Il cambiamento segue una crisi, nessun cambiamento avviene quando una situazione è calma è tranquilla. Ne siamo tutti consapevoli, razionalmente, ma emotivamente non lo siamo. Le abitudini sono rassicuranti, rifare le stese cose ogni giorni ci da la sensazione che il tempo si fermi. Certamente è un po’ noioso, ma è molto rassicurante.
Poi un giorno ci ritroviamo in una pandemia, subiamo dei lock down, ci scontriamo su cose che tutti riteniamo lapalissiane ( vaccino si-vaccino no), tutta la nostra personale esistenza viene capovolta. Per due anni parliamo con le persone quasi esclusivamente per telefono, facciamo qualsiasi cosa da soli, evitiamo di aggregarci, per due anni… e poi quando è finita scoppia la terza guerra mondiale (più o meno) e non abbiamo neanche la forza di chiederci perché, ci domandiamo solo a chi può saltare in testa di fare una guerra in Europa. Già il modo in cui ci preoccupiamo della guerra manifesta quanto è cambiata la situazione. Per lo più siamo distratti, cerchiamo di non pensarci se la cosa non ci tocca direttamente.
Stiamo cercando disperatamente di tornare a fare la vita che facevamo ormai tre anni fa. Uscire il sabato, anche il venerdì e possibilmente la domenica. Ma le abitudini sono cambiate, le relazioni sono cambiate, le persone sono cambiate. “Certo uscivo con te, ma a te non piace sentirsi per telefono e ho passato le ore a parlare con esso, che vive a 60KM di distanza, che non vedo praticamente mai, ma almeno ha avuto tempo di chiamarmi”.
Ci sono un’infinità di situazione che ci dimostrano che è cambiato tutto. Gli adolescenti hanno scavallato almeno due generazioni:sono stati così attaccati allo schermo che credo ci troviamo davanti ad adolescenti del 2080 e noi ci sentiamo vecchissimi.
E tutti cerchiamo di tornare alla normalità, che non era normalità , era solo la nostra quotidianità di tre anni fa.
Bisogna smetterla di fare fatica per tornare ad una situazione che non esiste più. Non abbiamo più quegli automatismi che ci facevano godere della situazione pre-pandemica, non ci piace più neanche fare le stesse cose di prima, non sappiamo più cosa ci piace fare e non sappiamo se potremo farlo per più di una settimana. E se non fai qualcosa per più di una settimana è difficile che possa cominciare a piacerti. Non abbiamo più l’energia per seguire un corso, per uscire la sera e andare in palestra dopo che per due anni abbiamo fatto flessioni in camera.
E allora come se ne esce? Bisogna uscirne? Se non avete voglia di cambiare la situazione forse state bene così… chiedetevelo, perché il cambiamento parte solo da una crisi.
Certo abbiamo smesso di fare cose che eravamo convinti rendessero la nostra vita migliore, ma ci siamo accorti che siamo sopravvissuti lo stesso. Certo in questi due anni ci siamo sentiti deprivati di qualcosa, ma sembra che non abbiamo tutta questa voglia di tornare indietro. Forse è arrivato davvero il momento di “uscirne migliori”, forse è arrivato davvero il tempo di chiedersi come impegnare il tempo in modo utile e gratificante e di chiedersi come vivere quella libertà che sappiamo non essere scontata. E poi è ora di …
