Esiste in Italia una realtà pochissimo nota ovvero una delle più antiche associazioni di paesaggisti, progettisti e costruttori di parchi, giardini e opere verdi in generale. Nasce nel 1951 come parte di un’associazione mondiale (IFLA nel mondo, ed in Europa IFLA EUROPE) e si chiama AIAPP. Viene fondata da una decina di professionisti e da allora si è stabilita come punto di riferimento assoluto per un certo modo di concepire il verde nel nostro paese. Quando si parla di paesaggismo italiano, non si può non fare il nome di Pietro Porcinai, padre nobile di AIAPP e di chiunque affronti il tesoro di esperienze e conoscenze che Porcinai ha lasciato in eredità. In vita viaggiò moltissimo e questo gli permise di importare un sacco di novità e innovazioni. Nel vicentino ed in particolare nel bassanese, abbiamo molte opere del Porcinai come ad esempio un giardino a terrazze che si vede dal ponte di Bassano.
AIAPP oggi conta un migliaio di aderenti in Italia e la sezione nord-est è la più forte. Interviene nella cultura del paesaggio con corsi, confronti, informazioni , tavole rotonde. Spesso collabora con enti pubblici, molto spesso con le associazioni attive come Italia Nostra, WWF, Legambiente, e poi con le università e le istituzioni in genere. Anche se la maggior parte del lavoro si rivolge ai privati.
“Lavoriamo per i ricchi” ci dice ridendo Beppe Provasi, vice presidente sezione nord est e decano di AIAPP visto che è al suo interno dal 1986. “Quello che facciamo, in sostanza, è cercare di rendere migliore e più bello il mondo. Abbiamo a disposizione una materia come le piante e il rapporto con la natura che è così ricco. I paesaggisti italiani sono di 3 origini: architetti che si sono specializzati, molti agronomi e forestali, e poi persone con formazioni anche eterogenee che però sono entrati in questo mondo e li accettiamo nella nostra associazione. Da noi si entra SEMPRE dopo avere superato degli esami e quindi un paesaggista AIAPP è uno di cui ci si può fidare”.
L’occasione per incontrare Provasi è il lancio di un corso molto importante ovvero il Il CORSO DI ALTA FORMAZIONE ESPERTI DELLA COSTRUZIONE E GESTIONE DEL VERDE (a fine articolo il link). Una decina di giorni fa presso la Biblioteca La Vigna a Vicenza è stato presentato il libro di Andrea Mati “Salvarsi con il verde” in cui si parla di una forma molto particolare di giardino. “Il giardino terapeutico che abbiamo portato qui a Vicenza con Andrea Mati (erede di una nobilissima familglia di giardinieri pistoiesi) è qualcosa di realmente speciale – ci racconta Provasi. “Andrea, vivaista, per sua scelta si occupa di recupero ed inserimento di persone con problemi (dalla tossicodipendenza ai problemi psichiatrici alle malattie debilitanti) e da 30 anni collabora con medici e scienziati e ha costruito esperienze di verde terapeutico molto fondate e ottimamente valutate nell’utilità per i pazienti”. I suoi progetti nascono con l’obiettivo di essere utili al recupero di tossici (esempio principe è tutto il verde di San Patrignano visto che vi era una grande amicizia con Muccioli) e così facendo ha trasformato in giardinieri molti ragazzi.
I GIARDINI TERAPEUTICI
Una persona che viene da una dipendenza qualsiasi ha una stima di se molto bassa e quindi l’approccio è :”salviamo delle piante che nessun altro vorrebbe, piante da buttare via e facciamo che questa persona se ne prenda cura, la salvi, la faccia crescere e fiorire”. Un dipendente che vede il suo lavoro divenire utile e positivo, trova in questo molto aiuto nel crescere la stime di se. I tanti ragazzi che oggi sono diventati giardinieri di alto livello, sono la prova che questa terapia da dei frutti.
