SAN VALENTINO E I CASTELLI DI GIULIETTA E ROMEO A MONTECCHIO

Si chiamano Castello della Villa e Castello della Bellaguardia ma per tutti sono semplicemente i “Castelli di Giulietta e Romeo”. Sovrastano Montecchio Maggiore situati l’uno a poca distanza dall’altro, in posizione panoramica e strategica. Non è la Verona di Shakespeare, ma il borgo di Montecchio e la penna di Luigi da Porto, che fu antesignano nel raccontare una vicenda che chissà mai dove si svolse, se mai si svolse. I due manieri che si guardano dalla cima di colli opposti ci invitano a credere che l’ispirazione per la novella dei giovani sfortunati amanti sia nata proprio qui e che un altro monumento vicentino Villa da Porto di Montorso, proprietà di famiglia dello scrittore, abbia battezzato l’opera. La voce popolare vuole, infatti, che il Da Porto solesse rifugiarsi presso la casa del fattore Borin dove in un vano d’angolo del primo piano in una mattonella stava scritto “in questa camera Luigi da Porto ha scritto la novella di Giulietta e Romeo”.

Questi sono i giorni in cui si festeggia l’amore, in cui, con la scusa del 14 febbraio, si fanno regali, viaggi, cene, feste e quant’altro. Che il consumismo si sia impossessato anche di San Valentino non è certo notizia recente, ma a noi piace di più tornare alle radici della storia, come per il dramma di Shakespear, su cui torniamo tra un attimo. Intanto rimaniamo a Montecchio. Nei pressi del centro del paese si trova una chiesetta dedicata proprio a S. Valentino, di proprietà del Comune. Qui la venerazione del Santo è molto sentita Infatti, oltre alla messa per gli innamorati e al bacio della reliquia di san Valentino presso l’omonima chiesetta, in questi giorni, saranno presenti le giostre per i bambini e la pesca di beneficenza.

Valentino nacque a Interamna Nahars attuale Terni da una famiglia patrizia nel 176, fu poi convertito al cristianesimo e consacrato vescovo di Terni nel 197, a soli 21 anni. Nel III secolo a. C. l’Impero Romano stava affrontando numerosi problemi, tra cui le incursioni dei Goti e la carenza di manodopera sia in campagna che nelle file dell’esercito. L’imperatore Claudio II aveva quindi bisogno di soldati forti dediti alla causa e per questo promulgò una legge tanto insolita quanto sorprendente: proibì ai soldati di sposarsi. Secondo lui, un uomo senza famiglia avrebbe dato la vita per il proprio imperatore. Ma l’Impero doveva affrontare anche un’altra questione: la diffusione del cristianesimo. E decise di farlo perseguitando, torturando e uccidendo i credenti. Fu in questo contesto che emerse la figura di San Valentino. Nelle Cronache di Norimberga si parla di un sacerdote di grande coraggio che protesse i cristiani e il sacro vincolo del matrimonio tradizionale sposando segretamente centinaia di coppie. Ciò suscitò le ire dello Stato e Valentino fu portato davanti al giudice Asterio per essere processato. Questi gli disse che se fosse stato veramente un santo, avrebbe dovuto curare la cecità di sua figlia. San Valentino lo fece e con esso non solo si liberò dalla morte, ma convertì Asterio e tutta la sua famiglia al cristianesimo. Tuttavia, qualche tempo dopo l’imperatore Claudio lo avrebbe arrestato di nuovo, processato e condannato a morte. Prima di diventare un martire, Valentino scrisse una lettera alla giovane donna a cui aveva ridato la vista. Per molti fu una lettera d’amore, per altri un addio. Comunque sia, con quella lettera nacque la tradizione di inviare lettere alla persona amata.

Che San Valentino e la coppia di innamorati più famosa d’ogni tempo, “abitino” la stessa zona è faccenda talmente romantica che si è costretti a crederci. La leggenda che attribuisce le due rocche alle famiglie veronesi dei Montecchi e dei Capuleti, facendone le dimore di Romeo e Giulietta, entrò con forza nel folclore popolare alla metà dell’Ottocento, cioè in pieno clima romantico, periodo in cui era molto sentito il fascino delle rovine medioevali, soprattutto se usate come ambientazione per vicende suggestive e affascinanti. Comunque, che siano appartenuti o meno alle famiglie dei Montecchi e dei Capuleti, i due castelli presenti a Montecchio Maggiore offrono un’esperienza unica ai più romantici, ma anche agli appassionati di storia. Dal castello di Giulietta, posto più in alto, è visibile un panorama rigenerante sui campi veneti e sulle colline e soprattutto sul castello dell’amato Romeo, posto qualche metro più in basso. Il castello di Giulietta ospita un ristorante nel quale c’è possibilità di organizzare eventi come matrimoni e lauree. Nel castello di Romeo, soprattutto d’estate, viene allestito uno spazio da dedicare a concerti, rappresentazioni o spettacoli.

Aprile 2024

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