Viviamo un’epoca in cui si sente la necessità di nutrire la speranza, la gioia vivere in pace e non sono solo gli adulti ad avvertire tutto ciò. Penso soprattutto ai giovani e giovanissimi. Penso a uomini e donne che disperano e non intravedono speranza, appigli saldi, un minimo di sicurezza e certezza. Assistiamo, a volte sconcertati a volte indifferenti, ad eventi che minano la speranza, la gioia, la pace e si percepisce e vive un tempo di buio, di sconforto, di spaesamento. In un simile contesto ancora una volta torniamo a dare memoria dell’evento della resurrezione di Cristo che ci parla di una luce che accende di speranza i nostri cuori e rasserena la nostra mente, dona gioia e pace. Coloro che accolgono e vivono l’annuncio pasquale: “Cristo è risorto. Alleluia! Alleluia!” sono corroborati nell’interiorità, illuminano il volto, vivificano l’anima. Si riaccende la speranza e il senso della vita. Sento che gli uomini hanno bisogno non di quel Cristo che vediamo sofferente e morente in croce, ma di quello che aleggia sopra la croce e guarda dall’alto a ciò che sulla croce e nella risurrezione perisce: la morte e il peccato.
Il Cristo risorge e comunica la lieta novella: d’ora innanzi in voi vi saranno le forze per vincere la disperazione, il buio, lo sconforto: perché Cristo è sempre con noi, nel suo Spirito. Per i credenti la morte stessa nella risurrezione della carne. Abbiamo bisogno di una salda consapevolezza dell’eternità dello Spirito e non lasciarci sopraffare dall’immagine della materia che perisce. Sconfortante pensare che tutto finisca dentro una tomba, in un pugno di cenere. Il corpo del Cristo sulla croce, la sua sofferenza, è sì connessa alla materia, ma l’uomo è abitato dall’anima. L’uomo credente e non è abitato dallo Spirito e ad esso deve ricongiungersi. Ecco la speranza, ecco l’idea di Luce! Cristo Luce del mondo.
Se nel Natale noi vediamo nel Bambino Gesù il sole che sorge a illuminare il mondo, nella Pasqua riceviamo l’annuncio che Gesù è risorto per non morire più e perché il mondo si salvi per mezzo di Lui. Così la luce della Pasqua, rispetto a quella del Natale, ha un carattere più marcatamente esistenziale e morale; infatti, anche noi siamo invitati a rinascere con Cristo e a improntare la nostra vita comportandoci come “figli della luce”. Non è un caso che la Pasqua si celebri proprio nel tempo in cui la natura rivive, riparte: la primavera! Il simbolo della festa di Pasqua è il granello di frumento che si sacrifica affinché, trasformandosi, nasca una nuova pianta. Ecco che il “sacrificio” e il “divenire” si fondono in questa festa. Quando tutto sembra perduto è proprio li che comincia la nuova vita.
Gli angeli al sepolcro a coloro che cercano il corpo del Cristo morto, abitati dal dolore e dalla disperazione, dicono: «Colui che cercate non è qui!». Dobbiamo allora cercare colui che è qui ora come il vivente! A Pasqua dobbiamo trovare il modo di rivolgerci allo Spirito che possiamo trovare soltanto nell’esperienza della Risurrezione e poter diventare fautori degli impulsi di ascesa dell’umanità, contro le forze del declino. A partire dalla Risurrezione, la luce di Dio si diffonde nel mondo e nella storia e si fa giorno! Il Nuovo Testamento ci parla della Risurrezione di Gesù attraverso le testimonianze di coloro che lo hanno incontrato dopo essere risuscitato. La luce del Cristo risorto è abbagliante, “il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve” (Mt 28,3). Ma Gesù stesso, quando appare, dice: “Salute a voi! Non temete” (Mt 28,10). Scompare l’angoscia e subentrano gioia e pace. Si alimenta la speranza, la morte è vinta, la luce illumina la notte ed è nuova vita. La luce della Pasqua, della vita risorta in Cristo, è la gioia da cui nasce la comunità, l’essere partecipi dello stesso annuncio, e del suo mistero, che si manifesta.
Buona Pasqua di luce, speranza e pace!