A Vicenza abbiamo appena assistito ad una cosa difficilmente spiegabile. Il Sindaco, Francesco Rucco, che si definisce “civico”, ha tolto le deleghe all’assessore al sociale Matteo Tosetto, da poco uscito da Forza Italia. Tutto legittimo, per carità. Ma ci sono dei passaggi che è utile sottolineare per mettere in evidenza quanto la cultura e l’importanza del sociale in politica sia ormai solo uno sbiadito ricordo.
Il Sindaco, nello sfiduciare Tosetto, ha dichiarato che non c’è un giudizio negativo sull’operato dell’ormai ex-assessore. Chiunque conosca il mondo del sociale sa quanto è complicato e quanto sia necessario del tempo per muoversi in modo efficace e positivo. Tra associazioni, persone bisognose e famiglie con problemi si può dire sia un ginepraio di complicazioni. Quando nel sociale un assessore non sbaglia, sta già facendo un ottimo lavoro, perché il lavoro sociale non si vede, l’obiettivo dell’operare è che tutto sia normale. Il Sindaco ha tolto le deleghe a quello che ormai è un assessore esperto che nel corso degli anni ha costruito relazioni importanti per darle a qualcuno che, almeno sulla carta, conosce il sociale solo come una voce di spesa. Purtroppo a Vicenza assessori al sociale maltrattati, defenestrati o non riconfermati ce ne sono stati diversi. Escludendo l’incapacità, ci sono due motivi principali per cui succede:
1) il contesto: assessori che non sapevano cosa volesse dire guardare in faccia la sofferenza e il disagio e si sono ritrovati catapultati in una situazione che mai avrebbero immaginato e quasi sempre ne sono stati sopraffatti. La politica è fatta in gran parte di chiacchiere, ma ricorrere alle chiacchiere dopo che qualcuno ha pianto nel tuo ufficio per i suoi problemi familiari non è facile neanche per il più cinico degli “statisti”. E quindi spesso gli assessori al sociale, che magari prima erano persone pacate e misurate, che non si facevano coinvolgere, diventano più decisi, più motivati, più determinati.
2) il consenso: fare l’assessore al sociale, quando lo si fa bene, può voler dire raccogliere molto consenso e quindi spesso i sindaci preferiscono “rasare” possibili competitor futuri
Ma che danno si provoca alla città quando si cambia un assessore al sociale? Prima che il nuovo assessore venga “contaminato” dalle sue nuove responsabilità passeranno almeno sei mesi, e saranno sei mesi lunghi, in cui progetti e richieste dovranno aspettare. In un momento in cui la sanità è in affanno, ed è proprio la rete sociale che stava tenendo la difesa della comunità, il Sindaco ha deciso di decapitare la “difesa”, impossibile dare un giudizio positivo di questa scelta. Rucco dice che l’assessore non ha ribadito il suo sostegno alla giunta, ma magari il modo in cui l’assessore lo stava già manifestando era proprio fare un buon lavoro. Matteo Tosetto magari non sarà Mary Richmond e probabilmente l’opposizione lo sta sostenendo più per scopi elettorali che per convinzione, ma il fatto che lo stesso Sindaco abbia detto che non c’è un giudizio negativo sul suo operato, proprio perché parliamo di sociale, non vuol dire che aveva la sufficienza, vuol dire che stava davvero facendo un buon lavoro.
