Sweet Poppies. Due fratelli e una sorella dalle strade alle stelle.

Li chiamiamo “artisti di strada” o “buskers”, ma è spesso una categoria riduttiva. Nel caso degli “Sweet Poppies” soprattutto. I tre fratelli Nardello hanno scelto la strada come palcoscenico per usarla da trampolino, non certo perché ritengono sia la loro dimensione ideale. Però in questo loro peregrinare in giro per lo stivale tra piazze, vie e corsi, c’è tutto il loro spirito e la loro forza. Una band giovane (dal vivo paiono ancora più pischelli) con una determinazione grande ed un’ambizione grandissima. Li scopriamo per caso dentro alla calza della befana. Era il 6 Gennaio di quest’anno quando un nostro lettore ci invia questo video.

Chi sono questi ragazzi che suonano in Corso Palladio? Dietro alla sigla “Sweet Poppies” si nascondono Sara, Giovanni e Francesco, tre fratelli tanto simili quanto diversi. Figli di un’energia e di un vitalismo che li accomuna ma con personalità distinte, seppur con un’identica voglia di sfondare. Non è la classica band da sabato pomeriggio in stanzetta, questo è un gruppo con tutti i crismi, pronto per palchi ben più importanti che non i viali di una città, anche se, a pensarci bene, suonare in giro per l’Italia ti offre i palcoscenici naturali più belli del mondo.

Partiamo dal nome. La prima informazione è di quelle forti. L’idea è venuta a Francesco mentre era sotto la doccia. Niente di pruriginoso, anzi, caso volle che in quel momento sentì Sara nella stanza che cantava e pensò “però mia sorella ha una gran voce!”. Erano giorni in cui ai due Nardello maggiori (Francesco e Giovanni) era arrivata una proposta per suonare al pre-festival del Perarock “Back to the Caneva”. Dice Francesco: “Io e Giovanni facevamo pezzi strumentali acustici. In origine erano tutti brani di Giovanni ma poi mi sono aggiunto io e li abbiamo riarrangiati”. “Ammetto di essere quello pignolo del trio – aggiunge Giovanni, che a livello compositivo è il motore del gruppo – perché adoro divertirmi ma non transigo sulla tecnica e sulla precisione”. I due, quindi, nella ricerca di un costante miglioramento, scoprono che la soluzione ce l’hanno in casa ed è il volto e l’ugola della sorella Sara. “Io son la più giovane e fino ad allora mi limitavo ad essere la fan numero uno di mio fratello Giovanni ma non pensavo di potermi mai unire a lui, nemmeno quando iniziò a collaborare con Francesco”. Il trio nasce così, più per caso che per legami di sangue. Tre ragazzi che si completano, che trovano la loro alchimia nel mischiare i loro talenti, i loro umori, le loro passioni. Quel primo concerto al “Back to the Caneva” si rivelerà un successo. Il repertorio era composto da pochissime cover e da un buon 70% di materiale proprio. Un inizio niente male per un’intuizione nata sotto la doccia. A proposito, non vi abbiamo detto cosa c’entri tutto questo col nome. Storia vuole che Francesco stesse ascoltando “Smells like teen spirit” e l’occhio gli cadde su una crema per il corpo chiamata “Sweet poppy” e che il soprannome di Giovanni fosse da sempre “poppi”. Insomma, il mito dei Nirvana, l’omaggio al fratello e un nome trovato esattamente come lo trovò Kurt Cobain per la canzone (“Teen Spirit” era un profumo). Ciliegina sulla torta la Sara che canta mentre Freenky si doccia. Una band che nasce pulita!

Da quel momento iniziarono a macinare chilometri e ore ed ore in sala prove. Tra locali, come l’Hosteria al Gallo, e tante sagre di paese. “Non sappiamo se sia fortuna, bravura o simpatia ma da subito non abbiamo mai avuto problemi. Ci hanno sempre chiamato”. Le radici musicali del trio sono decisamente eterogenee. Giovanni “Poppi”, studia musica elettronica, Sara è l’anima super pop, Francesco spazia molto; è il piacere di far musica la sostanza vera che unisce il tutto, e la spontaneità. Poppi compone, poi lo sviluppo è di gruppo. Il primo album “Frammenti”, esce a ferragosto del 2021. “Era un disco che in qualche modo doveva uscire. Non volevamo fosse un boom per forza, ci piaceva farlo uscire perché rappresentasse i nostri primi due anni di attività e ne fosse fedele fotografia. Un disco fatto in famiglia che si sentisse fosse suonato davvero”. Oltre all’album i ragazzi hanno all’attivo anche un singolo “Frittura di pesce”, forse il loro brano migliore.

“Non abbiamo nessun dubbio: vogliamo fare questo lavoro. Ci stiamo già oggi mantenendo così.  Per strada siamo riusciti a tirar su 1300 euro in due settimane, mica male eh? Vogliamo portare avanti un progetto, una visione. Vogliamo che “Sweet Poppies” diventi un nome nel cantautorato italiano”. Hanno ragione a parlare di cantautorato perché il loro stile, almeno quello sentito finora, è classico pop italiano d’autore. Se può sembrar strano che dei ragazzi che non fanno 70 anni in tre, possano ascoltare e suonare questo genere nel 2022, forse aiuta sapere che uno dei punti di riferimento più forte dei Nardello è Ed Sheeran e allora il senso del tutto pare già più chiaro. Per ora si muovono da indipendenti e va bene così. L’album se lo son pagati suonando. Registrato da Luca Sammartin tra Produzioni Fantasma a Montecchio (lo studio dei Derozer) e il Lignum a Cittadella (studio del Teatro degli Orrori). Il master l’ha curato Tommy Bianchi.

Dopo il disco è partito un tour estivo di 9 giorni in cui hanno bruciato 2600 km sotto ai piedi. Tra Ferrara, Roma, Ostia, Napoli, Livorno… il tutto per strada e vendendo cd. “Stiamo continuando a suonare per strada ma al contempo contattiamo i festival estivi. Vogliamo fare qualcosa di più grande, vogliamo un format diverso con i coristi, la batteria, una scenografia, insomma la roba di una volta ma fatta moderna”. Live i ragazzi sono accompagnati da Filippo Bergamin al basso, quarto componente e unico extra famiglia.

Sono contagiosi i Nardello, la loro forza è la consapevolezza e la voglia enorme di farcela. Ma c’è anche un’anima molto riflessiva. Sebbene sia anch’essa indissolubilmente legata al recinto familiare. Sara si è laureata in sociologia con una tesi sulla sociologia della famiglia, ed avendo il relatore appassionato di musica, ha pensato bene di scrivere la tesi sulla sua famiglia. “La mamma suonava la chitarra, in ogni caso i nostri ascoltano un sacco di musica dei generi più diversi. Dai Gorillaz a Ramazzotti, da Tiziano Ferro fino agli articolo 31, i Blink 182 e i Modena City Ramblers! Comunque non è che andiamo sempre d’accordo eh, anche se stiamo migliorando tanto”.

Aprile 2024

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