Di lui avevamo già parlato qui, ed erano giorni in cui Evyrein veniva pure accusato di vilipendio per un lavoro su Meloni e Messina Denaro. Non un murales, lui non li fa, era pasted up e bombola spray. Un irriverente pastiche che non voleva dire quel che la Digos pensava, ma solamente “mostrare” in maniera pop dei riferimenti iconici della cronaca. Il punto sta qui: gli street artisti come il vicentino (di stanza a Padova) Evyrein, non sono terroristi urbani imbrattatori o militanti politici, sono artisti, appunto, che declinano il presente con la loro creatività, usando le città come tela, palcoscenico e megafono. Che facciano paura, fa un po’ ridere. Potremmo anzi definirli una sorta di vignettisti da asfalto e cemento, gente che invece di fare satira sui giornali con la matita, la fa sui muri e i marciapiedi con lo spray. Cos’è infatti la satira? È evidenziare e mettere in ridicolo passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo. E gli artisti come Evyrein questo fanno, aggiungendoci una forma di denuncia sociale, invitando la popolazione a riflettere su tematiche attuali che nella maggior parte dei casi vengono rappresentate nella loro semplicità, proprio per trasmettere un messaggio in modo chiaro e diretto. E così quando poche settimane fa è comparsa una fiammeggiante Uma Turman nei panni di Beatrix Kiddo che diventa Fleximan, la solita critica “di pancia” ha interpretato il nuovo lavoro di Evyrein come un sostegno al vandalo degli autovelox. Ma non è così.
“Con queste opere cerco solo di rappresentare i fatti quotidiani in chiave satirica e provocatoria senza mai entrare in messaggi politici”, ci dice l’artista. Già perché di questi tempi (miseri al quanto) il grado di suscettibilità e permalosità delle istituzioni è a livelli parossistici. Mica è una novità, chi ha un pò di grigio tra i capelli ricorderà quando MassimO D’Alema querelò Forattini, dimostrandosi, come dire, poco sportivo, mentre il divo Andreotti si guardava bene da certe reazioni perché l’adagio era “basta che se ne parli”. A proposito di politici, com’è finita col reato di vilipendio? “Alla fine è uscito fuori che il fatto non sussiste e finita lì. Da allora basta casini con la legge. Pensa che addirittura mi ha scritto la Digos dicendo “belli, bravo!”.
Siamo in una realtà surreale e sfasata, dove il gossip supera la cronaca e i fatti sono slegati dalla loro veridicità. Prendiamo il caso Ferragni. Evyrein fiuta l’onda, la ritrae con l’inseparabile marito tatuato, con un pandoro a mo’ di borsetta e ci scrive sopra “attenzione pickpocket” che è il segnale di allarme lanciato dai cittadini per i turisti ignari della presenza di un borseggiatore. Risultato? In un solo giorno arrivano 6 mila follower su instagram, tanti quanti ne aveva tirati su in 4 anni. Potere delle chiacchiere da parrucchiera.
Altra icona pop finita sui muri di Padova è Vittorione Sgarbi, ormai macchietta di se stesso, fresco di dimissioni. “Sgarbi ad esempio mi è stato rimosso da instragram perché considerato bullismo, era sfottò di un politico. Mah. Sarà. Rimane il fatto che tutte le mie opere sono facilmente rimuovibili dai muri però ad oggi (almeno fino a ieri) Sgarbi è ancora lì, in centro a Padova davanti a un liceo.
Ma come va, in questo vortice di giudizi e pregiudizi, la street art oggi se non sei Banksy? “Sta andando molto bene, personalmente ho un grande riscontro soprattutto dopo pickpocket e son contento. La cosa però ancora incomprensibile è che le robe mie sono poster art ma vengono comunque considerate imbrattamento. Aggiungi poi l’aggravante di cosa vai a fare. Secondo me la situa ancora è pesante a Vicenza e Verona, mentre a Padova va un po’ meglio e Bologna addirittura è un’isola felice”. Proprio a Bologna il nostro non poteva esimersi dal commentare da par suo il tema del momento: i 30 all’ora in città. “Ho fatto il sindaco vestito da sbirro che raccoglie le multe e fa cassa. Ovviamente è andata bene. Città ideale per queste cose”.
La street art riqualifica e abbellisce il territorio. Il lavoro dei tanti Evyrein delle nostre città è pop, warholiano, migliora i palazzi, porta ironia, dissacra. A chi parla di imbrattamento, consigliamo una lunga riflessione sul degrado e sulla distanza sempre più siderale tra certa politica e i temi concreti, sapendo che, chi parla di imbrattamento, rimarrà della sua opinione, lontano dalla realtà, a distanza siderale.