Al TCVi non solo Godot. Miserie e Preziosi per l’ordine teatrale.

Michelangelo Pistoletto, il decano gentiluomo dell’arte contemporanea italiana (per onorevolissimi traguardi d’età, bontà sua), irrompe nel Teatro Comunale di Vicenza per il primo appuntamento della nuova stagione alla sezione “prosa”, firmando le scene di “Aspettando Re Lear”. Una doppia serata, martedì 21 e mercoledì 22 novembre dalle 20.45 in Sala Maggiore, per l’adattamento del testo shakespeariano operato da Tommaso Mattei, che Alessandro Preziosi firma nella regia, oltre che nell’interpretazione. Annalisa Carrara, consulente del TCVi ha selezionato ben otto spettacoli per la Sala Maggiore e cinque per il Ridotto, dove la drammaturgia viene rivisitata con l’originalità del nuovo, senza perdere il ruolo importante che determinati testi, o temi, hanno offerto alla cultura da manuale. Dopo Re Lear, arriveranno un “Arlecchino?” con Pennacchi, “Pensaci, Giacomino!” di Pirandello. Come già avviene per il pubblico della danza, anche la prosa ci farà crescere con gli approfondimenti che precedono lo spettacolo. Per questo il Ridotto aspetterà Re Lear con Antonio Di Lorenzo, intento a svelare l’adattamento operato da Tommaso Mattei. Nel frattempo, un moto di follia percorre la terra. Oggi, forse più di ieri e dell’altro ieri. In questi momenti ammantati d’ombra, uno come Lear torna, egli che possiede il curricolo per parlare di noi, che nella società di oggi la bussola l’abbiamo un po’ persa, indolentemente collocati in un’epoca di vorticosi cambiamenti (dalla tecnologia, ai confini, alla stabilità più in generale).
E quindi, penserete, che c’entra Godot? Ad una prima disamina, per la verità, molto. Se pensiamo a Beckett che scrisse il suo celebre testo nel contesto del rischio di una guerra post atomica, con il putridume della guerra ancora fumante, forse sarà più diretto il confronto tra il XVII secolo e le vicende del Secolo Breve. A risentirne saranno proprio i valori di un mondo fatiscente, il nulla assoluto nei discorsi del re, come in quelli proposti dal teatro dell’assurdo di Beckett, nell’inutile attesa di chi mai arriva. Per un gioco al rilancio, lo spettacolo al Comunale si alimenta dell’opera di un artista come Pistoletto, che di associazioni paradossali se ne intende, il maestro dell’Arte Povera che officia la comunione tra gli stracci e le veneri. E perché no, rimpasta l’estetica dei bamboccianti e della miseria che porta con sé la fede che ha percorso i migliori risultati dell’arte europea dalla Controriforma. Figlio di una lunghissima tradizione di contemporanei prestati all’allestimento, Pistoletto è il nostro decano, entrando persino in relazione con le opere sacre del Prado di Madrid.

Il Lear interpretato da Preziosi con Nando Paone (Gloster), Roberto Manzi (Kent), Federica Fresco (nel doppio ruolo di Cordelia e il Fool), Valerio Ameli (Edgar), sulle musiche di Giacomo Vezzani, nella nuova produzione Pato srl – Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale, conterrà temi complessi, come l’annoso rapporto padre-figlio, la relazione Uomo- Natura e, con buona pace delle nonne, la perdita dei valori. Un atto unico che fluttua nel caos e nella follia, nel potere che logora anche chi ce l’ha, nel solipsismo che vuota l’uomo, come un tarlo scava nel noce. Con i costumi sostenibili realizzati dal collettivo Fashion B.E.S.T., Pistoletto recinta il suo ordine universale, celebrando l’arte totale ad uso di palcoscenico, quasi per paradosso, visti i temi trattati dal testo. Ritorna il “Terzo Paradiso”, un’umanità in connessione equilibrata tra artificio e natura, che il maestro piemontese amministra in vari luoghi della terra, col gesto taumaturgico dell’arte. “L’uomo deve cercare di non essere debitore alla Natura di ciò che indossa”, dichiara Preziosi, rimandando al valore della “nudità per ritrovare sé stesso”. Il re è nudo, e lo vedranno tutti, schiacciato dal peso della corona e del disastro, di sé come genitore, nel tramonto della propria esistenza, vecchio dittatore di uomini e di figlie. L’umanità frana, il re vecchio è caduto. La vanità e la solitudine lo faranno eclissare nell’oblio, come un qualunque influencer di oggi, malato di effimero.

Biglietti e abbonamenti: in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (Viale Mazzini, 39) aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15, oppure al telefono, chiamando lo 0444 324442 nei giorni di apertura della biglietteria dalle 16.00 alle 18.00; oppure online su www.tcvi.it . Sono previsti sconti e promozioni. È possibile comprare i biglietti e gli abbonamenti anche tramite 18App e Carta
del docente.

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