Confondere arte con imbrattamento è un serio problema culturale più che politico.

Un albero d’oro che parte mettendo radici negli uffici del comune in piazza Biade e poi si apre, cresce e si sviluppa maestoso nella piazza, simboleggiando l’economia vicentina e una speranza per un futuro radioso. Tutto bellissimo? No, per qualcuno è “Un gesto da condannare che deturpa un luogo pubblico creando un danno per l’intera collettività”. Questo qualcuno è il primo cittadino che deplora senza mezze misure il gravissimo fatto.

Ora, che un’opera di street art, assolutamente rimovibile, rechi un danno peggiore dell’obbrobrio alpino che troneggia davanti alla stazione, è un concetto che troviamo di difficile comprensione. Che non si capisca che avere un’artista molto importante come Freak Of Nature, la cui azione viene apprezzata moltissimo dagli ambienti culturali di tutta la regione e oltre, è un privilegio e non un problema, è sinceramente incomprensibile. La città è deludente, c’è poco da fare. Parliamo di un’artista che era anche stata chiamata per fare ViOff, perché evidentemente non tutti nell’amministrazione pensano sia un pericoloso imbrattatore. Parliamo di una persona che non lede nessuno, e le denunce contro ignoti di certo non hanno nessun senso e non portano da nessuna parte. L’opera in questione era molto bella, era da “usare”, da parte dell’amministrazione, come vanto, e invece è diventata un’onta. Vedere gente con trementina e paglietta ripulire la piazza dall’albero d’oro è stata scenetta piuttosto surreale.

Bastava dell’acqua, semplice e banale acqua, come sempre in ogni lavoro di Freak Of Nature che dice “l’albero d’oro simboleggiava una città che può e deve splendere, peccato non sia stato capito”. Capire l’arte contemporanea non è per forza facile e banale, ma capire che un gesto come questo non sia ledere la cittadinanza dovrebbe essere il minimo. Una città che voleva essere capitale della cultura deve per forza interrogarsi sul posto che la cultura occupa nella comunità e quel posto deve essere allargato, condiviso, liberato da ogni steccato ideologico e moralista. La programmazione culturale a Vicenza manca da troppo, davvero troppo tempo. Si va avanti per spot, per “eventi” (parola abusata indecorosamente) per piccoli passi in sempre più piccoli spazi. Poco conta che qualcuno della maggioranza abbia chiamato l’artista complimentandosi e dissociandosi dalle dichiarazioni del Sindaco, rimane evidente la sensazione di inadeguatezza rispetto alla realtà. Non è una questione politica, è proprio una questione culturale. Vicenza e la sua provincia, rappresentano un mondo di enorme creatività e fermento, dalla musica all’arte, dal teatro alla letteratura, e queste risorse vanno ascoltate, aiutate, messe in rete. La primavera intanto, tarda ad arrivare.

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