’è stato di diritto e stabilità si cresce in benessere e prosperità. Le sfide davanti a noi sono molte e pare evidente, dalle parole di Cortese ma non solo, come le aggregazioni di stati siano molto più forti di fronte a minacce globali. I 27 stati membri sono una realtà forte ma ancora eterogenea e di strada davanti ce n’è molta. Ma in 73 anni i passi sono stati moltissimi e importanti. L’UE ha prodotto oltre mezzo secolo di pace, stabilità e prosperità. Svolge inoltre un ruolo importante nella diplomazia e si adopera per promuovere questi benefici, come pure la democrazia, le libertà fondamentali e lo Stato di diritto, in tutto il mondo. Vicenza città europea vuol dire, anche, tutto questo.

Vivere a Villaga

Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna.

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Maggio 2024

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