Greco incanta, poi tutto diventa già visto. Il commento al sequel di Vicenza candidata capitale della cultura 2024.

Venerdì sera, in un salone Nobile di Palazzo Chiericati gremito, il Comune di Vicenza ha tentato di raccogliere i cocci della candidatura a capitale italiana della cultura 2024. Lo ha fatto attraverso le parole di Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, studioso di fama internazionale e, per l’appunto vicentino, che ha dato agli astanti una notizia importante: in Basilica Palladiana, nel 2023, ci sarà una mostra sull’antico Egitto.

Che Meraviglia!!!

La grande mostra avrà come fulcro la Tebe dei faraoni, quella incredibile città del mondo antico che lo stesso Omero nel libro IX dell’Iliade, descriveva così “Tebe egizia, ove sono nelle case ricchezze infinite, Tebe che ha cento porte, e per ognuna duecento armati passano, con i carri e i cavalli”. Tebe, città fondamentale dell’Egitto antico e per un periodo anche sua capitale, è ancora oggi divisa geograficamente in due aree: la Tebe ad est del Nilo con i tempi di Karnak e Luxor e quella ad ovest, la città dei morti. Ed è proprio nella sponda ovest del Nilo che l’imponente attività di scavi compiuta dagli albori del XX secolo ha portato alla luce, esattamente cento anni fa, la tomba del Faraone bambino, Tutankhamon, ma anche, di recente, Deir El-Medina, un grande città industriale e amministrativa, fondata nel XVI secolo a.C., e che a detta di Greco supportava l’importante attività di costruzione di templi e complessi funerari nella Valle dei Re. La mostra in Basilica partirà proprio da questo villaggio proto-industriale che incarnava il concetto di fabbrica e d’invenzione nell’antichità più remota. Uno spaccato della vita nel villaggio antico consentirà al pubblico di vedere i processi creativi di 35 secoli fa, con degli inediti che renderanno questa mostra stessa un’innovazione in ambito espositivo.

Dopo la presentazione dell’esposizione, che certo si propone al pubblico come imperdibile, Greco interviene sul tema dell’importanza della cultura umanistica, proponendo una chiave di lettura per la città di Vicenza, ma anche per l’Italia intera. Il ragionamento di Greco parte da un brocardo del poeta latino Orazio «Graecia capta ferum victorem cepit et artes intuli agresti latio – la Grecia, conquistò il selvaggio vincitore e le arti portò nel Lazio agreste» e si sviluppa intorno al ruolo dell’umanesimo e leggendo tra le righe, anche a quello dell’intellettuale. Una missione, quella che dipinge Greco, d’indirizzo e guida, molto simile a quella proposta da Fichte ne “La missione del dotto” «…sorvegliare dall’alto il progresso effettivo del genere umano in generale e… promuovere costantemente questo progresso». Proprio per questa ragione, l’Italia dovrebbe, sempre a detta di Greco, ergersi nel mondo ad un ruolo simile a quello che fu tipico della Grecia durante l’epoca epoca romana tardo repubblicana ed imperiale. Greco continua quindi, snocciolando concetti e citazioni, passando dal metaverso ai racconti sibaritici, con la tipica modestia di chi sa. Lo scroscio di applausi in sala testimonia, anche grazie all’efficace moderazione dell’assessore Siotto, un attestato di affetto per questo grande vicentino.

Christian Greco

Al temine dell’intervento di Greco “cambia la musica” e quelle citazioni che sembravano portarci in un remoto passato, diventano, in un secondo, solo un lontano ricordo. La bellezza e il sogno lasciano il campo alla burocrazia e parole come arte e cultura vengono sostituite da bandi, gare, comitati e barriere architettoniche. In un attimo, si cade nell’errore di ritenere che la cultura sia solo una bella invenzione. Senza accorgersene siamo di nuovo alla fabbrica, alle mostre nelle aziende e a tutto quello che non ci ha fatto vincere il titolo di capitale della cultura 2024. E qui si mostra il misunderstanding insaziabile di questa candidatura, decantato come un vanto dal Direttore dei Classici del Teatro Olimpico – Giancarlo Marinelli – il quale dichiara che in sede di valutazione per la capitale della cultura, o premi il progetto o premi la città.

NO!!!

La capitale della cultura non è un attestato di bellezza e rilevanza storica, risulterebbe una valutazione impalpabile: “…è più bella Venezia o Roma?” Che discorso banale sarebbe? La capitale della cultura è un sostegno alle c.d. città di seconda fascia – a livello di volumi turistici e rilevanza culturale/istituzionale – per fare in modo che le stesse possano vivere il giusto riconoscimento nel panorama culturale di tutto il paese. La capitale della cultura non è un concorso di bellezza!!! Ed è proprio lo stesso progetto che fonda le sue radici su una capitale diffusa nel territorio e che vuole entrare nelle fabbriche, certo alcune non propriamente “belle”, che si nota quanto l’idea esposta da Marinelli e da Vittorio Sgarbi, in un’intervista di poco successiva alla vittoria di Pesaro, sia ontologicamente sbagliata. Sarebbe, infatti, come valutare uno studente ad un esame per l’aspetto fisico e non per la sua preparazione. È da tempi non sospetti che invito, su questo giornale e non solo, a domandarsi cosa si vuole intendere per capitale della cultura cosi da fare definitivamente pace con noi stessi, ma pare di capire che rimarrò ancora a lungo inascoltato e che le mie riflessioni passeranno tra i più come pedanteria di Gramsciana memoria.

Per concludere. La mostra di Greco rappresenta davvero un salto di qualità per la nostra città e un’uscita dalla confort zone dell’arte figurativa come una costante nelle grandi mostre in Basilica. Certo, in questo il plauso va al sindaco e all’assessore Siotto, che hanno creduto in un progetto ambizioso, portandolo avanti con grande dedizione. Sul tema di continuare il solco di Vicenza capitale della cultura, io starei però molto attento. Se Vicenza non ha vinto e vogliamo evitare di incorrere nell’errore di ritenere che ci siano stati dei favoritismi, allora qualcosa in quella squadra che ha sostenuto quella candidatura deve cambiare. E ieri sera, è stata la dimostrazione plastica che la squadra è composta dai giocatori e se alcuni non hanno ben capito quello che stanno facendo la sconfitta è sempre dietro l’angolo e, a quel punto, non c’è amministrazione illuminata o Christian Greco che tengano!

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