La scuola innanzitutto. Come luogo, come formazione, come periodo di vita. Una scuola che da tantissimo tempo diciamo in crisi, in cerca della riforma perfetta.
E intanto il paese cresce peggio, leggendo meno e dimostrando una pericolosa deriva di ignoranza e analfabetismo di ritorno.
La scuola non può non avere colpe in questo. Ma di che scuola stiamo parlando? Quando uno studente pensa alla scuola possono affiorare sentimenti come lo stress, la desolazione, la tristezza. La scuola dovrebbe invece essere un luogo ambito e piacevole. Fin dalla tenera età. La storia di Valentina Cacco e di Edukatù parte da questi ragionamenti e termina con un esempio di una nuova scuola possibile che sta per nascere a Vicenza. Ne parliamo con Valentina, musicista ed insegnante.
“L’idea nasce nel 2020 a fine estate. Mi rendo conto che lavorando a scuola respiro una certa insoddisfazione da parte di tutti i soggetti coinvolti. Studenti, insegnanti, collaboratori, impiegati, famiglie…. E avendo un’esperienza ormai di 10 anni (al tempo ero alla Giuriolo ma ho sempre insegnato musica alle medie) il malessere inizia a pesarmi. Lo colgo e me lo porto addosso. Inizio a farmi delle domande. Sento che devo fare qualcosa. Anche al parco giochi inizio a parlarne con le altre mamme che hanno figli alle elementari o al liceo, non solo alle medie. E mi dicono la stessa cose. Pure loro sentono sconforto crescente e sempre meno fiducia. A quel punto mi viene in mente di proporre un sondaggio online su facebook in cui chiedo quale scuola ideale uno desidererebbe: con che materie, con che spazi, con che dinamiche, con che insegnanti. Partecipano al sondaggio più di 200 persone e si crea una sorta di gruppo con cui inizio ad avere incontri online. Posso dire sia in quel momento, di fatto, che nasce Edukatù.
Nasce l’idea della scuola individuale”.
Di “scuole parentali” si parla ancora poco, ma sempre più famiglie tendono ad avvicinarsi a questa scelta possibile sancita dalla Costituzione. Il termine “parentale” indica una forma di organizzazione e di proposta educativa che parte dalla volontà e dalle riflessioni dei genitori e soprattutto di quelle madri e di quei padri che cercano una vera e propria alternativa alla scuola statale. Consiste in un gruppo di adulti che si riuniscono e mettono in piedi un progetto, in una dimensione comunitaria. È una scelta che non si fa individualmente, ma prevede un nucleo di persone in grado di identificare e di mettere su carta un progetto educativo con una identità, al quale si possono aggregare altre famiglie. A questo gruppo possono aderire educatori. In molti casi l’iniziativa è però dei genitori. È un fenomeno molto vario e sta crescendo: non tutte le scuole parentali sono uguali, ognuna è profondamente caratterizzata dalle persone che vi partecipano.
“All’epoca c’ero solo io che scrivevo il progetto e poi lo presentavo in giro nei parco giochi dove cercavo location per dare vita a questa scuola. Ho iniziato a tenere dei corsi per consapevolizzare sui temi che la scuola parentale pone. Quindi comunicazione empatica, o come prendere decisioni condivise. Ho fatto colloqui per possibili facilitatori (non insegnanti): persone che accompagnano i bambini nel porre domande e nell’aiutarli a trovare le risposte. Una scuola fatta su misura. Il tutto fino a settembre 2021, periodo in cui si è formato un gruppo di 6 persone che si erano catalizzate o provenendo dai colloqui o dai corsi. Il sogno da individuale è diventato collettivo. Era l’otto settembre 2021. Queste sei persone hanno integrato il sogno che io avevo condiviso con loro e l’hanno arricchito: lì è nato Edukatù”.
Cos’è Edukatu? È una casa dove si apprende in modo spontaneo, libero, esperienziale. Si toccano i concetti con le mani e si vivono. “Si esce all’aperto – prosegue Valentina – è una scuola di vita. Solo quando attivi le emozioni l’apprendimento è autentico e duraturo. Si accolgono i bambini nella loro unicità; le famiglie vanno anch’esse accompagnate, visto che questa scuola è un percorso genitoriale. Si sviluppa sul territorio, è un luogo aperto, porteremo i bambini nei mercati, nelle biblioteche, nei museo, al lago di Fimon, perché vogliamo che i ragazzi vivano davvero le esperienze. I bambini stanno tutti insieme, non sono suddivisi per età, quindi ne abbiamo di 6, 7 e 8 che interagiscono. Si creano conflitti, a volte, ma questo è importantissimo per crescere perché essere accompagnati anche nel capire cos’è un conflitto è fondamentale. L’ambiente e lo spazio sono allestiti in modo tale che il bambino può scegliere cosa imparare, quando e come. Sono proposte tutte le materie dislocate nello spazio. In una stanza puoi avere grammatica, matematica e musica insieme, ognuna nel suo angolo specifico. Il bambino sceglie dove andare e là trova materiali di vari livelli: decide lui a che livello posizionarsi: non in base all’età ma all’esperienza che ha. Apprendimento autodiretto. Si impara quando voglio imparare, quando c’è la motivazione. Se invece io insegnante, dall’alto della mia autorità, decido che oggi imparerai le frazioni non è detto che poi questo accada. Si useranno diversi mezzi: giochi, libri, dispositivi digitali, canali uditivi, cinestetici… eccetera. Le emozioni sono una parte fondamentale nell’apprendimento. Anzi. Sono tutto. Noi siamo emozioni. Il facilitatore è una figura chiave, formata e destrutturata. Il bambino può sbagliare e il facilitatore è un servente del sapere. Non del bambino”.
Non sono novità rivoluzionarie quelle di Edukatù, perché vengono da molti esempi di scuole uguali o simili in l’Europa. Esperienze che hanno portato ad un nuovo approccio soprattutto nella scuola dell’infanzia e che hanno dato ottimi risultati. Il punto è uscire dagli schemi classici e capire che ci sono altre vie per favorire la conoscenza ai bambini rispetto al solito “insegnamento”. L’adulto deve capire la zona di prossimità del bambino, spingere un po’ in avanti e fargli una piccola proposta che sia accettata giusto con un po’ di sforzo.
“Ad Edukatù la giornata inizia con il “come stai?”, tutti in cerchio e poi con “cosa ti interessa fare oggi?” e da queste proposte nasce l’attività delle prime ore; poi c’è un’attività proposta dal facilitatore. A fine anno si svolge un esame (come da statuto delle scuole parentali) di idoneità per provare che i genitori hanno assolto il loro obbligo di fornire istruzione ai figli. Quello che si instaura è un forte legame scuola/famiglia. Vogliamo sia un rapporto attivo che ci permetta di confrontarci sempre e faccia capire alle famiglie che noi ci siamo costantemente”.
Edukatù inaugura la sua attività il 12 di settembre Settembre 12 nel meraviglioso spazio di villa Squarzi (villa palladiana) in Riviera Berica, immersa in un parco. Per info sugli open day consultare la pagina facebook. Le iscrizioni sono aperte.
Mail: edukatu.vicenza@gmail.com