“Arlecchino muto per spavento”. La commedia dell’arte del ‘700 che ritorna per la prima volta grazie a Stivalaccio Teatro per due sere al TCVI.

Il canovaccio è uno dei più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700 ma non era mai stato proposto in era moderna. Basterebbe forse dire questo per attirare l’attenzione e convincere il pubblico a gremire la sala grande del Teatro Comunale le sere di mercoledì 25 e giovedì 26 maggio per “Arlecchino muto per spavento” di Stivalaccio Teatro. Una prima nazionale che chiude la stagione di prosa del Comunale col botto. Ne parliamo col regista Marco Zoppello.

“Questo spettacolo rappresenta una soddisfazione enorme per noi. Per una compagnia come la nostra, portare 9 attori in scena e poi svariati tecnici e maestranze è un segnale molto forte e siamo davvero grati al Comunale che ci permette il debutto in casa. Vicenza è la nostra base, qui abbiamo sede, e qui organizziamo “be popular” ogni estate per instaurare un rapporto sempre più stretto con la città”.

Stivalaccio affonda le sue radici nella tradizione, in quello spirito antico del teatro visto come collante del e sul territorio. Un teatro popolare e per tutti ma allo stesso tempo didattico e formativo. Come dicono loro stessi, è un teatro “popolato di persone, di idee, di luci, di sguardi e di storie da raccontare.Che sia proprio questa compagnia a riportare in scena per la prima volta un’opera del genere, è molto coerente.

“La commedia dell’arte è un bene intangibile riconosciuto dall’Unesco che però rischia di scomparire per molti motivi tra cui la mancanza di lungimiranza delle istituzioni e anche di noi artisti che dimentichiamo che nel 1550 un gruppo di persone si sono riunite davanti ad un notaio e ha fatto sì che il nostro fosse un mestiere. Dovremmo avere un occhio di riguardo rispetto a questa forma di teatro che è l’infanzia del teatro, è il divertimento, il gioco e la forma totale”.

Quando si parla di Arlecchino, ovviamente si pensa a Strehler ed al suo intramontabile “Servitore di due padroni” nato nel lontano 1947. Questa operazione però è decisamente diversa ed è di grande levatura storica e filologica. Quel che fece Strehler fu cercare di recuperare alcuni codici che erano andati perduti partendo da un testo di Goldoni, che a dire il vero non si sa nemmeno se sia di Goldoni veramente o se sia una trascrittura delle improvvisazioni dei comici. Nel caso di questo Arlecchino invece, i codici sono sempre quelli di Strehler ma il testo è completamente originale perché è un adattamento di un canovaccio molto conosciuto nel ‘700 a Parigi e che da allora non è più stato rappresentato. È quindi una prima assoluta che ruota intorno ad un fatto storico. La compagnia di Luigi Riccoboni viene richiamata a Parigi nel 1716, dopo un periodo in cui gli attori italiani erano stati quasi cacciati dalla capitale francese. Riccoboni allora si circonda dei migliori interpreti dello stivale tra cui, per la prima volta in Francia, l’Arlecchino vicentino Tommaso Visentini (nomen omen), pronto a sostituire lo scomparso e amato Evaristo Gherardi. Ma il Visentini non parlava la lingua francese, deficit imperdonabile per il pubblico della capitale. Ed è qui che emerge il genio di Riccoboni nell’inventare un originale canovaccio dove il servo bergamasco diviene muto… per spavento!

“L’idea di fare lo spettacolo c’era da 3 anni – racconta ancora Zoppello – da quando abbiamo incontrato questo canovaccio in maniera fortuita, trovando un libro in un mercato dell’usato in cui Riccoboni raccontava questa storia. Mi son detto che dovevamo assolutamente farlo. Poi è arrivata la pandemia ma siamo andati avanti con il lavoro e alla fine abbiamo trovato i partner adatti e i co-produttori: Teatro Stabile del Veneto, di Bolzano e Teatro di Verona. Insieme alla fondazione Teatro Comunale di Vicenza”.

“Arlecchino muto per spavento”, con Sara Allevi, Marie Coutance, Matteo Cremon, Anna De Franceschi, Michele Mori, Stefano Rota, Pierdomenico Simone, Maria Luisa Zaltron, Marco Zoppello. Regia e soggetto originale di Marzo Zoppello.  Sarà in scena mercoledì 25 e giovedì 26 maggio alle 20.45 nella sala maggiore del Teatro Comunale di Vicenza. Biglietti e info a: https://www.tcvi.it/it/eventi/

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