ANDIAMO IN PIAZZA? NO, RESTIAMO SU FACEBOOK!

Ormai siamo tutti d’accordo nel considerare i social una nuova forma, oltre che di comunicazione, anche di incontro. Facebook in particolare è come una grande piazza virtuale, dove non solo ci si incontra, ma si può parlare, raccontare esprimere pareri come lo si fa in piazza la domenica dopo la messa o il sabato sera davanti al bar più frequentato.
In Inghilterra, ci hanno insegnato a scuola, in ogni piazza c’è un corner, un angolo dove sistemarsi per parlare liberamente, esprimere il proprio parere, le proprie convinzioni. Qualcuno ascolta, altri ridono, alla fine della performance applaudono o fischiano. Ebbene, per noi che usciamo poco, che non frequentiamo più le piazze, se non quelle artificiali dei centri commerciali, Facebook sostituisce gli spazi di socialità e lo fa attraverso quelle che noi chiamiamo chat. Sei di… se, I love… diventano i nostri spazi pubblici e lì ci sbizzarriamo. Chiediamo informazioni: dove farsi le unghie, dove trovare mobili usati o piccoli appartamenti in affitto, dove mangiare bene; o informazioni sul sentito dire: “È vero che la statale è bloccata per un incidente? O “Qualcuno mi sa dire che cos’è stato il botto sentito 10 minuti fa in zona…?”
Chi sa risponde, chi non sa va a cercare in rete, così pensiamo di essere informati su tutto. Anche su eventi culturali di vario genere, sagre comprese. Ma questi sono anche spazi di denuncia. Si segnalano comportamenti al limite della norma, imminenti pericoli (girano strani tipi per via, attenzione) degrado ambientale, soprattutto la sporcizia per strada, i comportamenti trasgressivi di alcuni gruppi di giovani, urla e schiamazzi. Siccome telefonare in Comune, all’ufficio segnalazioni, costa tempo e pazienza, si usa la rete. E in rete ci si arrabbia. Ma se il Comune organizza incontri pubblici per affrontare il tema sicurezza, non si va, perché bisogna uscire e costa fatica. Certo, ultimamente non c’ è pericolo che il Comune organizzi qualcosa di simile, ma c’è da augurarsi che chi ci amministra abbia sotto controllo queste chat che colgono il disagio, i problemi e offrono quindi opportunità per correre ai ripari. Anche le Forze dell’ordine, si spera, le controllino dato che ogni tanto danno voce a cittadini incattiviti che minacciano di eliminare poveri animali, colpevoli solo del fatto di essere tali, o esprimono commenti razzisti e xenofobi. Per fortuna Facebook è veloce e interviene alle segnalazioni degli utenti ed elimina i post inadeguati. Purtroppo le istituzioni sono più lente nella soluzione delle problematiche.

OMOSESSUALI

Omosessuale. Un’etichetta. Dietro, mille storie diverse. Consapevoli. Inconsapevoli. Piene. Vuote. Degne. Indegne. Esiste un minimo comune denominatore? La domanda interessa

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