Partho Sarothy. La Via della Musica Indiana

Di Alan Bedin abbiamo già parlato. Lui è l’anima dietro a questo vero evento unico e storico per la città di Vicenza che oltre aver patrocinato il concerto, diventerà la location per la documentazione, la registrazione live di uno dei più grandi esponenti della musica indiana nel mondo. Partho Sarothy dopo il concerto romano al Quirinale che si è tenuto il 12 novembre per il Diwali (una delle più importanti feste indiane) in occasione dei 75 anni di relazione diplomatica tra Italia e India, si presenterà DOMENICA 26 NOVEMBRE dalle ore 14:00 accompagnato dal tablista (percussionista) Stefano Grazia per un concerto memorabile presso l’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza. Indimenticabile il concerto con il suo maestro Ravi Shankar alla Royal Albert Hall a Londra (partecipando fra l’altro al memorabile live in ricordo di George Harrison con Eric Clapton, la figlia Anoushka Shankar e con i più famosi musicisti indiani.

con Ravi Shankar

PARTHO SAROTHY è uno degli esponenti di maggior rilievo della musica classica indiana, forte di una storica collaborazione con il leggendario Ravi Shankar, suo maestro e guru musicale. Ha suonato in alcuni tra i più importanti e sperimentali progetti del suo Maestro: Passages – Ragas in Minor Scale (Ravi Shankar – Philip Glass), Concert for Peace, In Celebration, Bridges (con George Harrison).
Artista di fama internazionale, ha ottenuto grandi riconoscimenti e attualmente si esibisce in tutti i più importanti festival indiani. Oltre che in India suona anche in Europa e in America dove ha riscontrato un enorme successo di critica e di pubblico grazie al suo stile altamente raffinato, caratterizzato oltre che da una tecnica eccezionale anche da una rara conoscenza ritmica e melodica.

STEFANO GRAZIA è stato uno dei primi musicisti in Italia a studiare le Tabla e la musica Indiana e, a partire dal 1978, ha beneficiato di numerose esperienze di insegnamento da parte di maestri tra i più qualificati delle differenti tradizioni musicali dell’India del nord (gharana) come quelle di Farrukabad, Delhi, Punjab e Benares. Ha accompagnato in più di 100 concerti numerosi celebri musicisti indiani sia in Italia che all’estero e ha partecipato a numerosi festival internazionali.

Stefano Grazia

Partho Sarothy nasce nel 1960 a Calcutta (Bengala) da una famiglia di musicisti di canto classico khayal. Iniziato allo strumento dal padre, discepolo del grande maestro di sarod Pandit Radhika Mohan Maitra, Partho ha poi proseguito per altri 10 anni con il maestro Ustad Dhyanesh Khan, figlio del leggendario Ustad Ali Akhbar Khan (figlio a sua volta del maestro di Ravi Shankar, Baba Alauddin Khan, uno dei capostipiti della musica indiana del ‘900, nato in una data imprecisata verso la fine dell’800 e fondatore di una delle due più importanti tradizioni musicali del nord India, la scuola di Maihar – nota come Maihar gharana). A sedici anni Partho vince il concorso nazionale di musica strumentale bandito dalla All India Radio: questo importante premio ottenuto in età cosi precoce gli ha permesso due anni dopo di avere il privilegio di un’audizione presso lo stesso Ravi Shankar, il quale rimanendo colpito dal talento del giovane lo accoglie tra i suoi pochissimi allievi ufficiali a cui viene insegnata la musica seconda l’antica tradizione nota come guru-shysha (maestro-allievo). Partho si trasferisce dunque a casa del maestro nella sua residenza di New Delhi e dopo un intenso tirocinio durato 15 anni entra a far parte della cosiddetta Ravi Shankar Orchestra, dove vengono esplorate le possibilità di un ensemble musicale allargato. Nel corso degli anni ’90 Partho inizia poi una propria carriera individuale come solista, diventando in breve uno degli epigoni più ammirati e considerati del suo maestro, il quale ebbe a dire di lui : “Partho è uno dei miei principali discepoli . Sono felice di vedere come sia divenuto oggi uno dei migliori suonatori di sarod. La mia benedizione e l’augurio di pervenire a sempre maggiori altezze”.
Attualmente Partho, nel pieno della sua maturità tecnica ed artistica, risiede a Calcutta, la Mecca culturale dell’India. Suona regolarmente in Europa e negli U.S.A. ogni anno. In India si è esibito nei principali festival musicali come Dover Lane a Calcutta, al Savai Gandharva festival di Pune, al Music Academy Festival di Chennai, Saptak Festival di Ahmedabad. Con Ravi Shankar ha suonato alla Royal Albert Hall a Londra (partecipando fra l’altro al memorabile concerto in ricordo di George Harrison con Eric Clapton, la figlia di Ravi Shankar e con i più famosi musicisti indiani) al Cremlino a Mosca e in numerosi altri teatri in India e all’estero.

