L’OPPOSIZIONE A VICENZA. PARTE SECONDA

Non è che si voglia infierire, ma a volte si è un po’ costretti. Due settimane fa avevamo cercato di descrivere lo stato dell’opposizione a Vicenza. Una tiritera piuttosto sfilacciata e sguaiata, di lamentele su tutto, a priori, che in ogni caso è il leitmotiv di un modo di essere delle minoranze ovunque. Il governo Meloni, ad esempio, ha come contrappeso, proveniente soprattutto dal PD, una sorta di vuoto, addizionato dal nulla e gonfiato da una goffa andatura senza capo e coda. E questo, in democrazia, fa male, anzi malissimo a chi governa. Quello che un’opposizione matura, programmatica e adulta dovrebbe fare, è portare alternative, visionare scenari, essere proattiva al punto da diventare opposizione “di governo”. Mostrare quindi una valida altra via possibile. Ma il dire no, sempre no, a qualsiasi cosa, per partito preso, non solo non rende credibili gli interpreti di tale strategia ma vieppiù non aiuta il lavoro di chi ha gli oneri del potere e delle scelte. A Vicenza l’amministrazione Possamai si trova con problemi oggettivi da affrontare. Se il sindaco pare essere la persona giusta al posto giusto e nel momento giusto, la giunta a volte pecca ancora di inesperienza e di un certo ritardo di crescita. Ma lo si sapeva. Giunta giovane, pochissimo o per niente politica. Però c’è entusiasmo, ancora intatto dopo un anno e nove mesi vissuti in maniera molto intensa. Giacomo Possamai è un lavoratore indefesso, un politico di livello nazionale, un’immagine che da sola affranca la città da molte delle sue magagne. Gli si deve quindi perdonare e consentire tutto? Certo che no! E qui sta, o dovrebbe stare, il compito di una controparte che si prende davvero cura degli interessi della città e che, quindi, favorisce il buon governo proponendo la sua versione dei fatti. Invece a Vicenza, la politica della minoranza, è più vicina al volantinaggio, agli slogan livorosi e malposti. Il colmo è stato raggiunto nei giorni scorsi dall’ex sindaco ed ex civico Rucco che ha attaccato l’amministrazione corrente commentando l’elaborazione di Openpolis sul lavoro femminile e sui servizi per l’infanzia. Così ha tuonato Rucco: “A Vicenza fallimento sul lavoro femminile e sui nidi, Possamai smentito dai numeri, servono misure concrete per le famiglie”. Il tema era l’uscita di dati per cui la città risultava sotto la media provinciale sia per l’occupazione femminile sia per i posti negli asili nido. Il piccolissimo problema era che quei dati erano relativi all’anno 2022. E chi governava nel 2022? Ora, come dice Luca Bizzarri: ma non hanno un amico? Uno che gli dice: “prima di parlare pensaci”? Perché il programma di Rucco nel 2018 recitava “sicurezza, no slogan” e invece è tutto uno slogan su qualsiasi cosa senza neanche preoccuparsi sia pure riferito al proprio operato. Un sindaco che critica se stesso a sua insaputa mancava alle cronache, dobbiamo ammetterlo. D’altronde la foga tira brutti scherzi.

Ma al di là della gaffe, che va forse capita in quanto un civico duro e puro come Rucco non è tenuto a conoscere i gangli dell’informazione politica (…), come stanno realmente le cose? Per quanto riguarda gli asili nido, i dati di luglio 2024, parlano di un aumento di circa trenta unità, con l’istituzione per la prima volta in Comune della sezione primavera, per i bambini più grandi dai 24 ai 36 mesi, e l’assunzione di nuovo personale per i servizi educativi. Sul fronte bonus, che poi è la vera e grande promessa della scorsa campagna elettorale, ad oggi i genitori pagano il 40% in meno della retta di loro competenza escluso il contributo INPS. Un impegno che vede il comune aver già erogato per questi primi due anni circa 280mila euro. Sul lavoro femminile è nel frattempo nato un piano per la città per la conciliazione vita lavoro e per superare i divari di genere, da cui sono emerse numerose proposte, e su alcune si stanno promuovendo progetti di fattibilità. Un esempio la possibilità di agevolare i genitori che possano collegarsi dalle sedi aziendali per i colloqui scolastici, anziché chiedere ore di permesso, con le difficoltà organizzative correlate. È sorto un bando, capofila il comune di Vicenza, per finanziare l’imprenditoria giovanile, in cui è stata inserita una premialità maggiore riferita alle donne. In cantiere, grazie a una mozione sui congedi parentali, vi è la promozione del coinvolgimento dei padri, nell’ottica di spostare sempre di più il carico verso una gestione congiunta che consenta ad entrambi i genitori di esprimere la propria genitorialità e alle donne di non uscire dal mercato del lavoro, con la difficoltà del rientro.

