Abbiamo incontrato Edoardo Billato, attore e regista teatrale, e Daniel Tinto, appassionato, divulgatore di
storia locale ed in questo caso Event Manager, in merito all’evento da loro creato e coordinato: “L’alba di
Palladio”.
“L’Alba di Palladio”, un titolo intrigante, quali significati nasconde?
D: A Vicenza noi tutti tendiamo a considerare Andrea Palladio come un gigante dell’architettura, una superstar, in questo lavoro abbiamo voluto concentrarci sul giovane e rampante architetto, ispirato da un’altra “Archistar” dell’epoca Giulio Romano, uno degli ultimi artisti totali del rinascimento e miglior allievo di Raffaello. Il titolo nasconde poi un tributo a qualsiasi “alba” di un allievo rispetto ad un maestro. Adriano Marcolini, che interpreta Giulio, è stato lui stesso un mio insegnante ed un mio maestro, a cui devo molto.
E: Il titolo vuole offrire allo spettatore un assaggio di ciò che vedrà e della situazione in cui i personaggi agiscono all’interno dello spettacolo. Non è il racconto delle grandi opere di Palladio (che lui peraltro non fece mai parlando in prima persona), ma la fotografia di un genio alle prime armi, accompagnato da un maestro che alla fine si accorge del potenziale del giovane.
Cosa offre di nuovo questo evento?
D: Questo evento ha tre obiettivi principali ovvero fare rete tra le associazioni culturali, le realtà del territorio, promuovere il territorio e creare un evento nato dall’unione di quattro componenti normalmente separate quali teatro, musica, rievocazione storica e visita guidata. Ogni singolo dettaglio è stato creato e personalizzato ad hoc per questo evento, persino le musiche del maestro Guidetti sono originali e seguono il concetto della trasposizione musicale delle proporzioni matematiche palladiane
E: L’evento è nato da una sinergia e come tale si propone; sono tantissimi gli elementi al suo interno e credo che una tale commistione non si veda spesso nel nostro territorio. Il teatro è il racconto sognante e romantico delle vite dei personaggi, i contributi delle guide contestualizzano storicamente la vicenda, la musica è il commento alle suggestioni evocate; infine la presenza della rievocazione, con tanto di comparse e azioni di fanteria, è il tocco spettacolare in più per catturare ed immergere definitivamente chi guarda.
Mettere assieme due giganti come Giulio Romano ed Andrea Palladio è stato difficile?
D: Mettere assieme due stelle del passato potrebbe sembrare difficile, ma in questo caso il legame, l’influenza che il primo ha avuto sul secondo è talmente evidente che è stato relativamente facile poter immaginare un eventuale rapporto tra i due. Chiara, la nostra guida, come Edoardo, sono stati poi fenomenali nel cogliere, proporre ed esporre i dettagli salienti.
E: Unire due personaggi storici non è difficile, di per sé. Gli aspetti più complicati sono la ricerca e la fedeltà storica. Essendo specializzato nel genere epico/storico, ho capito col tempo che arrivare all’assoluta verità è un’utopia: bisogna adattare, modellare e rimasticare i fatti storici e inserirci spunti personali, se davvero li si vuole avvicinare alla sensibilità odierna. Romano e Palladio sono mai stati, davvero, a Quinto? Hanno mai parlato approfonditamente insieme? Non lo sappiamo e sinceramente poco importa, a tratti; ciò che conta è cogliere lo spirito dei caratteri e del tempo…ovviamente evitando strafalcioni o approssimazioni in nome della suddetta libertà creativa! Una base di fedeltà storica ci deve sempre essere.
Il primo evento si è svolto a Villa Thiene di Quinto Vicentino il 24 Giugno. Come mai la scelta è ricaduta su questa villa?
D: I motivi sono diversi. Come già riportato in altri tuoi articoli sapete che mi occupo della storia locale di Quinto e Villa Thiene, in quanto edificio palladiano ha una storia che la rende ideale per la nascita di un evento del genere. Fu commissionata nel 1542 ed i Thiene avevano un forte legame coi Gonzaga di Mantova dove Romano lavorava e si pensa che il progetto palladiano della villa abbia preso spunto da uno dello stesso Giulio. La data di riferimento è ideale per l’arrivo a Vicenza di Romano per competere per il progetto delle logge del Palazzo della Ragione.
E: La Villa era il luogo, il “pretesto” perfetto per sviluppare una simile vicenda. Nelle repliche che (spero) seguiranno, l’anno prossimo, le location fisiche probabilmente cambieranno, ma l’ambientazione della storia rimarrà sempre quella.
Quali messaggio vorreste trasmettere con questo spettacolo?
D: Tutti i grandi sono stati allievi, tutti abbiamo ammirato qualcuno, ma ognuno di noi deve poter essere
ispirato ricercando la propria strada. La cultura, il tutelare il bello del proprio territorio serve a questo, a
creare radici profonde sulle quali crescere e creare qualcosa di nuovo. Come abbiamo fatto noi in questo
caso.
