Il Bacchiglione condivide con la Brenta il titolo di fiume più grande delle province di Vicenza e di Padova. Nella prima è semisconosciuto, anzi gode di una fama tristemente negativa legata alle ripetute alluvioni (l’ultima nel 2010) che hanno colpito il capoluogo e vaste zone a nord e a sud dello stesso.
Il Bacchiglione va riscoperto e rivalutato: Vicenza gli deve molto, a cominciare dalla sua fondazione nel VI secolo a.C. (ma, all’epoca, nel suo letto scorreva l’Astico) perchè faceva parte di un sistema idrografico con il Retrone e il lago di Pusterla che circondava e difendeva il sito urbano su tre lati; il fiume, con la sua acqua, ha dato per secoli la forza motrice alle attività artigianali e protoindustriali vicentine; è stato anche il percorso principale dei commerci da e per il mare e, soprattutto, Venezia. Perchè la foce del Bacchiglione è in Adriatico, in comune con la Brenta, vicino a Chioggia.
Il fiume è nella storia locale anche per le contese con Padova, che ne riceve le acque dopo essere passate per Vicenza e che – a sua volta – l’ha utilizzato per proteggere la propria cinta muraria e per le attività economiche. Nel XII secolo, durante la fase conflittuale fra le due città, due volte i vicentini hanno deviato il corso del Bacchiglione a Longare nel canale Bisatto e, altrettante volte, i padovani hanno rimosso l’argine per riappropriarsi dell’acqua.
Il Bacchiglione nasce a quindici chilometri da Vicenza, le sorgenti (nelle foto di Gianni Poggi) sono fra Dueville e Villaverla, in un sito incantevole e fuori del tempo. Vale la pena di andare a vederle, magari in bicicletta.