Partho suona in uno stile molto personale, ha anche sviluppato una sua propria diteggiatura che conferisce alla sua sonorità una carattere unico ed è sempre sostenuto da una grande ispirazione. Dotato di eccezionale temperamento artistico, grande precisione tecnica e rara sensibilità estetica, è considerato uno degli strumentisti più coinvolgenti , intelligenti e di talento nella musica indiana contemporanea. Dai suoi illustri maestri Partho ha appreso quella rara e autentica conoscenza del raga indiano, che ancora oggi incarna totalmente la grande eredità della musica classica Hindushtani.
Alcune recensioni:“…melodica eccellenza e qualità totale…” (The Times of India, Ahamedabad)“Uno dei più promettenti suonatori di sarod in India (Kuensel, Germania)“Un brillante giovane artista…” (The Hindu, Chennai)“…Le splendide acrobazie di note e il non precipitos modo con cui sviluppa il raga rivelano la sua aderenza allo stile classico.” (The Statesman, New Delhi)“ …Immensa profondità musicale e fascino.” (The Indian Express, Ahamedabad)“…assolutamente brillante.” (The Times of India, Calcutta)

Lo strumento, il sarod e la tradizione indiana
La tradizione musicale millenaria indiana ha subito varie mutazioni ed evoluzioni nel corso dei secoli. Una delle più importanti avvenne in conseguenza dell’arrivo dei persiani nel 13° sec. e dei Moghul nel 15° sec. Tale dinastia, di origini centro-asiatiche, conobbe con l’imperatore Akbar uno degli apogei della cultura musicale indiana, con un evidente sincretismo delle varie tradizioni, indiana, persiana e centro-asiatica. In questa epoca prende corpo la forma del sistema musicale indiano del nord, cosiddetto Hindushtani, che inizierà progressivamente a differenziarsi dal sistema del sud, cosiddetto Carnatico, che rimarrà invece ancorato alle proprie origini.
Anche gli strumenti conseguentemente subiscono importanti innovazioni ed acquisizioni, ed è proprio in questo periodo che si ritiene siano stati concepiti alcuni degli strumenti più importanti della moderna musica indiana, quali il sitar (che deriva dell’antica Vina) le tabla (evoluzione del Packawaj) il sarangi, etc.
Anche il sarod vede la sue lontane origini in quest’epoca, essendo invece uno strumento di importazione. Esso infatti sembra derivare dal più piccolo rebab uno strumento utilizzato dai nomadi a cavallo delle steppe centro-asiatiche e che conobbe poi in India uno sviluppo importante accanto a quello del sitar. Il rebab continuerà ad essere impiegato nella musica popolare e semi-classica dei paesi confinanti con l’India e a cavallo con il centro-asia, quali Afghanistan e Pakistan.
Nella sua forma attuale il sarod, è uno strumento altamente evoluto e raffinato, il prodotto di una liuteria di altissimo livello. E’ sostanzialmente un liuto a manico lungo, il cui corpo viene ricavato dal legno pieno, monta un piano in pelle sulla cassa di risonanza, un manico laminato privo di tastiera, 4 corde principali, numerose corde di risonanza e alcune corde di bordone ritmico; si suona con un plettro.
Già nell’800 sono attestate diverse scuole musicali e quella di Maihar acquisirà grandissima fama grazie al leggendario maestro di sarod e di violino, Baba Alauddin Khan, il quale divenne maestro di Ravi Shankar, mentre il figlio maggiore, Ali Akbar, divenne uno dei grandi protagonisti del ‘900. Ancora oggi vengono eseguiti i raga composti da Baba Alauddin, quali ad es. Hem-Bihag, immortalato in una celebre incisione del 1972 da Ravi Shankar e Ali Akbar Khan.

Alan Bedin è coordinatore di Hanuman, scuola di Musica Indiana; è cantante, insegnante e curatore artistico per Italia e Giappone della label Artis Records – marchio discografico della storica società editoriale Cramps Music – creato dal pianista Alfredo Tisocco (Opus Avantra) per promuovere il concetto di inclusione artistica musicale.

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