Torna alla ribalta il celebre artista arzignanese Andrea Bianconi, già noto per aver realizzato le poltrone recanti la scritta “Sit Down To Have An Idea” posizionate in molti luoghi simbolo in Italia e nel mondo.
Di questi giorni è la pubblicazione del suo libro “Manuale per esercitare la propria stupidità” (a cura di Luca Fiore). Per capire di cosa si tratta pubblichiamo la recensione ed alcune delle 50 tavole presenti nella pubblicazione. Le restanti le trovate nella sua esilarante opera.
Un libro d’artista in 50 tavole, che sono altrettante azioni, ispirate a un unico principio: la volontà di esercitare la propria stupidità. La nuova opera di Andrea Bianconi.
“Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile.” Questa frase di Woody Allen sembra adatta a introdurre il progetto editoriale dell’artista Andrea Bianconi, curato dal critico Luca Fiore: Manuale per esercitare la propria stupidità. Non un “libro” perché non ci sono vere e proprie pagine da sfogliare, ma disegni da leggere e idee da praticare. Il formato – quello cartolina, rilegato con spirale – permette di appoggiarlo su un tavolo come un’opera d’arte, di quelle provocatorie e fuori dagli schemi cui ci ha abituati Bianconi artista e performer.
E di certo il “metodo Bianconi” è una provocazione, già a partire dall’introduzione: una lista di consigli che non sono dieci come di solito ci si aspetta, ma solo sei, né più né meno, e leggendoli bene, non sono nemmeno consigli perché passano dall’esortazione all’evidenza di alcune situazioni. Ma ci si potrà prendere la libertà di stortare anche la forma della classica “Introduzione” in questo “libro”?
Pare di sì, sfogliandolo, perché il diritto di essere, fare e pensare “stupido” emerge qui come uno spazio di libertà, come la sospensione di un obbligo a pensare sempre e comunque a soluzioni pragmatiche, ad azioni precise e conseguenze altrettanto positive e prevedibili. Cosa accade se soffiamo verso un bicchiere poggiato su un tavolo? Se ci facciamo le linguacce allo specchio? Se proviamo a spostare un muro della nostra casa con la forza delle nostre braccia? Se abbaiamo a un cane quando lo incontriamo? Bianconi invita a prendersi il tempo, e la pazienza (uno dei consigli riguarda proprio il potere della pazienza e della determinazione a ripetere senza scoraggiarsi) per far qualcosa che è stupido, ciò libero dalla zavorra dell’utile e del proficuo, del ragguardevole e dell’ammiccante. Di fare qualcosa per cui nessuno può giudicarci se non per quel che siamo in quel momento: degli stupidi, determinati ad esserlo che però vogliono dedicarsi a sé stessi. Con tenacia, pazienza e determinazione.
Il risultato di questa ricerca, che si materializza in straordinari disegni, è ben descritto, e sintetizzato da Luca Fiore, giornalista, critico d’arte che ha curato questo “libro” e che ha risposto con brio e brillantezza alle domande di Bianconi (i due si sono scambiati i ruoli durante un’intervista disponibile qui:
https://www.skira.net/il-metodo-bianconi-unintervista-diversa-dal-solito/). Dice Fiore a Bianconi, interrogato sull’esito di questo volume: “Di Bruce Nauman hai la radicalità, la volontà di imparare a stare al mondo con l’innocenza di chi è appena nato. Di Mel Brooks hai lo spirito demenziale e tragico. A vedere alcuni tuoi disegni ci si commuove”. “Manuale per esercitare la propria stupidità” di Andrea Bianconi è una raccolta di disegni – continua Fiore – che descrivono azioni che a nessuna persona razionale verrebbe in mente di fare. “Abbaiare come un cane in presenza di un cane”, “Prendere uno scatolone vuoto e metterselo in testa”, “Supplicare una porta di aprirsi”, “Guardare l’arcobaleno insieme a un daltonico”. Avrebbe potuto intitolarsi “Cinquanta cose da fare invece di discutere di Covid” oppure “Fermati! Non commentare quel post su Facebook”. È un libro, cioè, per esercitare quella parte dell’intelligenza che, soprattutto in questi ultimi anni, siamo stati sempre
più disabituati a utilizzare. La riduzione della razionalità a processo puramente logico o a negazione sistematica di ciò che riteniamo essere l’opinione dominante sta contribuendo non solo al crollo della fiducia nelle persone e nelle istituzioni, ma anche a un clima crescente di aggressività. Questo libro sembra suggerire, in modo paradossale, una backdoor alla conoscenza che spalanchi, attraverso la poesia, una dimensione in cui è possibile trattare se stessi e il mondo in modo più umano. Potrebbe sembrare un obiettivo pretenzioso di per sé, figuriamoci per un libro un po’ folle come questo. Ma l’arte di Andrea Bianconi è così: attraverso segni e gesti in apparenza infantili riesce ad aprire fessure nella cappa di non senso dentro cui spesso ci autorecludiamo”.
Alla fine delle 50 tavole emerge nitido il “metodo Bianconi” per affrontare la vita. È un metodo, non è un libro di istruzioni, avverte l’autore. E un metodo lascia la libertà a ciascuno di interpretarlo. Perché quel che conta è sospendere non tanto il senso ma la strenua ricerca del senso, prendersi una pausa, entrare in una giornata di sole o grigia-grigia dalla porta maestra della fantasia e della leggerezza.
Al seguente link potrete guardare l’intervista fatta all’autore Arzignanese Andrea Bianconi, sulla sua recente opera “Manuale per esercitare la propria stupidità”
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