L’ultima volta che ho avuto occasione di parlare con la Morte era un po’ arrabbiata con me, o meglio dire, con tutti noi
“ Per forza avete paura di me, guarda come siete abituati a rappresentarmi: uno scheletro ghignante, una figura incappucciata di nero che impugna la falce, una faccia incerata di bianco con l’orologio in mano che scandisce il tempo scaduto, e via elencando altre immagini orrifiche . .”
“ Perchè, sarebbe colpa nostra se ci fai paura ? ” chiesi
“ Be’, la rappresentazione che fate di me non vi aiuta, e aver paura della Morte ritengo non sia una buona strategia di vita ”
“ E come vorresti essere rappresentata ? ”
“ Io mi sento come una figura perennemente in viaggio, come una traghettatrice, una trasformista della materia, a volte come una consolatrice a cui si confidano riflessioni e rimpianti finali . . .”
“ Uhm, interessante. Non c’entra il fatto che tu sia vanitosa ? ”
“ Non sono vanitosa, lo faccio per voi, perché vi possiate avvicinare più tranquillamente a me, e non solo alla fine ma durante tutta la vostra vita; adesso mi sento esclusa. E, forse anche un po’ per me certo, a nessuno piace essere la più odiata di tutti ! ”
“ E quindi cosa suggerisci ? ”
“ Pensavo ad un concorso di idee . . . ”
A questo punto son scoppiato a ridere forte, ma mi sono subito trattenuto, perché l’ho vista molto seria, infatti ha ripreso il discorso
“ . . . un concorso di idee aperto a tutti gli artisti: pittori, poeti, musicisti, videomaker, giornalisti, artigiani, che mi rappresentino in maniera nuova ”
“ E cosa si vince ? ”
“ La prima volta che verrò a prendere il vincitore, non si farà trovare !”