Qui Italia, avamposto russo

In parlamento europeo siedono di per certo quattro antifascisti contemporanei: Pina Picierno, Elisabetta Gualmini (del PD) e Massimiliano Salini e Marco Falcone (di FI). Gli unici quattro che hanno votato perché l’Ucraina possa usare le armi che le vengono mandate (anche da noi) in territorio russo. Perché l’Ucraina possa distruggere depositi di armamenti in Russia evitando gli attacchi delle truppe di Putin che soltanto la scorsa settimana hanno lanciato sull’Ucraina trenta missili, quattrocento droni, e più di novecento bombe, uccidendo trentuno civili e ferendo duecento persone. La questione è grave e pesante. L’Italia è l’unico paese che si trova compatto nel dire no all’utilizzo delle armi occidentali anche in territorio russo a scopi difensivi. C’è anche Vicenza in questo scenario, con la nostra eurodeputata Alessandra Moretti (PD) che risulta tra quelli che hanno tolto la scheda elettronica al momento del voto, non partecipando allo scrutinio, un modo per dissentire dalla linea del partito senza però schierarsi apertamente. Astenersi sulle armi all’Ucraina, francamente, risulta piuttosto incomprensibile e strumento politico interno alquanto amletico. Il PD ne esce come un partito che non sa bene cosa fare e cosa pensare al punto di votare contro il suo stesso schieramento d’appartenenza europeo, che è come se in Italia si votasse seguendo le indicazioni del collegio elettorale e non del partito nazionale. Se non stessimo parlando della scelta di stare dalla parte giusta o sbagliata della storia, ci sarebbe da ridere.

Nelle scorse settimane avrete visto, anche qui nel vicentino, dei manifesti in cui si vede una stretta di mano tra Italia e Russia e la frase “La Russia non è il mio nemico”. Anche qui, fossimo in un paese serio, sarebbe una notizia, da noi risulta tutto sommato ovvio. Giusto 4 anni fa avevamo un Presidente del Consiglio che in piena pandemia faceva sfilare l’Armata Russa in territorio italiano e che oggi si batte ferocemente per una politica estera che piacerebbe tantissimo sia a Orban che a Putin visto che propone la messa in discussione del patto atlantico e appoggia Trump. All’epoca avevamo anche un vice premier che elogiava Putin come salvatore del mondo. Ed è bene ricordare che l’attuale Ministro dei Trasporti diceva che avrebbe ceduto volentieri “due Mattarella per mezzo Putin” già nel 2015, quando Putin si era apertamente dimostrato come un criminale che calpestava i diritti umani e si era preso la Crimea. Invece di ritenerlo impresentabile anche come bidello, da noi lo si è elevato a capopopolo e per poco non faceva il primo ministro se dopo il Papeete non ci fosse stato Renzi a creare il Conte bis. Ma torniamo a quei manifesti pro Putin (perché questo sono).

Esiste un lungo e chiaro “percorso” di questi manifesti. Iniziamo dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana. Vicino all’organizzazione mondiale che si batte per la famiglia tradizionale, Fontana è notoriamente filorusso e ha come guida un parroco durissimo contro gay e aborto.

Lo spirito filorusso di Lorenzo Fontana è secondo solo a Gianluca Savoini, il regista, cioè, della trattativa all’hotel Metropol di Mosca che aveva l’obiettivo di portare denaro fresco del Cremlino nelle casse della Lega di Salvini in ottica campagna elettorale per le europee 2019. Fontana, oltre a essere putiniano di ferro, è il collante del partito con i cattolici radicali di Pro Vita e con i collaboratori più stretti dell’oligarca ortodosso Konstantin Malofeev, pure lui coinvolto in alcune trattative con Savoini.

Malofeev

Fontana durante il suo mandato da europarlamentare ha stretto queste relazioni soprattutto attraverso l’ambiente del World Congress of Family, organizzazione mondiale che si batte per la famiglia tradizionale, contro le coppie gay e l’aborto. Del WCF fa parte Alexey Komov, fedelissimo di Malofeev, ospite d’onore al congresso della Lega Nord del dicembre 2013, ossia l’evento di incoronazione di Salvini a segretario del partito.

