La piccola comunità di Valstagna, immersa tra le maestose vette delle Dolomiti venete, ha visto fiorire nel corso dei secoli una tradizione unica e affascinante: quella dei trasportatori di legna. Questi uomini coraggiosi e temerari, noti come menadàs e zatèr, hanno giocato un ruolo fondamentale nella storia locale, trasportando legna lungo ripide gole e sentieri tortuosi. Cerchiamo di esplorare le origini, le sfide e il patrimonio dei trasportatori di legna di Valstagna, e la vita lungo il Brenta di quei valorosi uomini di un tempo.
Le Radici dell’Arte del Trasporto della Legna
La pratica del trasporto della legna a Valstagna risale a secoli fa, quando le risorse naturali del territorio facevano della legna un bene cruciale per la sopravvivenza della comunità. Le foreste abbondanti fornivano un’abbondanza di legname, ma la sfida era trasportare questo prezioso carico attraverso un terreno montagnoso e impervio fino ai villaggi e alle città che ne avevano bisogno.
La Nascita degli Zatèr e dei Menadàs
Far fluire i tronchi sciolti o legati in zattere lungo fiumi e torrenti. Era un po’ il “superpotere” di menadàs e zatèr (zattieri), personaggi abili e un po’ spericolati con una lunga tradizione. I menadàs erano le persone armate di appositi strumenti (aste con punte di ferro uncinate) che lungo il corso d’acqua avevano il compito di tenere sotto controllo lo scorrere dei tronchi. Gli zatèr erano quanti costruivano le zattere e le facevano navigare. Essi divennero non solo lavoratori instancabili, ma anche eroi locali, celebrati per la loro abilità nell’affrontare le sfide delle montagne.
La Tecnica e le Strumentazioni
Il trasporto della legna richiedeva una tecnica raffinata e l’utilizzo di strumentazioni specifiche. Gli zater impararono a bilanciare carichi ingombranti sulle spalle, utilizzando attrezzature come le caratteristiche “camìe” (cofani) e i “centòni” (bastoni). Le tecniche di navigazione attraverso i sentieri scoscesi divennero un’arte, passata di generazione in generazione.
Le Storie e le leggende di menadàs e zatèr
La storia dei trasportatori di legna è intrecciata con leggende e storie tramandate oralmente. Le narrazioni di uomini che affrontavano tempeste improvvise, superavano burroni pericolosi e sfidavano la natura stessa divennero parte integrante della cultura locale. Ogni famiglia aveva il suo eroe, il cui coraggio alimentava il senso di comunità e appartenenza.
Le Sfide e le Vittorie
Il lavoro degli zatèr e dei menadàs non era privo di rischi e sfide. Condizioni meteorologiche avverse, sentieri pericolosi e il peso massiccio dei carichi rendevano il loro compito estremamente difficile. Tuttavia, la loro determinazione e il senso di dovere verso la comunità li spinsero a superare ogni ostacolo. Le loro vittorie divennero trionfi condivisi, celebrati durante le festività locali e le riunioni sociali.
L’Evoluzione e il Declino
Con il passare degli anni, l’avvento di nuove tecnologie e il cambiamento delle dinamiche sociali portarono a una graduale diminuzione della pratica del trasporto della legna a spalla. Le generazioni più giovani preferirono intraprendere nuove vie, abbracciando professioni meno ardue. Questo segnò l’inizio del declino dell’arte degli zatèr, ma la loro eredità continuò a vivere nelle memorie della comunità e nelle testimonianze conservate.
La Preservazione del Patrimonio
Negli ultimi decenni, c’è stato un rinnovato interesse per la storia di quei lavoratori e il loro contributo alla comunità di Valstagna. Associazioni culturali, musei locali e iniziative di preservazione del patrimonio si sono dedicati a raccontare e conservare questa parte essenziale della storia locale. Feste tradizionali e rievocazioni hanno contribuito a mantenere vivo il ricordo di menadàs e zatèr e a trasmettere la loro storia alle generazioni future.
La storia dei trasportatori di legna a Valstagna, incarnati da questi personaggi, è un racconto avvincente di coraggio, abilità e dedizione. Attraverso le generazioni, questi uomini hanno sfidato la natura e le difficoltà del terreno montagnoso per garantire la sopravvivenza della loro comunità. Sebbene il loro mestiere abbia subito cambiamenti e declini nel corso degli anni, l’eredità di quegli uomini coraggiosi e mai domi, continua a brillare come una testimonianza indelebile del patrimonio culturale e della resilienza della comunità di Valstagna.
Per approfondimenti consigliamo la visita al museo “Canal di Brenta”, di Valstagna e al “Museo del Cidolo e del legname” di Perarolo di Cadore.