L’OPPOSIZIONE A VICENZA

Piove, governo ladro! Quel modo di dire per cui è sempre colpa di chi comanda, pare stia tornando di gran moda in città. La prima testimonianza dell’uso di questa espressione è attribuita al vignettista Casimiro Teja, direttore del giornale satirico torinese Il Pasquino, che la utilizzò in una vignetta umoristica del 1861 che raffigurava il fallimento di una dimostrazione di mazziniani a Torino, rovinata dalla pioggia di quel giorno. Nella vignetta si trovavano tre manifestanti riparati sotto un’ombrello, uno dei quali esclamava il motto divenuto poi celebre “accusando” il governo di aver provocato la pioggia per poter impedire la dimostrazione politica. Oggi, l’opposizione cittadina, è unita nell’addossare ogni demerito per qualsiasi magagna, anche minima, all’amministrazione Possamai, ma non in maniera fattuale bensì in un “dagli al sindaco” aprioristico che cerca di alzare polvere per nutrire e indirizzare il malcontento e ottenere un pugno di voti. La rottura dell’impianto di climatizzazione a Palazzo Chiericati, ad esempio, con conseguente allagamento molto pericoloso per le prestigiose opere esposte, è stato dai primi minuti bollato come prova di inadeguatezza di assessore, dirigente e, ovviamente, sindaco. Guasto poi risolto e museo riaperto. Ma pazienza, ha piovuto e quindi basta come prova che il governo è ladro. Nei giorni scorsi Francesco Rucco, sui social, commentava indignato una spaccata al supermercato Alì. Dopo poco, un suo ex compagno di avventura nonché candidato nel 2018, gli faceva notare che le stesse identiche cose e oltre, capitavano anche durante il mandato del fu civico Rucco ma che non si ricorda di post simili. Acrimonie personali? Oppure l’ennesima prova che finché stai all’opposizione è tutto molto più facile? La Meloni che voleva togliere le accise, tagliare le tasse, chiudere i porti, fare la voce grossa in Europa, rilanciare l’industria e il made in Italy, ha poi fatto una, anche solo mezza di queste cose? Certo, a Giorgia le attenuanti vanno pure un po’ date, se vogliamo, visto l’alleato ed i ministri che si ritrova e visto che mai prima aveva svolto questo ruolo. Ma l’attuale minoranza non è “vergine” e sui temi caldi che ora sono al centro degli attacchi (sicurezza in primis) non è che abbia fatto sto granché mentre governava e in ogni caso è gente che capisce, o dovrebbe capire, molto bene come si governa e quanti e quali sono i problemi. Però per Rucco Vicenza è diventata come Gotham City ed è anche divertente perché la stessa similitudine l’ha usata prima un giornale vicino all’opposizione. Coincidenze?

Sia detto chiaramente: le enormi difficoltà di gestire la cosa pubblica in un paese tendenzialmente in declino, dotato di un sistema disarticolato e non performante, sono un ostacolo perenne. Per questo motivo ci si dovrebbe sforzare di capire sempre le ragioni di chi governa, ed in particolar modo in questo scenario in tumulto, alle prese con colossali novità di cui è letteralmente impossibile prevedere gli sviluppi e le conseguenze. Con un tendenziale governismo, bisognerebbe contrastare il più becero e diffuso senso comune populista, per cui la prima cosa di successo che puoi dire in un bar o su un social è prendersela con chi sta in alto, con chi comanda. Insomma con gli altri, i quali (dice il cretino dilagante) stanno al potere per farsi gli affari loro e fregare i poveri cristi, che hanno a loro disposizione le sole armi della ribellione, della protesta, del mugugno. Chi non è contento dello stato delle cose esistenti, a qualsiasi livello, deve semplicemente organizzarsi e attrezzarsi per fare valere le buone ragioni, convincendo gli interlocutori della loro forza. 

Tornando strettamente agli affari di casa nostra, il governo Possamai entra adesso nella sua seconda primavera. Tra nove mesi sarà a metà mandato, di solito la prima scadenza in cui fare un piccolo bilancio. Invece l’opposizione ha già condannato e se anche uno scivola su una buccia di banana in centro storico è colpa del primo cittadino. Sia detto senza ci siano dubbi: l’operato dell’amministrazione finora è perfettibile e su più livelli, ed il primo a riconoscerlo siamo certi sia proprio Giacomo Possamai. Ma nel frattempo ci sono anche evidenti passi verso la giusta direzione. Pochi giorni fa un’altra delle promesse elettorali è stata mantenuta con l’annuncio dell’ampliamento di park Fogazzaro. I senzatetto che dormono in centro storico sono un terzo di quanti fossero a giugno del 2023. E questo a poco più di due mesi da una serie di traguardi progettuali (di cui avevamo ampiamente parlato qui) come la nuova piazza Matteotti e l’ex macello, i giardini di San Biagio, l’ala Roi al Chiericati, la recinzione della parte ovest di Campo Marzo e il fiore all’occhiello costituito dalla nuova Bertoliana. Ma tutto passa in cavalleria perché pare che Vicenza sia la peggior città del mondo, la più insicura, quella da cui i commercianti fuggono. Tutti problemi presenti, non nascondiamoci, ma tutti doverosamente da inserire in ragionamenti ben più ampi, calibrati e realistici. Provate a farvi un giro in qualsiasi altra città e poi dite se il grado di sicurezza sia lo stesso di venti o anche di dieci anni fa. Provate a riflettere anche solo su un dato che dice che dal primo gennaio al 31 dicembre 2024 nel Veneto si sono chiusi 1500 negozi. Colpa di Possamai immaginiamo. Provate a farvi i conti in tasca e capire come sia salito vertiginosamente il caro vita e come moltissime famiglie fatichino ad arrivare a fine mese. Il problema per altro sta molto più in alto e ironicamente è gestito in modo ben poco risolutivo proprio dal partito che esprime l’attuale minoranza cittadina. Del sindaco, almeno, non si può certo dire sia subalterno alla linea del suo partito. E ci sentiamo di aggiungere un: grazie a Dio!

Piccola postilla che forse non c’entra ma anche si. Tra i mille deliri, Trump se l’è presa con Biden per aver speso 8 milioni per fare i “topi transgender”, il problema è che invece si trattava di “topi transgenici” e chiaramente non c’entrano niente con l’identità di genere. I fatti oramai non contano più in questo tipo di comunicazione politica. Per i prossimi giorni è previsto brutto tempo, speriamo non piova troppo.

BUON ANNO?

C’è un pezzo di storia della televisione ed è quello della diretta della sera del 31 dicembre 1977 con Enrico

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