E: Per me i messaggi sono molteplici, ne dirò tre su tutti. Primo: ricordare sempre da dove si è partiti e quanto minuscoli si era in quel momento: un esercizio di umiltà. Secondo: riscoprire la bellezza della storia e imparare da essa. Terzo: incentivare la cultura e far sì che si ritorni ad avere coscienza critica su ciò che è accaduto, che accade e che accadrà in futuro.
La squadra che ha lavorato all’evento è numerosa. È stato difficile mettere assieme così tante professionalità?
D: Ammetto che questa è stata una delle parti più difficili a livello organizzativo anche se devo dire che a livello umano è stata la più soddisfacente in assoluto. Siamo riusciti a fare rete e a valorizzare ogni singolo membro della squadra. Tutti abbiamo lavorato come in una grande famiglia e con il sorriso, questa è stata la parte più appagante in assoluto. Considerata una squadra di 12-15 rievocatori (Associazione Città del Grifo di Arzignano APS ndr), 2 guide (Chiara Pesavento e Daniel Tinto), 2 attori (Edoardo Billato e Adriano Marcolini), un musicista (Franco Guidetti), due videomaker (Giacomo Casagrande e Sara Cecchetto), una fotografa (Sofia Brendolin), i volontari, le associazioni e fondazioni coinvolte questo risultato non era affatto scontato. Per tutti è stata un’esperienza incredibilmente piacevole.
E: Riprendo ciò che ha detto Daniel, segnalando che il lavoro di squadra davvero è sembrato un riverbero della grande sinergia tra Romano e Palladio. Il lavoro di allestimento, grazie alla generosità e alla competenza di tutti, è stato stimolante e rispettoso delle singole individualità. Spero che questa sia la dimostrazione tangibile che simili situazioni lavorative non sono utopiche: basta avere la volontà di farle nascere. In questo caso, il grande merito va a Daniel.
Il supporto delle associazioni culturali ed i patrocini non sono mancati. Secondo voi perché?
D: Direi grazie ad un progetto ben organizzato e dettagliato in molte sue parti fin dal principio. Sicuramente il fatto che io faccia parte di numerose associazioni di volontariato ha agevolato il contatto ed il confronto, ma il progetto ha avuto un ruolo fondamentale nell’ottenere il supporto di queste realtà associative del territorio e dello sponsor. Ci tengo a ringraziare in questo frangente gli enti patrocinanti quali:
- Fondazione di Storia – Onlus;
- Amici dei Musei e dei Monumenti di Vicenza;
- Comune di Quinto Vicentino;
I nostri partner: - Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO
- Associazione Nazionale Carabinieri gruppo di Quinto Vicentino
Ringrazio la Pro Loco Quinto Vicentino, associazione di riferimento dell’evento, il MAXI e la BCC di Verona e Vicenza di Quinto Vicentino. Un ringraziamento particolare va allo sponsor che ha reso possibile tutto questo ovvero Synthesis Arredamenti Srl ed in particolare al nostro mecenate Mario Gatto.
Qual è stata la risposta del pubblico?
D: Ci sono due elementi che mi permettono di dire che sia stato un grande successo:
-Abbiamo creato due turni che, pur non avendo la prenotazione obbligatoria, hanno registrato il tutto esaurito ben prima della settimana dell’evento.
-Tutte le recensioni ricevute a fine evento sono state estremamente positive. Questo ritengo sia frutto della grande passione ed amore per il proprio lavoro messo da ogni membro della squadra.
E: Mentre ero impegnato in scena ho potuto avvertire grande attenzione e partecipazione emotiva da parte degli spettatori. Sono due componenti che credo siano fondamentali per il successo di un evento: quando le suggestioni proposte dagli attori vengono completate e raffinate da ogni spettatore a modo suo, vuol dire che si è riproposta la grande magia del teatro, che può dirsi compiuta solo con il contributo del pubblico.
Giusto per concludere, avete un messaggio in particolare da trasmettere ai lettori?
D: Io vorrei ringraziare ogni singolo partecipante all’evento, dallo staff al pubblico, fino ai lettori di questo articolo. Desidero inoltre dire che è importante valorizzare la storia locale, creando contenuti in tutte le forme possibili in modo da creare una rete di appassionati che possa contribuire a sua volta con nuove idee ed approfondimenti. Questo per me è il concetto di cultura circolare. Grazie anche a ViCult per
l’opportunità concessaci con questa intervista.
E: Il messaggio più importante, per me, riguarda la fruizione della storia; studiamo gli eventi del passato,
ma poi dedichiamo del tempo anche a capire come poterli trasmettere ai nostri ragazzi! Quante volte sento dire che la storia è solo un insieme di date e una noia mortale: è molto più di questo e bisogna spingere affinché si superino certi modelli di insegnamento francamente obsoleti e ci si diriga verso nuovi lidi e nuove modalità di trasmissione del sapere, magari aiutati dalle arti. Per concludere, un a tutto il pubblico che è venuto a vederci e a quello che spero verrà in futuro e ai colleghi che hanno reso possibile l’evento.