Negli scorsi giorni la giunta comunale ha annunciato il ritorno, dopo diversi anni, della serata di premiazione del premio Campiello a Vicenza, nel suo teatro simbolo: l’Olimpico. Il premio Campiello, uno tra i più importanti del panorama italiano nasce nel 1962, quando il Gruppo Giovani di Confindustria propose al Direttivo l’istituzione di un premio letterario con l’intento di ritagliare uno spazio significativo per l’imprenditoria veneta nel mondo culturale italiano. Nel 1963, proprio a Vicenza, venne formalizzata la costituzione del premio vero e proprio sotto la presidenza del conte Mario Valeri Manera. La nascita di un premio così ambito, in una città come Vicenza, non è però certo un caso. Il capoluogo Berico, infatti, ha rappresentato un bacino di grandi esperienze letterarie che abbracciano quasi tutto l’Ottocento.
Antonio Fogazzaro, Guido Piovene, Goffredo Parise e Neri Pozza, tra i grandi della letteratura italiana, trovano proprio a Vicenza, ed in particolare nella vicentinità uno dei loro caratteri distintivi. Il loro fu un rapporto di odio e amore con la città, un carattere distintivo del vicentino che ama Vicenza, ma al contempo, tende a rinnegarla. Anche le loro vite non furono però certo un caso. Nel rinascimento la nostra città aveva, infatti, già partorito tre grandi geni della letteratura mondiale: Antonio Pigafetta, Gian Giorgio Trissino e Luigi da Porto. Antonio Pigafetta, navigatore ed esplorare, primo uomo a circumnavigare il globo scrisse uno dei grandi capolavori dei romanzi d’esplorazione. Gian Giorgio Trissino, precettore di Palladio, pubblicó la Sofonisba, la prima tragedia in volgare.
E Luigi da Porto? “Giulietta e Romeo. Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti” vi dice qualcosa? Da Porto è l’autore dal quale il ben più famoso William Shakespeare trasse il suo “Romeo and Juliet”. Incredibile no? A questo punto verrebbe da chiedersi: perché proprio Vicenza? Da dove parte tutto? Per capire le origini di tutto bisogna allora andare ancora un po’ più indiretto nel tempo, il primo rinascimento. I grandi palazzi che circondano le strette vie del centro storico ci raccontando, a distanza di cinque secoli, di una città vivace; votata al commercio e… all’impresa! Nel tardo medioevo nascono, infatti, le arti e alcune di esse fioriscono nel rinascimento creando le prime industrie, tra le quali appunto, quella della stampa. Vicenza, grazie alla vicinanza a Venezia e all’abbondanza di fiumi utili al commercio, divenne una delle prime capitali della stampa mondiale. Ecco, dunque, abbiamo chiuso il cerchio. Il Premio Campiello che torna in città è quindi l’ideale quadratura del cerchio che viene da molto lontano e che oggi, attraverso il ricordo di ciò che siamo stati, può aiutarci a proiettarci in un futuro migliore!