Lasciate che si parli un po’ di noi.
Un anno fa nasceva quest’esperienza coraggiosa e avventurosa. Nel pieno di una crisi pandemica ed
economica, senza paracaduti e con scarsissimi fondi, ci siamo messi in testa che servisse aprire uno spazio culturale per la città e la provincia. Uno spazio virtuale ma che potesse crescere fino a diventare realtà attiva nel territorio. Oggi siamo qui, un anno dopo, e possiamo dire che avevamo ragione. In un anno abbiamo pubblicato quasi 500 articoli, dando risalto a realtà di cui pochi avevano parlato, facendo conoscere artisti emergenti, mettendo in contatto tra di loro professionisti della cultura. Lo abbiamo fatto sempre con scarsissimi fondi, senza appoggi che ci favorissero, sorretti solo da una forte passione e dalla voglia di migliorare culturalmente la realtà che ci circonda. Se un anno fa eravamo convinti che la divulgazione culturale fosse un tema da mettere a capo dell’agenda, ora lo siamo ancora di più. Non solo i dati parlano chiaro, indicando un preoccupante analfabetismo di ritorno e il distacco sempre più evidente da qualsiasi tematica intellettuale, ma quel che cresce in modo preoccupante è l’arroganza figlia dell’ignoranza, quasi un atteggiamento di fierezza di non sapere. Il problema è sia culturale che politico. Viviamo la sindrome dell’inferiorità e della mediocrità. Se uno è bravo cerchiamo di tagliargli le gambe e screditarlo; se uno riesce a diventare economicamente ricco è un ladro, lo guardiamo non con ammirazione, come farebbero nei paesi anglosassoni, ma con sdegno. La meritocrazia necessita di un cambio culturale che da noi non è ancora avvenuto. Occorre rimettere la persona al centro del tutto e la conoscenza come motore fondamentale dello sviluppo umano. In quest’anno abbiamo vissuto il dramma della guerra in Ucraina in seguito all’invasione da parte della Russia di Putin e la comunità Ucraina vicentina si è mobilitata e ci ha contattati più volte per avere spazio e diffondere la loro voce. Permetteteci di dire che è stato l’onore più grande. Vogliamo rimanere un giornale libero, senza padroni e imposizioni, e questo ci permette di portare avanti le nostre idee. Cultura non è intrattenimento e non è solo arte. Cultura è anche civiltà del vivere, è ambiente, è sociale, è ideali come il rispetto, l’anti razzismo, l’inclusione, l’antifascismo. È lavorare per una comunità che partecipi, per un pubblico consapevole, per i diritti umani, per la libertà e la crescita. Non siamo un giornale politico soprattutto perché siamo convinti che chi si occupa di cultura starà sempre dalla parte di chi è governato e non di chi governa.
Per il futuro abbiamo idee chiare. ViCult vuole promuovere il concetto di Vicenza città allargata e addentrarsi di più nella provincia, sebbene il focus, giocoforza, rimarrà il capoluogo. Una rete culturale si può e si deve creare anche se necessita di tempo e sacrificio. Staremo sempre attenti alle solleticazioni che arrivano dall’ambiente che ci circonda e cercheremo di filtrarle attraverso la nostra visione. Promuoveremo ancora di più la lettura, grazie anche ad una strutturale collaborazione con Ronzani Editore. Entreremo sicuramente nel dibattito culturale cittadino in vista delle prossime amministrative. Staremo molto attenti soprattutto alle cause di chi è in difficoltà, combattendo posizioni reazionarie ed estremiste. Il sogno rimane quello di arrivare ad un ViCult festival per il 2024. Nel frattempo abbiamo bisogno di voi. Condividete i nostri articoli, invitate i vostri amici a mettere like sulla nostra pagina e sosteneteci, se potete. Tanto si è parlato di legami tra mondo dell’impresa e mondo culturale in occasione della presentazione della candidatura di Vicenza a capitale italiana della cultura. Ebbene, noi ci auguriamo che imprese ed imprenditori privati capiscano che sostenere la cultura, anche attraverso un giornale come il nostro, significa non solo aiutare gli artisti e gli operatori culturali ad avere visibilità, ma rappresenta un concreto atto di miglioramento sociale del mondo in cui viviamo. Buon anno di ViCult a tutti voi.