É tutto vero: Pink Floyd a Vicenza!

Ci si lamenta spesso dell’assenza dei veri grandi nomi in città quando si parla di musica. Ci si provò con gli Oasis al Menti nel luglio del 2002 ma non andò come previsto. Stadio non di certo pieno e concerto al di sotto delle attese. Era il tour di “Heathen Chemistry” non proprio il capolavoro della band e comunque la risposta di pubblico fu forse tiepida anche perché la città non era affatto inserita nei circuiti dei grandi concerti. Non basta un evento spot per tramutarsi in mèta rock all’improvviso. Son passati più di vent’anni e viviamo un’altra era. Padova è diventata, quasi più di Verona (se togliamo l’Arena), la capitale dei concerti nel veneto, ma anche altre città di provincia come Ferrara sono state al centro di stagioni (soprattutto estive) di assoluto rilievo. Vicenza nel frattempo ha maturato pian piano una strategia tutta incentrata su Piazza dei Signori che, anno dopo anno, ha portato molti artisti importanti, prima col festival jazz e poi con le programmazioni estive. Ma se Vecchioni, De Gregori, Mamhood, Il Volo, Nannini eccetera… non scaldavano i cuori degli amanti del rock ma trovavano consenso nei seguaci del nuovo e vecchio cantautorato italiano, ecco che finalmente arriva la Storia con la S maiuscola e chi vi scrive è semplicemente elettrizzato.

Quando i Pink Floyd terminarono il tour di “The Division Bell” nell’ottobre del 1994, entrarono in una sorta di iato da cui nessuno in realtà sapeva quando ne sarebbero usciti. Ad inizio secolo ci fu il clamoroso rientro in squadra di Waters per il Live 8 del 2005 ma fu giusto per la causa e i due leader (Waters e Gilmour) tornarono a odiarsi nel loro “english way” sin dal giorno dopo. Nel 2006 uscì “On An Island” bel disco di Gilmour ma che segnava una netta distanza dalla magniloquenza floydiana. Poi arrivò la morte di Wright e a quel punto i giochi parevano davvero finiti. Nel 2015 per omaggiare il tastierista si riesumarono registrazioni del ’93/’94, vi si aggiunse materiale nuovo e si pubblicò “The Endless River”: il canto del cigno. Poco conta che per sostenere la causa Ucraina, il sacro logo tornò nel 2022 con “Hey Hey, Rise Up”, la storia era di fatto terminata. Gilmour continua come solista, Watres porta in giro tutto il circo più fantasmagorico della sua produzione (anche un po’ pacchiano ormai), di Wright purtroppo abbiamo già detto e Nick Mason?

Il buono del gruppo, il collezionista di Ferrari, l’uomo sempre pronto a sdrammatizzare e unire i fili con gli altri tre, il batterista preciso anche se mai davvero raffinato, si è intestato quella che è senza dubbio la migliore e più eccitante avventura solista di tutto il combo: Nick Mason’s Saucerful of Secrets. Se Waters suona “The Wall” e “Animals” con scenografie da film di George Lucas e Gilmour propone tutti suoi pezzi del catalogo (da “Comfortably Numb” a “Time”, da “Echoes” a “Wish You Were Here”, da “Dogs” a “Shine on, you crazy diamond”) ecco che Mason ha ben pensato di tornare alle radici del gruppo, a quegli anni tra il 1967 e il 1972 in cui Pink Floyd voleva dire psichedelia, rock e blues, sperimentazioni, tanto LSD e visioni avveniristiche, pop art, musica per il cinema, viaggi interstellari e la presenza ancora forte della debordante influenza del primo vero leader del gruppo: Syd Barrett. Per fare questo ha allestito un gruppo di tutto rispetto, una vera super band formata da lui alla batteria (Ça va sans dire) da un floydiano ad honorem come Guy Pratt al basso, dall’ex Spandau Ballet Gary Kemp a chitarra e voce, da Lee Harris dei Blockheads alla chitarra solista e da Dom Baken alle tastiere. Il set spazia tra classicissimi come “See Emily Play” e “One Of These Days” a perle meno note come “Cymbaline” o “Remember A Day” con in mezzo capolavori assoluti come “Echoes” o “Set The Control For The Heart Of The Sun” o ancora “Astronomy Domine” e “Interstellar Overdrive”. Per un vero fan dei Pink Floyd è pura gioia.

Li vedremo il 19 luglio in Piazza dei Signori e i biglietti del concerto saranno disponibili in prevendita nel circuito Ticketone a partire dalle ore 10 di martedì 31 gennaio.

Biglietti:

Poltronissima Platinum – € 100,00 + diritti di prevendita

Poltronissima Gold – € 75,00 + diritti di prevendita

Poltronissima – € 60,00 + diritti di prevendita

Poltrona – € 50,00 + diritti di prevendita

www.duepuntieventi.com

Aprile 2024

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