Negli anni ottanta lo chiamavano “Manhattan”. Parliamo di Viale Milano, Quartiere concepito, di fatto, negli anni cinquanta, doveva rappresentare il lato moderno di Vicenza, a due passi dalla stazione e attaccato al centro storico. In realtà la zona nacque tenendo conto esclusivamente di spinte economiche, produttive, e di sfruttamento del territorio. I progetti badavano piuttosto alla funzionalità e ai costi, la bellezza non era un valore e bastava il vetro-cemento per dare un tocco di modernità. E’ il problema storico di Vicenza, città bellissima le cui nuove periferie, sorte in gran parte nel dopoguerra, trasmettono incuranza del contesto. Oggi come oggi, i problemi della zona sono molti e dettagliati.
Iniziamo dalla vendita e dal consumo di droga, soprattutto negli androni degli edifici e nelle corti private. Il piccolo spaccio è facilitato dalla vicinanza con le scuole e con Campo Marzo. Non si tratta di veri e propri reati contro la persona (Vicenza negli ultimi anni da 3za è passata a 17esima nelle classifiche) ma di microcriminalità diffusa. La zona di Via Firenze in particolare è percepita come insicura perché stranieri stanno costantemente sulla strada durante tutto il giorno. Si parla qui più di degrado che di sicurezza, ma comunque una percezione di insicurezza c’è e soprattutto di notte, il che porta ad una sensazione di disagio. Non basta un’azione esclusivamente poliziesca, anche perché la percezione è che la polizia locale si veda solo quando succede qualcosa. I cittadini sono particolarmente arrabbiati dalla rappresentazione mediatica della zona che non è diversa da tante altre, non ci sono episodi di violenza particolari, ma le poche volte che succede qualcosa ecco che subito viene citato come un quartiere terribile, diminuendo così tra l’altro il valore degli immobili. Il punto è che il quartiere manca di una collocazione precisa in città, pur avendo una connotazione e un’identità forte. Oggi è una zona multietnica ma a bassissimo grado di integrazione. Un piccolo mondo dentro la città. Serve quindi assolutamente una visione strategica.
Dal punto di vista del traffico, si denota un problema sia per l’attraversamento pedonale che per la circolazione in bicicletta. C’è poi la questione pulizia strade, con marciapiedi fatiscenti e piastrelle che saltano. L’illuminazione è insufficiente ed il buio spesso dominante non aiuta certo. Mancano spazi per bambini e ragazzi. Servirebbero anche più appartamenti per studenti. E poi c’è il tema commercio. Con rare eccezioni, ma mancano le ragioni per venire e rimanere nel quartiere, soprattutto di sera e al sabato poi, chiude praticamente tutto. In sintesi, il quartiere tutto ha bisogno urgente di una nuova visione e di interventi pratici per farne parte integrante della città e non enclave di degrado.
Progetto Scintille
Il Progetto Scintille è un comitato cittadino attivo nel quartiere, supportato da ALDA e PAMPAS. Da marzo 2019 si è avviato un processo partecipativo che ha coinvolto fino a 300 persone. Il comitato è ancora esistente ed attivo come “spazio comunità”. Il progetto Scintille ha proposto la definizione di un protocollo con il comune nel 2020 (referente l’allora assessore Tosetto) ma nulla si è mai concretizzato nonostante i solleciti. Si è comunque arrivati ad una definizione di progetti concreti che sono stati proposti all’amministrazione. Ad oggi ancora 60 persone attive su gruppo Whatsapp, si sono trovate a natale per auguri e si ritrovano come spazio sociale e rimangono attivabili in attesa di un interlocutore nell’amministrazione.