Il mio nome è Paolo Rossi.
Impossibile spiegare razionalmente il legame tra Paolo Rossi e Vicenza? Ha vinto un mondiale con la maglia della Nazionale, campionati e coppe con altri colori sociali importanti. E’ nato a Prato. Eppure rimane sempre Paolo Rossi da Vicenza.
Nel mondo è ricordato così. Lui stesso si sentiva di Vicenza. E così Vicenza ama ricordarlo. E celebrarlo.
Solo l’amore può spiegare tutto ciò. Per il calciatore col sorriso, per il campione umile. Per l’uomo semplice e gentile.
Millecinquecento metri quadrati d’amore. 25 metri di larghezza per 60 di altezza. Sono forse queste misure che rendono la misura di quanto sia grande quel cuore biancorosso che non smette di battere per Pablito.
Campeggerà, si spera entro la fine del 2023, l’omaggio della città a Pablito sulla torre Everest in via Torino. Una grande opera di street art che lo raffigura, autore Edorado Kobra.
E’ stato presentato il progetto di riqualificazione dello storico edificio di via Torino. Un nuovo regalo di Rossi alla città. C’è in tutti la convinzione che il progetto di opera d’arte dedicato al campione e chiamato appunto “Il mio nome è Paolo Rossi”, ideato dall’associazione culturale Wallabe, presentato giovedì 7 aprile in Sala Stucchi a Palazzo Trissino porti nuovo turismo in città.
In realtà l’opera, che sarà realizzata dall’artista brasiliano Eduardo Kobra e dal suo team, resta top secret. Ci sono già degli sponsor come Agsm Aim, Artel, Aic – Associazione italiana calciatori, L.R. Vicenza. Ma ne serviranno ancora tanti. Il costo finale del progetto rimane sconosciuto, ma almeno metà del denaro necessario è ancora da trovare. Allo scopo è stato avviato sulla piattaforma “Ulule” un crowdfunding, un finanziamento popolare, che va alla caccia di 60 mila euro. Almeno.
Il sindaco Francesco Rucco però non ha dubbi: «Paolo è sempre in cima ai pensieri di tutti e vogliamo riportarlo al centro dell’attenzione. Il murale sarà un punto di riferimento su una zona della città che è molto cambiata”.
Servirà il massimo impegno di tutti per dare un segnale a Paolo e alla sua famiglia. Serviranno fatti (donazioni) e non solo chiacchiere.
Della bontà del progetto è convinta anche la consigliera comunale Caterina Soprana che ha condiviso l’idea di Wallabe con la giunta e si è adoperata per trovare le condizioni per promuoverla. «Questa è una nuova testimonianza d’affetto per l’uomo e il campione anche se non sono mai abbastanza. Però è anche una grande occasione per la città. Kobra firmerà un’opera di primaria importanza, si tratta di uno dei maggiori street artist che ci siano al mondo. Paolo, simbolo della capacità di rimanere umili nonostante i grandi successi, diventerà simbolo di una rigenerazione urbana di un’area degradata che genererà un’attrazione turistica”.
E Federica Sansoni di Wallabe la mette proprio sull’amarcord: «Si tratta di un progetto che unisce arte e sport per celebrare una delle icone indiscusse del calcio italiano. Non è casuale che l’opera sia portata a termine da un artista brasiliano: un “avversario” che ha sofferto dolore vero per la sconfitta dell’82 per che renderà omaggio a Paolo con rispetto. Si chiude un cerchio dopo quella tripletta al Brasile nell’82. Rossi è icona del riscatto e simbolo di resilienza, come la torre Everest che ora ha bisogno di risorgere”.
Emozionata la moglie di Rossi, Federica Cappelletti: «Eduardo Kobra è un artista che mi piace tanto. Con le bambine ci siamo spinte in cima a una cava di marmo a Carrara, dove l’artista brasiliano ha realizzato il bellissimo volto del David di Michelangelo. Provo un grande piacere pensare che l’artista abbia scelto di fare questa opera in onore di mio marito. Sarà un riferimento per molti giovani che avranno il desiderio di realizzare il loro sogno: calcistico, sportivo o di vita che sia, e che in Paolo troveranno un’ispirazione”.