MALTEMPO. VICENZA VITTIMA DA SEMPRE DEI SUOI FIUMI MA GLI INTERVENTI SI FANNO SOLO DOPO I DISASTRI

Ci risiamo. Piove su Vicenza per un paio di giorni consecutivi con una maggiore intensità e la città va sott’acqua. Non solo i due fiumi che l’attraversano (il Bacchiglione e il Retrone) ma tutto il sistema idrico salta: esondazioni, allagamenti, reflussi colpiscono centro e quartieri, campagne e zone industriali, perfino il vecchio e glorioso stadio Romeo Menti.
Come al solito, nessuno se l’aspettava e l’allarme è stato dato troppo tardi. Le conseguenze sono danni a beni pubblici e privati, blocco di attività produttive e commerciali, chiusura di scuole e parchi e il rinvio della partita dell’LR Vicenza, che, sicuramente, è la cosa meno importante ma che, nel ristretto e autoreferenziale mondo della tifoseria, ha avuto il suo peso.
“Poteva andare peggio” è stato l’autoconsolatorio e autoelogiativo messaggio lanciato a consuntivo dal presidente della Regione Luca Zaia (e non solo da lui), che ha fatto presente che le opere create dopo l’alluvione del 2010 hanno evitato che si ripetesse quel disastro. È incontestabile che i bacini di laminazione costruiti con fondi regionali siano riusciti ad assorbire una parte non marginale dell’acqua che, altrimenti, i fiumi avrebbero portato in città e nel contado, ma ci si può compiacere solo fino a un certo punto di questo risultato perché – ed è l’aspetto volutamente eluso – la coperta si è dimostrata troppo corta e l’acqua ha colpito dove non era stato fatta alcuna opera di prevenzione e cioè sul Retrone.
Vicenza ha sempre avuto problemi con l’acqua. Nell’XI secolo fu realizzata un’opera che, a confronto, i bacini di Zaia son niente: fu addirittura deviato l’Astico, che attraversava la piccola città dell’epoca e provocava ripetute e disastrose inondazioni, convogliandolo a Monticello Conte Otto nel Tesina. All’epoca il Bacchiglione nemmeno esisteva, nacque spontaneamente a Dueville, un secolo dopo, dalla confluenza di alcuni corsi minori nel vecchio alveo dell’Astico. Il nuovo fiume cittadino, però, non è stato da meno, nei secoli, del suo predecessore. E non si deve dimenticare che la città murata era contornata a nord da un ampio lago/acquitrino (il Lacus Pusterlae) e che il Lago di Fimon, nel Medioevo, arrivava a due passi dalla Riviera Berica.

Vicenza, insomma, è una città che, da un lato, deve la sua nascita e il suo sviluppo produttivo ed economico ai suoi fiumi e alle sue acque ma, dall’altro, ne è sempre stata vittima.
Se nemmeno il bravissimo Magistrato alle acque della Serenissima è riuscito, in quattro secoli, a risolvere il problema, oggi si dovrebbe dare una attenzione ben diversa al bacino idrico di Vicenza e delle sue “colture”, anzi lo si sarebbe dovuto fare già centocinquant’anni fa, quando l’ingegneria e la tecnologia cominciavano ad essere moderne e dotate di strumenti.
E, invece, nell’anno Domini 2024 ci si accorge che nessuno ha fatto qualcosa per evitare le tracimazioni del Retrone, anche se attraversa niente meno che la Zona Industriale ed espositiva-commerciale. Sciaguratamente questo quartiere è stato creato negli Anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo a monte delle acque e dei venti (che, quindi, poi scorrono sulla città) colmando con scarti di fonderia le doline che facevano da bacini naturali per le acque del Retrone.
Ci si accorge anche che il sistema di tombinatura e scarico acque del quartiere attorno allo Stadio Menti (costruito dal Fascismo cittadino in un posto che più sbagliato non ci poteva essere) non è mai stato manutentato e non è in grado di assorbire e smaltire l’esubero di acqua che, nelle piene del confinante Bacchiglione, inevitabilmente grava sull’area circostante anche se non c’è esondazione.
Si è così finiti per l’ennesima volta sott’acqua, con gran sfoggio di giacconi gialli della Prevenzione Civile da parte delle autorità ma con interventi esclusivamente diretti a salvare il salvabile. I danni e i disagi restano così come resta irrisolto un problema che ben difficilmente si potrà risolvere perché il disastro ambientale della cementificazione del territorio ormai è fatto e il Veneto è la regione che può vantare il record nazionale di consumo del suolo.

Odiare le auto!

Le questioni del traffico e dell’inquinamento cittadino sono due problemi strettamente legati tra loro, che sono stati talmente dibattuti che

Leggi »

Aprile 2024

L
M
M
G
V
S
D
1
2
3
4
5
6
7
Events for 1 Aprile
Nessun evento
Events for 2 Aprile
Nessun evento
Events for 3 Aprile
Nessun evento
Events for 4 Aprile
Nessun evento
Events for 5 Aprile
Nessun evento
Events for 6 Aprile
Nessun evento
Events for 7 Aprile
Nessun evento
8
9
10
11
12
13
14
Events for 8 Aprile
Nessun evento
Events for 9 Aprile
Nessun evento
Events for 10 Aprile
Nessun evento
Events for 11 Aprile
Nessun evento
Events for 12 Aprile
Nessun evento
Events for 13 Aprile
Nessun evento
Events for 14 Aprile
Nessun evento
15
16
17
18
19
20
21
Events for 15 Aprile
Nessun evento
Events for 16 Aprile
Nessun evento
Events for 17 Aprile
Nessun evento
Events for 18 Aprile
Nessun evento
Events for 19 Aprile
Nessun evento
Events for 20 Aprile
Nessun evento
Events for 21 Aprile
Nessun evento
22
23
24
25
26
27
28
Events for 22 Aprile
Nessun evento
Events for 23 Aprile
Nessun evento
Events for 24 Aprile
Nessun evento
Events for 25 Aprile
Nessun evento
Events for 26 Aprile
Nessun evento
Events for 27 Aprile
Nessun evento
Events for 28 Aprile
Nessun evento
29
30
1
2
3
4
5
Events for 29 Aprile
Nessun evento
Events for 30 Aprile
Nessun evento