Non è un caso che il WCF abbia organizzato uno degli eventi annuali più importanti a Verona nel 2019, l’anno in cui la Lega governava il paese insieme al Movimento 5 Stelle e Fontana era ministro della famiglia. Al congresso veronese parteciparono le sigle più estreme dalla destra politica e religiosa. Dalle associazioni pro vita alle sigle collegate ai neofascisti di Forza Nuova e di altri gruppi “neri” internazionali.

Il ministero di Fontana all’epoca ha concesso il patrocinio all’evento non senza polemiche. Tanto che poi è stato ritirato, perché la presidenza del consiglio dei ministri si smarcò da Fontana: «Una sua iniziativa personale». L’allora ministro della Famiglia e disabilità era tra i relatori presentati nel programma, insieme al suo leader Salvini. Tra gli speaker, naturalmente, c’era anche Komov.

Una vecchia conoscenza quella tra Fontana e Komov, l’uomo dell’oligarca considerato lo stratega del Cremlino nei rapporti con i partiti di estrema destra in Europa e sotto sanzioni per essere uno dei più violenti sostenitori dell’invasione russa in Ucraina. Uno dei primi incontri pubblici tra Fontana e Komov risale al 2014. A Rovereto erano seduti allo stesso tavolo nel palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio, il leghista originario di Verona, al tempo europarlamentare, e il russo, console di Malofeev in Occidente. Titolo del convegno: «Russia ed Europa, le sfide del terzo millennio». Tra gli sponsor dell’evento troviamo una serie di associazioni collegate a gruppuscoli radicali con radici neofasciste, l’organizzazione Pro Vita (molto vicina anche a Forza Nuova), il World Congress of Family e il Consolato Russo a Bolzano. Ecco un estratto dal testo di presentazione:

Questo è solo un esempio (per cui ringraziamo @galluzzilucio) di legami stretti con Putin e il suo regime e se l’abbiamo citato è perché di mezzo c’è un politico veneto. Come il vicentino Ciambetti che insieme al veronese Valdegamberi e al padovano Sandonà, andò in viaggio in Crimea per festeggiare l’impresa di Vladimir, portando poi a Venezia la bandiera della Crimea liberata. Se il disastro interno al PD è da attribuire ad assenza di leadership e di visione, quello in Forza Italia a mediocre debolezza strategica e la posizione di AVS sia meramente e miseramente ideologica e FDI stia andando verso Trump e Orban finalmente scoprendo le carte, esiste invece una chiara e netta vicinanza di M5S e Lega verso Putin, la sua storia e la sua missione. Due partiti filorussi e finto pacifisti. Il vero tema oggi è sapere se il PD e Forza Italia hanno capito cosa sta succedendo o no. Elettori e iscritti hanno il diritto di sapere se stanno con l’Europa o con Vannacci e Conte.

L
M
M
G
V
S
D
24
25
26
27
28
1
2
Events for 1 Marzo
Nessun evento
Events for 2 Marzo
Nessun evento
3
4
5
6
7
8
9
Events for 3 Marzo
Nessun evento
Events for 4 Marzo
Nessun evento
Events for 5 Marzo
Nessun evento
Events for 6 Marzo
Nessun evento
Events for 7 Marzo
Nessun evento
Events for 8 Marzo
Nessun evento
Events for 9 Marzo
Nessun evento
10
11
12
13
14
15
16
Events for 10 Marzo
Nessun evento
Events for 11 Marzo
Nessun evento
Events for 12 Marzo
Nessun evento
Events for 13 Marzo
Nessun evento
Events for 14 Marzo
Nessun evento
Events for 15 Marzo
Nessun evento
Events for 16 Marzo
Nessun evento
17
18
19
20
21
22
23
Events for 17 Marzo
Nessun evento
Events for 18 Marzo
Nessun evento
Events for 19 Marzo
Nessun evento
Events for 20 Marzo
Nessun evento
Events for 21 Marzo
Nessun evento
Events for 22 Marzo
Nessun evento
Events for 23 Marzo
Nessun evento
24
25
26
27
28
29
30
Events for 24 Marzo
Nessun evento
Events for 25 Marzo
Nessun evento
Events for 26 Marzo
Nessun evento
Events for 27 Marzo
Nessun evento
Events for 28 Marzo
Nessun evento
Events for 29 Marzo
Nessun evento
Events for 30 Marzo
Nessun evento
31
1
2
3
4
5
6
Events for 31 Marzo
Nessun evento