Sono questi i mali di Vicenza quindi? O forse c’è ben altro? E quell’altro che c’è è prettamente vicentino o è una crisi di sistema economico di un paese fermo anche per colpa di una politica centrale ormai solo fatta di comunicazione? La distrazione di massa che Meloni usa continuamente ne è prova. L’ultima caciara su Ventotene (costruita ad hoc) ne è esempio chiaro. In questo, Possamai dimostra distacco e correttezza, evitando di scendere ai livelli della bagarre populista. L’invito a Veltroni per il 25 aprile ne è fulgido esempio. Quel Veltroni che, con grande coraggio, fondò un Partito Democratico unendo DS e Margherita, tradizioni progressiste e riformiste e liberali, e insistendo fortemente sulla vocazione maggioritaria, giocandosi le elezioni con coraggio identitario, salvo quel macroscopico e inspiegabile errore dell’alleanza con Di Pietro, quota giacobina di un periodo storico e di un modo di fare politica che un liberale vorrebbe dimenticare. Ma rimane il fatto che Veltroni è un’intellettuale ormai libero, che poco o nulla interviene sui media, e che a differenza di Prodi (per rimanere nell’attualità e nel chiacchiericcio) quasi si defila anche dalle controversie e non litiga con la stampa, che è sempre una cosa deplorevole. Lo stile Possamai si vede anche in questi particolari, basta ricordarsi di chi invitò durante la campagna elettorale, mentre i civici di destra avevano Salvini un giorno si e l’altro pure e Donzelli e compagnia. Ma dicevamo dei problemi di Vicenza. Non serve essere attenti reporter per captare quel che la gente dice in giro per piazze e vie. Si parla sempre e solo di due cose: chiusura dei negozi e sicurezza. E sono due problemi evidenti, gravi, di difficilissima soluzione. Partiamo dalle attività commerciali. Un po’ di dati. Il Sole 24 ore riporta che tra il 2012 e il 2023 sono spariti in Italia oltre 111mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante. Scoop: non sono tutti a Vicenza! Basta muoversi appena fuori le mura e lo si vede. Oppure usare questa cosa di cui parlano i giovani: internet. Questo equivale a dire: mal comune mazzo gaudio? Il contrario. Equivale a preoccuparsi ancora di più. Il commercio al dettaglio è in una crisi che probabilmente non ha punto di ritorno. Le vendite online crescono, i centri commerciali tengono ma sono anch’essi ad un livello di vendite clamorosamente inferiore a 15 o 10 anni fa e quando si sente dire che in centro città non si vende mentre al centro commerciale va molto meglio, si dovrebbe fare attentamente la tara e capire che va tutto calibrato con un’attenzione che le frasi ad effetto non considerano. Dieci anni fa si vendeva lo stesso molto meno in città che nei centri commerciali, solo che adesso le cifre sono scese drasticamente. Tra vent’anni ci saranno ancora i negozi come oggi li conosciamo? Ci porterà a casa la spesa un drone? Il problema a monte è non aver pensato i centri commerciali dentro ai centri storici? Sono domande che rimangono aperte ed hanno un grande bisogno di proposte e non di polemiche tra tifoserie.

Fronte sicurezza. Vicenza (sempre fonte Sole 24 ore) è la 59esima città italiana per atti delinquenziali (tra furti, rapine, minacce, incendi, omicidi, ecc…) dentro ad uno scenario nazionale in ogni caso non drammatico. I senzatetto in città sono in diminuzione rispetto a due anni fa. Quel che aumenta è la povertà e il disagio. Gli italiani hanno sempre meno soldi, pagano sempre più tasse, non risparmiano e gli si racconta che è colpa della sicurezza e dell’Europa. Campacavallo. La cosa divertente poi è che sul sito del Ministero dell’Interno si legge che “la sensazione di insicurezza non sembra aver spesso però un diretto riscontro nella realtà”, che è sia vero che falso, nel senso che è palese si stia peggio, ma è altrettanto chiaro come ci sia modo e modo di parlarne.

Ma Rucco poi come ha reagito al suo scivolone mediatico? Beh, facendo sostanzialmente finta di nulla, come impone l’educazione populista. Ha rilasciato un comunicato in cui afferma (pressapoco) che in realtà voleva dire che proprio dal 2022 in poi aveva deciso di intervenire per cambiare il trend negativo di quei dati ma che ora Possamai non sta portando avanti quella visione. È tutto bellissimo.

P.S. a proposito di visioni. C’è una lista civica che a maggio 2023 ha preso il 25% delle preferenze e oggi non esiste più. Alla faccia degli elettori e del loro essere rappresentati.

Aprile 2025

L
M
M
G
V
S
D
31
1
2
3
4
5
6
Events for 1 Aprile
Nessun evento
Events for 2 Aprile
Nessun evento
Events for 3 Aprile
Nessun evento
Events for 4 Aprile
Nessun evento
Events for 5 Aprile
Nessun evento
Events for 6 Aprile
Nessun evento
7
8
9
10
11
12
13
Events for 7 Aprile
Nessun evento
Events for 8 Aprile
Nessun evento
Events for 9 Aprile
Nessun evento
Events for 10 Aprile
Nessun evento
Events for 11 Aprile
Nessun evento
Events for 12 Aprile
Nessun evento
Events for 13 Aprile
Nessun evento
14
15
16
17
18
19
20
Events for 14 Aprile
Nessun evento
Events for 15 Aprile
Nessun evento
Events for 16 Aprile
Nessun evento
Events for 17 Aprile
Nessun evento
Events for 18 Aprile
Nessun evento
Events for 19 Aprile
Nessun evento
Events for 20 Aprile
Nessun evento
21
22
23
24
25
26
27
Events for 21 Aprile
Nessun evento
Events for 22 Aprile
Nessun evento
Events for 23 Aprile
Nessun evento
Events for 24 Aprile
Nessun evento
Events for 25 Aprile
Nessun evento
Events for 26 Aprile
Nessun evento
Events for 27 Aprile
Nessun evento
28
29
30
1
2
3
4
Events for 28 Aprile
Nessun evento
Events for 29 Aprile
Nessun evento
Events for 30 Aprile
Nessun evento