«Cittadinanza onoraria al maestro Iván Fischer per l’esemplare affezione ed interessamento verso la città di Vicenza, testimoniata attraverso il Festival da lui organizzato, con cui da anni dà lustro e prestigio alla nostra città, valorizzandone il patrimonio storico, artistico e culturale in Italia e all’estero».
Con questa motivazione la giunta ha inoltrato al consiglio comunale la proposta di conferire al grande direttore d’orchestra ungherese il titolo di cittadino onorario di Vicenza. «Dopo András Schiff – è il commento del sindaco Giacomo Possamai – proponiamo per questo titolo un altro artista di caratura mondiale. È il nostro riconoscimento per il legame particolare che Fischer ha stretto con Vicenza e soprattutto con il Teatro Olimpico. Proprio all’Olimpico, certi del pieno accoglimento della proposta da parte dell’intero consiglio comunale, contiamo di organizzare a fine mese la cerimonia di consegna della cittadinanza nell’ambito del prestigioso Vicenza Opera Festival, da lui stesso fondato nel 2018. Per Iván Fischer, fra i più celebrati e colti direttori d’orchestra dei nostri giorni, l’Olimpico è il teatro più bello al mondo. La cittadinanza onoraria sarà un’ulteriore occasione di valorizzazione e promozione del nostro splendido monumento».
In Fischer nasce proprio dall’amore per il Teatro Olimpico l’ispirazione per ambientare nel gioiello palladiano un piccolo-grande festival che dal 2018 mette al centro della programmazione un capolavoro operistico e dà spazio al suono della Budapest Festival Orchestra, annoverata tra le 10 migliori compagini sinfoniche del mondo. Con la partecipazione di acclamate voci del panorama lirico, Vicenza Opera Festival è sostenuto da un Circle of Friends internazionale ed è realizzato dalla Società del Quartetto in collaborazione con il Comune di Vicenza.
Ma i motivi per cui questa onorificenza è un vanto per la città sono molti in realtà. Fischer è legato a Vicenza per quanto fatto qui ma è Vicenza che si omaggia da sé fregiandosi di questo illustre nuovo cittadino. Fischer è uno dei fondatori della Mahler Society ungherese e patrono della British Kodály Academy. Ha ricevuto il Golden Medal Award dal Presidente dell’Ungheria e il Crystal Award dal World Economic Forum per i suoi servizi atti ad aiutare le relazioni culturali internazionali. Uomo di relazioni quindi, che in un’intervista a “Le salon musical” ha dichiarato: “Un compositore, come tutti gli artisti, è interessato all’animo umano e all’universo. I leader della società e della politica preferiscono dare risposte facili, ma, come la storia ci insegna, queste si rivelano complesse e paradossali. A volte la politica può essere pericolosa e in questo caso è bene che gli artisti rammentino alle persone valori fondamentali come la tolleranza o la pace”. Un atteggiamento, il suo, da vero umanitario, a differenza di certe posizioni ottuse di András Schiff che si rifiuta da anni di dirigere Wagner e Richard Strauss per motivi ideologici. Abbiamo bisogno di menti aperte, di coltivazione orizzontale, di cultura divulgata senza barriere, e la vita ed il lavoro di Fischer sono il miglior viatico per presentare Vicenza come città dell’accoglienza intellettuale.