L’Ero(t)ica Impresa, rappresentata dalla compagnia “La Colombara” di Breganze, andata in scena a Montecchio Maggiore durante il ciclo “Teatro in giardino”, ha riproposto un genere ormai dimenticato. Un’ultima piacevole resistenza al teatro concettuale, a volte confuso, spesso autoreferenziale, dove se non capisci è colpa tua e mai di chi è sul palco.
Nessuna danza espressiva, nessuna maschera bianca con vestito nero, nessun movimento contorto. Solo battute genuine e umorismo giocoso, come è la tradizione comica che ci appartiene. E che il teatro della Colombara venga dalla tradizione, con quasi trent’anni di teatro in dialetto, non passa certo inosservato, complici gli accenti e certe licenze venete nelle battute. Tuttavia il tentativo di mettersi in gioco con un testo in italiano, leggero e fresco è pienamente riuscito.
È lo stesso regista Nicola Pegoraro a spiegare le origini storiche di questa vicenda, chiamata “il più grande scandalo del Medioevo”, in cui il principe Gonzaga dovette provare di essere “prestante” in ambito “matrimoniale” prima di poter sposare una discendente dei Medici. Ad essere sincero però, la scrittura amatoriale non è riuscita a trasmettere pienamente la “realtà” di questa storia, che solo dopo una spiegazione posteriore ha smentito la mia convinzione di essere pura fantasia. Forse è per questa carenza che il copione è stato infarcito di dati storici e nomi pedissequamente completi, ma questa pretesa ha reso un po’ forzate e inverosimili certe situazioni: quale servo ripeterebbe per intero il nome di un nobile e la sua casata ad un principe doppiamente più istruito?
Alla simpatia di un teatro amatoriale però si perdona questo ed altro, soprattutto se il pubblico ride e applaude per ben due inchini. Certo l’età media degli spettatori -come in tutte le iniziative di questo genere- non era proprio under 50, eppure a compensare c’erano cinque esordienti molto giovani, entrati da poco nel mondo del teatro.
La pandemia ha fatto sciogliere molte compagnie. Nuovi attori giovanissimi si sono presentati sul palco di Montecchio, tanto slanciati sul palco quanto informali e senza vanità degli attori di provincia. È incredibile che le prove di questo spettacolo siano iniziate sulle piattaforme di comunicazione online, senza potersi toccare o muovere in uno spazio fisicamente reale. Ed è ancora più incredibile che questi neofiti abbiano tratto del buono da questa modalità, concentrandosi sull’introspezione e sull’analisi del proprio personaggio, per poi arrivare alle prove libere con dei ruoli modellati su misura. Questo spettacolo ha restituito molta fiducia, in un tempo di registi spocchiosi e megalomani che hanno relegato l’amatoriale al ruolo di “recita”. Rimane un’ultima considerazione per questo spettacolo: non abbia paura di essere amatoriale, perché è riuscito benissimo nella sua genuinità.
VALDAGNO: LA STAGIONE TEATRALE 2024-2025 DEL CINEMA SUPER
Al nastro di partenza la Stagione Teatrale 2024/2025 di Valdagno organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Valdagno in collaborazione con