La denuncia di “Guide Turistiche Italiane”: più che capitale della cultura sembra capitale dei mercatini.

«Più che candidata a Capitale italiana della Cultura 2024, Vicenza pare candidata ad essere Capitale dei Mercatini». La denuncia arriva da GTI-Guide Turistiche Italiane, che per voce della referente del Veneto, Silvia Graziani, solleva a nome dei soci la questione dell’invasione in pieno centro storico delle rassegne del fine settimana. «Senza dubbio favoriscono il passaggio, ma penalizzano la fruizione dei beni monumentali». Graziani va al ‘cuore’, ossia in Piazza dei Signori, dove si trovano la Loggia del Capitaniato, Monte di Pietà e la Basilica Palladiana, «per metà oscurata da teloni e quindi inaccessibile allo sguardo e a una chiara spiegazione artistica per i turisti. E’ infatti costantemente occupata da bancarelle e ripari per le esposizioni» che si stanno susseguendo dallo scorso fine settembre: vino, mercato francese, cioccolato, mostra mercato Bell’Italia, dell’antiquariato. Quest’ultima in calendario anche domenica prossima 14 novembre. Secondo GTI – invito che rivolge all’Amministrazione –  «è tempo di chiedersi che idea Vicenza vuole dare di sé, tanto più in virtù degli ingenti finanziamenti statali ricevuti per la riqualificazione urbana». E Graziani fa un passo indietro, al settembre 2020, quando fu emanata dal sindaco Francesco Rucco l’ordinanza  con cui si mettevano al bando in pieno centro fast food etnici, phone center, lavanderie fai-da-te e negozi di cosiddetta bassa qualità per valorizzare Vicenza Patrimonio Unesco. «Un controsenso se poi, oggi, poco più di un anno dopo, si cucinano le polpette all’aria aperta, rendendo Vicenza uguale a qualsiasi altra città».

GTI non è contro i mercatini, «da fare magari in altre aree, con maggior spazi – rileva –  o con una diversa periodicità, quindi minor frequenza. Tanto più che gli stranieri amano quelli settimanali, tradizionali, quindi con frutta e verdura, prodotti gastronomici non questi, uguali ovunque, in qualsiasi città». Graziani pone l’accento proprio sulla grande occasione della candidatura a Città della Cultura 2024. «Per esserne all’altezza bisogna avere una visione, non basta la ricchezza artistica e architettonica. Servono decoro e ordine. Noi non siamo contro le iniziative – la chiosa – semplicemente riteniamo serva un po’ di sobrietà e non si penalizzi un turismo culturale che, alla candidatura, darebbe ulteriore significato». 

Giugno 2023

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