Le facce delle persone erano per lo più tra lo stupito e il meravigliato. Pochi si aspettavano davvero quello
che, una volta entrati in Fiera, si sarebbe mostrato ai loro occhi. Relazionésimo è stata una tre giorni non
solo di incontri, ma soprattutto di visioni. Il concept stesso è una visione e l’allestimento ne rispecchiava
le ambizioni. Una grande parete/video ti accoglieva portandoti subito in una dimensione dove la
tecnologia non diveniva mai fredda padrona, lasciando al centro l’emozione umana, le reazioni tue in
quanto persona. Aggirarsi poi tra le varie sale in cui si svolgevano i dibattiti, le presentazioni di libri, gli
appuntamenti con architetti, comunicatori, rappresentanti del mondo culturale, diventava da subito gioco
anche ludico. Una fiera ed una festa. Un modo per passare tre giorni lontani da tutto e al contempo dentro al tutto. Dimensioni parallele che si fondevano in un’unica via che diventa l’uscita dal gorgo
contemporaneo.
Ketty Panni e Ombretta Zulian hanno coraggio da vendere e va loro dato tutto il merito possibile. Ora sta
anche a tutti noi far diventare questa esperienza un qualcosa di calato su territorio e comunità. Le carte in
regola ci sono tutte. Inutile qui descrivere uno o più momenti salienti del lungo weekend. Di certo è stata
la somma del tutto ad imporsi. Diceva Albert Einstein: “Se pensi che un obiettivo sia impossibile non
disturbare gli altri che lo stanno raggiungendo” e le due cofondatrici di Beate Vivo Farm vanno supportate e alimentate con partecipazione e nuovi input. Relazione oggi vuol dire tutto. Siamo in piedi davanti ad un baratro fatto di personalismi, chiusure, rancori. La politica è tornata ad essere odio, guerra, ahimè non solo metaforica. L’economia stessa necessita di un nuovo umanesimo. Non sono quindi Panariello o Noemi il senso di quello che è andato “in scena” negli scorsi giorni. Non sono nemmeno Sgarbi o il Presidente Zaia. Siamo noi tutti. Solo che dobbiamo rendercene conto e fare rete e comunicare in modo tale da conoscere la materia stessa del nostro lavoro: l’uomo.
Unica piccola critica la rivolgiamo al reparto food and beverage che avrebbe potuto essere più ricco ed
accogliente. Una manifestazione del genere invogliava a passare intere giornate nel padiglione. Spingeva
a farsi una vacanza a Relazionésimo. Ma per quella serve un altro livello di accoglienza. Per tutto il resto
solo complimenti e pure molti.