Un gioco di parole che vuole descrivere la sua arte. Negretto Giuliano si presenta così: “non trovo una corrente artistica dove identificarmi. Io mi riconosco nel Calorismo.”
Il Calorismo, appunto, un neologismo coniato dallo stesso artista per rappresentare la sua arte.
Se vuoi incontrare l’artista devi andarlo a cercare tra i fumi delle saldature. Il suo atelier è una officina vera e propria, con incudini e martelli, banchi da lavoro e saldatrici, cannelli e acciaio. Un luogo che fa ricordare i laboratori quattrocenteschi in cui gli artisti lavoravano, di martello o di cesello, coloravano, provavano nuove tecniche, inventavano nuovi strumenti per rendere uniche le loro opere d’arte.
Artigiano prima ancora che artista.
“In realtà è proprio così. Ho cominciato come artigiano, ho lavorato molti anni per costruire opere uniche con il calore, l’incudine ed il martello, la fiamma ossidrica e le saldature. Inferriate e cancelli, scale a chiocciola e balconi, per esterni e per interni. Sempre molto personalizzati, sempre immaginati unici, sempre opere d’arte. Ferro battuto, acciaio inossidabile. Materiale apparentemente senza vita che invece prende forma, e …. prende vitalità.“
Ha acquisito dunque una importante capacità a lavorare con il calore dando vita a strutture che negli anni sono diventate sempre meno oggetti artigianali e sempre più opere d’arte.
“Si. Ho preso via via consapevolezza che volevo creare opere uniche, che esprimessero idee, sentimenti, immagini del mio pensiero. Volevo andare oltre. E nell’arte non c’è limite.”
“Ho prima cercato le forme ma poi ho trovato i colori. Utilizzando acciai diversi e modulando l’intensità del calore ho fatto emergere il colore che c’è dentro l’acciaio. Un materiale apparentemente monocromatico, che nasconde invece diverse anime di un colore tutto suo. Il Colorismo appunto.”
Dal suo viso simpatico, indagatore, il sorriso che si staglia dietro i mustacchi imperiali evidenzia la sua voglia di stupire. Le sue opere sono monili, gioielli, quadri, costruzioni anche gigantesche.
Come il più grande leone di San Marco esistente al mondo, 25 quintali di acciaio inossidabile, dimensioni 4 metri per 6, che campeggia in zona industriale, realizzato per un cultore d’arte di origine veneziana con una nota impresa a Montecchio Maggiore. Come la scultura che accoglie chi esce dalla stazione dei treni di Vicenza, a memoria del corpo degli alpini. Come opere di minori dimensioni che stanno a Tezze per ricordare i donatori di sangue o ad Alte a memoria di Oriana Fallaci.
Come alcuni progetti su cui sta lavorando e che dovrebbero essere posizionati in mezzo a rotatorie di importanti arterie stradali.
Sono diverse le opere dell’autore in giro per il territorio vicentino. Per lo più quadri in tre dimensioni che potrebbero vivere all’aperto ma sono per lo più conservati in case di appassionati cultori.
“Le opere le immagino e le costruisco perché mi stimolano. Ma non ne sono geloso. Già il fatto che qualcuno me le commissioni o semplicemente le acquisti per me è una gratificazione. Non ho bisogno di tenermele, non ne vado geloso. Anzi, ogni opera che lascio andare per me diventa uno stimolo per andare oltre.”
Ma Negretto Giuliano sottolinea un aspetto per lui importante e qualificante: “ Dagli anelli piccolissimi alla scultura gigantesca, faccio tutto io e tutto da solo. Difficilmente trovi un artista che costruisce la sua opera dall’inizio alla fine. L’artista è spesso prevalentemente concettuale. Io voglio invece rappresentare attraverso la forma ed insieme il colore.”
NEGRETTO GIULIANO
L’Artista nasce nel ‘72 ad Arzignano VI, paese dove risiede, mentre opera a Montecchio Maggiore.
La sua formazione è frutto di anni di lavoro come Fabbro. Sin da giovane si appassiona infatti della lavorazione a caldo del ferro, attraverso il fuoco, la forgiatura a mano e a Maglio. Frequenta maestri del ferro battuto ed impara tecniche artigianali oramai scomparse. Successivamente frequenta carpenterie moderne, dove impara l’arte dell’uso dell’acciaio.
Nel frattempo la curiosità di conoscere porta Negretto ad intraprende ulteriori studi su se stesso, sulla natura dell’uomo, sulle regole dell’estetica, del gusto e dell’arte, riscoprendosi sempre più un Artista che ha bisogno di mettersi in gioco.
Nel 2010 inizia a comporre di notte i primi quadri di acciaio a gocce fuse e poi sfiammati. Da questi primi esperimenti nasce e si forma successivamente lo stile del Calorismo, termine coniato dall’Artista stesso.
Negretto sviluppa gioielli da indossare, di Rame, di Acciaio e ora anche di Titanio; complementi d’arredo, Manufatti da regalare, Quadri tridimensionali di acciaio, Sculture interne ed esterne fino ad arrivare a Monumenti poste in piazze pubbliche. Per vedere il suo sito clicca qui.
Maurizio Scalabrin