Non solo tossicodipendenza. La terapia si applica anche a persone anziane con alzheimer o altre demenze senili. Esistono giardini terapeutici a Padova, al Lido di Venezia, a Vedelago. La persona anziana che soffre di buchi della memoria, quando incontra un fiore, un profumo o una pianta che conosceva, attraverso quel profumo torna a dei ricordi che in altre maniere sono difficili da recuperare. A quel punto c’è maggiore serenità, l’ansia cala, essere stati in un ambiente che gli ha svegliato dei ricordi li fa stare meglio. La base scientifica del tutto è che ogni minima reazione viene misurata dai medici e dai primari. dati ci dicono che chi frequenta questi giardini, diminuisce l’uso di farmaci del 30%. “La natura ha questa forza – dice Beppe Provasi – pensa ad una donna anziana che ha sempre avuto i gerani sul balcone e ora non sa più cosa siano e pensa quando la guidi a piantare i vasi e lei d’improvviso si illumina”.
Un altra tipologia di giardino terapeutico è per le persone autistiche. Gente che a causa del disturbo ha paura del mondo e ha grandi difficoltà a stare in relazione con gli altri e che quindi avrà bisogno di un giardino dove sentirsi protetta. “Il paziente autistico entra in nicchie di verde e sta lì come in un rifugio. Sta lì avvolto nel bozzolo di verde che lo tranquillizza e poi esce quando ha deciso che ne ha voglia. Più sereno di prima. Anche qui si ottiene un riduzione sensibile di uso di farmaci soprattutto di tranquillanti”. Poi c’è la sindrome di down per cui serve uno spazio in cui trovarsi e quindi giardini aperti e solari e con cose da fare tipo un orto giardino in cui coltivano verdure e poi le regalano ai poveri. “In questo modo si sentono utili e non messi in disparte dalla società. Li rende fieri. Attualmente stiamo lavorando anche su giardini studiati per l’elaborazione del lutto, che è un dramma emotivo sempre molto difficile”. Una signora di Camisano si è innamorata di queste idee e ha messo a disposizione del progetto ben 4 ettari di terreno.
LA MISSIONE DI AIAPP ED IL CORSO DI FORMAZIONE
“Con AIAPP abbiamo la missione di alzare la cultura del paesaggio in Italia. Ci rendiamo conto ogni giorno di quanto poco sia conosciuto e praticato un sano rapporto con il verde. Anche dai professionisti. Fino ai primi 2000 c’era un buon livello ma con la crisi del 2008 c’è stato un tragico abbassamento della qualità per cui le ditte non trovano personale qualificato e vediamo dei danni anche gravi al patrimonio verde. Quindi cerchiamo di fare didattica quasi pedagogica e formare chi è interessato ma soprattutto di formare tecnici che poi lavorano nel verde. Ci siamo incrociati con l’università delle camere di commercio e Unimercatorum (università online dedicata a formare commercialisti ed economi) che ci ha dato fiducia ed ha accettato la proposta sul corso di formazione per tecnici. Per noi è fondamentale avere interlocutori di alta qualità e gente che lavora che sia all’altezza. In Italia c’è molta meno cultura del verde che nel resto d’Europa. Abbiamo selezionato per il corso il meglio dei professionisti Italiani. Gente abituata al fare, che lavora sul campo davvero. Ci ha aiutato il collegio dei periti agrari che ha fornito diversi docenti e ha creato borse di studio per giovani diplomati. I corsi analoghi fatti in presenza costano 4 volte tanto e questo ha un altissimo livello di qualità”.
Tutte le info sul corso a questo link: https://www.csuvi.it/verde/
P.S.
A seguito del convegno di sabato 3 dicembre, il consigliere regionale Giacomo Possamai ha proposto un emendamento alla finanziaria regionale, avente come oggetto la realizzazione di un giardino terapeutico nel parco della Biblioteca La Vigna. AIAPP gli ha così proposto un giardino per anziani con disturbi della memoria, Alzheimer e demenze senili, la notizia è che l’emendamento è passato, ed il giardino si farà nella prossima primavera.