Quando, durante l’audizione per il titolo di capitale della cultura italiana, ha preso la parola Elena Zambon, il messaggio di una forza imprenditoriale che diventa soggetto culturale è stato chiaro e diretto. Fin dal 2008, infatti, la Fondazione Zoé persegue l’obiettivo di “promuovere una moderna cultura del benessere e della qualità della vita, basata sui principi della conoscenza, della consapevolezza e dell’informazione”. Elena Zambon è cuore e anima del tutto ma il team della Fondazione, diretta da Mariapaola Biasi, è di estrema competenza ed efficienza. La settimana scorsa, dal 18 al 20 marzo, vi è stata una tre giorni di incontri, lezioni, concerti e laboratori sulla relazione tra musica, corpo, mente ed emozioni. Per la prima volta la direzione artistica è stata esternalizzata e affidata a Guido Barbieri, critico musicale e voce radiofonica, e a Angela Chiofalo, pianista e docente di pianoforte al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Entrambi con una forte propensione pedagogica e spinti dal desiderio di integrare la musica con la scienza e le dinamiche umane. Musica quindi, e la relazione con i nostri sensi e principalmente con la nostra materia grigia. Titolo della rassegna è stato: “Nella testa ho un campanello” a richiamare il concetto di “reazione” che la musica produce in noi e ad interrogarsi se tale reazione sia insita a priori nel cervello o sia un riflesso del suo funzionamento generale.
Luisa Lopez, medico neurofisiopatologo, ha aperto tutte e tre le giornate di lavoro. Un programma interessantissimo e denso di contenuti e ospiti. Andrea Apostoli, fondatore e Presidente dell’AIGAM
(Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale), ha parlato del metodo di insegnamento di Edwin Gordon che suggerisce di relazionarsi ai bambini con i suoni anziché con la parola ma nello stesso modo in cui si insegna (e si impara) un linguaggio. Il violinista Elio Loro ha trattato il tema delle mani di un musicista, di un violinista in particolare, che devono compiere movimenti rapidissimi con una precisione micrometrica. Mani protagoniste anche dello speach del chirurgo plastico Lauro Di Meo, mentre la flautista Maria Teresa Palermo ha evidenziato le specifiche competenze posturali, muscolari e
respiratorie che riguardano l’area delicatissima della bocca. Il momento forse musicalmente più importante è stato il contributo della splendida (in tutti i sensi) Gloria Campaner che ha affrontato il tema dell’ansia da prestazione pre-concertistica e di cosa accade di fronte alla paura. La pianista veneziana è stata la penultima ospite prima del gran finale con un bellissimo concerto per orchestra di clarinetti.
La Fondazione Zoé va ringraziata per il lavoro che svolge sul territorio e per la peculiare caratteristica di unire divulgazione colta ad intrattenimento, solitamente con grande successo di pubblico. Quest’anno le presenze sono state minori del solito. Pandemia, guerra, crisi eccetera forse allontanano la gente da temi seri e profondi? Ce lo chiediamo senza avere una risposta chiara. Anche perché il nostro stesso compito sarebbe quello di contribuire alla diffusione della conoscenza. Ma per riuscirci ci vuole sempre qualcuno che comunica e qualcun altro che ascolta. Nel frattempo, alle donne e agli uomini della Fondazione Zoé, vanno fatti tutti i complimenti possibili, aspettando la prossima rassegna.