LA SCUOLA DEL FUTURO, OGGI

A cura di Francesca Carli

PASSIONE, CURIOSITA’, VOGLIA DI ESPLORARE E DESIDERIO DI COOPERARE

Parliamo del metodo SEM con Lara Milan, autrice di una Guida pratica a questo innovativo modello di arricchimento scolastico.

Si discute molto in questo periodo di come rinnovare la scuola, di quali strade intraprendere per ripensarla.

Dopo i mesi difficili della pandemia, riflettiamo con Lara Milan su come potrebbe essere il cambiamento, non per riprendere una scuola post Covid, ma per costruire quel modello di scuola forse da tanto tempo desiderato, più interessante, più motivante, che metta al centro la studentessa, lo studente, la loro cultura e la costruzione della loro competenza.

Dottoressa, sta per uscire un suo libro nel quale si descrive una proposta nuova, almeno per l’Italia, di arricchimento scolastico. Cosa c’è di diverso rispetto alle pratiche educative più diffuse oggi nelle nostre scuole?

Il Modello di Arricchimento Scolastico che presento si chiama SEM (dall’inglese Schoolwide Enrichment Model); vanta oltre quarant’anni di ricerca scientifica svolta presso l’Università del Connecticut da due dei massimi esperti di Gifted and Talented Education, il Prof. Joseph Renzulli e la Prof.ssa Sally Reis. Ho avuto modo di implementare il Modello SEM per la prima volta in Italia in una scuola secondaria di primo grado proprio di Vicenza ed abbiamo dimostrato come il SEM sia in grado di infondere attività di arricchimento all’interno del regolare curricolo scolastico. Nelle attività SEM il ruolo dello studente si trasforma da quello di discentea quello di investigatore perché utilizza il modus operandi di un professionista che “pensa, sente, e agisce” come un apprendista, sperimentando le gioie e le frustrazioni della produzione creativa. Questo approccio mette al centro lo studente che da fruitore, spesso passivo, diventa creatoredi conoscenza.

Lara Milan

Mi sembra di capire che il modello, pur elaborato da esperti di alunni cosiddetti gifted, cioè per alunni con un quoziente di intelligenza sopra la media, abbia dimostrato eccellenti risultati anche in un’applicazione diffusa a tutta la classe, quindi in un’ottica inclusiva.

Proprio così: nei processi di ideazione, pianificazione e progettazione gli studenti sviluppano abilità d’interagire efficacemente con i compagni, sviluppando abilità sociali, relazionali e di teamwork, quelle tanto richieste nel mondo del lavoro. L’apprendimento, come è noto, viene facilitato e rafforzato dalla collaborazione tra pari. Inoltre, se è anche auto-motivato in attività auto-selezionate in base ai propri interessi personali diventa molto più significativo. Gli studenti comprendono che i loro interessi, passioni e attitudini personali vengono riconosciuti, valorizzati e che possono essere coltivati anche all’interno della scuola durante le attività di arricchimento SEM.

Insomma, una conferma di quanto le neuroscienze ci dicono: l’apprendimento migliora e si stabilizza più facilmente in una condizione arricchita di stimoli sociali e cognitivi. Ci può fare un esempio?

Le attività di arricchimento sono guidate da un mentore: un esperto, una persona della società civile, del mondo delle professioni, in grado di contaminare gli studenti con la passione per il proprio lavoro e al contempo di trasferire metodologie, strumenti e competenze impiegate quotidianamente. In tal modo gli alunni acquisiscono conoscenze sia di contenuto che di metodologia del processo, Tali esperienze rappresentano la forma migliore di orientamento che permette agli studenti, fin dai primissimi anni di scolarizzazione, di sperimentarsi in attività creative e produttive che permette loro di conoscere i propri punti di forza, una sorta di palestra di imprenditorialità.

Spesso le idee sono buone ma diventa complicato realizzarle: ci dica, quali sono secondo lei i tre requisiti fondamentali per una scuola che voglia adottare il modello SEM?

Come sostengono i Proff.ri Renzulli e Reis, il primo requisito per implementare il SEM nelle scuole è una conoscenza approfondita del Modello. Ciò richiede una formazione professionale specifica che oggi si avvale anche di un utile strumento, appunto questa Guida Pratica. Un altro requisito importante è la condivisione di uno dei principi fondanti del SEM, e cioè che le scuole dovrebbero essere luoghi per lo sviluppo del talento, di ciascun alunno, lo sottolineo, in relazione alle proprie attitudini e caratteristiche. Il terzo requisito è la convinzione renzulliana che l’apprendimento può essere attraente e, come dimostra la ricerca sul SEM, quando si prova la gioia di apprendere, automaticamente aumenta l’impegno e l’entusiasmo per l’apprendimento e, conseguentemente il rendimento scolastico.

Il ministro Bianchi ha sottolineato in questi mesi l’importanza di una scuola come centro civico, come hub della conoscenza; una scuola che si arricchisce attraverso le esperienze culturali del territorio, grazie alle collaborazioni col mondo dell’impresa e della società civile: lei ritiene che il modello SEM possa riconoscersi in questa idea di scuola aperta, dalle pareti di vetro?

La scuola SEM è proprio una scuola aperta al territorio che importa nella propria pratica educativa stimoli, interessi, argomenti che normalmente non sono contemplati nei curricoli scolastici, permettendo agli studenti di sperimentarsi adottando modalità e competenze del mondo del lavoro attuale, contribuendo a dare agli studenti una migliore comprensione della realtà.

La scuola SEM appare presentarsi al territorio come una sfidante opportunità per importare i nuovi saperi e le nuove competenze all’interno della pratica educativa quotidiana, creando una sinergia con il territorio, le professionalità, gli esponenti del mondo civile che, assieme al network di insegnanti, genitori, studenti e dirigenti collabora fattivamente con un obiettivo comune: sviluppare le potenzialità di ogni studente, affinché diventino adulti realizzati e felici, lavoratori empatici in grado di affrontare i cambiamenti del futuro.

Una visione di futuro educativo, un progetto di vita che certamente ogni genitore vorrebbe prendesse forma.

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