Non solo di tormentoni vive un comico. Non solo di giochi di parole, di macchiette, di stereotipi. Non solo di dialetto, di umorismo da strapaese. Non solo di queste cose anche se tutte queste cose sono presenti nel repertorio di Gaetano, Pippo e Marco, in arte “Marco&PIppo Trio Comico”. Li abbiamo visti a Montecchio il 29 di giugno e abbiamo capito che c’è qualcosa di più nel successo sempre più crescente di questi tre ragazzi. Complice la cornice splendida del castello di Romeo e un clima da golfino, la serata è stata ideale per apprezzare una comicità che non è solo cameratesca ma sa essere seriamente teatrale, laddove “seriamente” deve essere inteso come “professionalmente”, perché di serio c’è ben poco nello spettacolo dei tre. Abbiamo riso molto, senza preoccuparci fossero risate colte o meno, sguaiate o argute, derivanti da battute sottili o da scherzi che non sentivamo dalla gita del liceo. Ma quel “di più” di cui parlavamo sta nella capacità di intrattenere ben oltre gli sketches. Lo show “Simpi the best” ha una sua narrazione interna, ha momenti in cui la fisicità (soprattutto di Gaetano) imperversa e ha quasi la meglio sulle battute. Ha collegamenti continui tra popolare e satira sociale. E tutto arriva a tutti, a prescindere da cultura, età, e anche gusti in fatto di comicità. Mescolando italiano, dialetto veneto, visual comedy ed improvvisazione, con uno stile di comicità pulito e mai volgare che è ormai il loro marchio di fabbrica, Marco e Pippo riescono a dar vita ad una espressione della comicità spontanea e genuina che porta questi ragazzi ad avere un sempre crescente apprezzamento da parte del pubblico. Un pubblico che rivede nei tre tutti i limiti del veneto medio, gli strafalcioni, le incapacità linguistiche, il provincialismo. Ma anche la genialità perché, diciamocelo, c’è della lucida follia in tanti piccoli imprenditori che hanno fatto i schei non curandosi di farsi nel frattempo anche una cultura. Ciò che forse più differenzia il trio da altre esperienze storiche di teatro comico veneto (una tra tutte l’anonima magnagatti) è il ritmo frenetico, molto moderno e non a caso nato da esperienze in rete e l’assenza di siparietti musicali (se non nel pezzo del mimo eseguito splendidamente da Gaetano).
Tutto nasce nel 2005, quando Marco e Pippo partecipano al laboratorio di cabaret Rakkolta Differenziata di Padova, a cura di Vasco Mirandola. E così nel 2006 scrivono il loro primo spettacolo: Storie d’amore perpetuo… o de na perpetua innamorà!. Nel 2011 arriva il terzo (in)comodo, Gaetano, e decidono di denominarsi “unico duo che è un trio” e andare avanti così. Spopolano nel web e poi nei teatri dove portano quasi una ventina di spettacoli tutti scritti da loro tre. Sul palco dimostrano un’intesa che è essa stessa parte della comicità perché vedi che si divertono, che a loro piace tanto fare i mona ogni sera. I personaggi sono noti: l’assessore Ciano Contin, il rider Vianeo da Mestre, la coppia Duilio e Ines, Maci il ragazzo ingenuo, e i tormentoni tipo “sensaltro” sono entrati nel gergo comune. Ma così non rende. O li conoscete già o non saranno queste righe a convincervi. Dovete andarli a vedere. Anche perché noi sentiamo di assecondare quanto detto dai tre a fine serata, ovvero di non postare video dell’evento perché è giusto non svelare alla gente quello che accade durante lo spettacolo. Possiamo solo dirvi che siamo usciti che ancora ridevamo. Di questi tempi è già molto.
