Luca Dal Molin è un instancabile motore di eventi, cultura e collegamenti. Unisce persone e luoghi, muove nomi altisonanti che lo seguono solo perché è lui. Svolge un lavoro talmente prezioso che sarebbe da elogiare pubblicamente e noi ci proviamo. Dopo aver chiuso meno di due mesi fa la terza edizione della Biennale del Cortometraggio a Vicenza, ora apre la quarta edizione della rassegna di documentari italiani a Isola Vicentina. Luca è bellunese ma ormai vicentino de facto. Scommette su Vicenza perché capisce le risorse artistiche e creative presenti in città e provincia, sa che un terreno fertile va coltivato con pazienza, senza pause, attendendo i frutti che prima o poi arriveranno. Senz’altro l’impresa è difficile e sappiamo bene quanto sia faticoso portare un format che rimanga negli anni nella nostra realtà. Troppi sono i tentativi che poi si rivelano come meri eventi spot e poco altro. Ma i progetti di Dal Molin hanno fondamenta pesanti. Una rete di relazioni formate da anni di lavoro a contatto con i festival del cinema più importanti, soprattutto la Biennale di Venezia. L’appoggio dell’Istituto Luce e della Rai. La vicinanza di tantissimi protagonisti assoluti del mondo del cinema che riconoscono a Luca capacità progettuali fuori dal comune e una dedizione rara alla causa.
Con queste credenziali si apre oggi la quarta edizione della rassegna documentaristica al Teatro Marconi a Isola Vicentina. Paese che ha appena chiuso, per altro, una splendida esperienza letteraria con “Profumo di Carta” a Villa Cerchiari, dove sono stati protagonisti calibri assoluti come, tra i molti, Alessandro Piperno e Ferruccio De Bortoli. Che un territorio così periferico sia portatore di iniziative che non sfigurerebbero affatto in città capoluogo è nota di merito per tutta la comunità di Isola Vicentina. Luca Dal Molin iniziò qui nel 2018 e in questi tre anni ha portato artisti come Alex Infascelli con uno splendido film su Kubrick, o Pappi Corsicato con un bellissimo ritratto di Julian Schnabel. La rassegna è esplosa nel 2020 con la grandissima Letizia Battaglia e il suo ormai storico lavoro dentro all’inferno della mafia siciliana. Oggi, mentre prende il via la quarta edizione, siamo di fronte ad una realtà riconosciuta in tutta Italia che ha ospiti sempre più importanti. Ospiti che, tra l’altro, vengono gratuitamente, col solo scopo di diffondere la loro arte e divulgare un mondo, quello del documentario, che sta sempre più prendendo piede anche nelle piattaforme streaming e nei cinema. Forse calare la narrazione documentaristica in provincia ha molto più senso di quanto si possa pensare, perché certi disagi, certe urgenze, trovano una sensibilità maggiore nelle periferie. Per quest’anno, Dal Molin ha costruito un cartellone denso che unisce come sempre la qualità alla capacità di intrattenimento. Come recita la presentazione: “raccontare il reale significa inventarlo. Nella messa in scena, nella narrazione, significa diventare parte di quella storia fino a non distinguerne più i confini. Significa abbandonarsi e perdere il controllo. Realizzare un documentario è un atto di fede”. Luca sa bene che serve un lavoro costante se si vuole far cultura oggi. Le sale non si riempiono più come un tempo, la massa si è allontanata dall’impegno, occorre essere puntigliosi e insistenti e non guardare all’immediato ma ad un progetto di lunga gittata. ViCult seguirà il festival nei suoi tre giorni, soffermandosi soprattutto sugli eventi principali. Segnaliamo comunque alcune eccellenze come “Il Tempo delle Donne” di Peter Marcias, sulla parabola umana di Nilde Iotti, e “Locus a Lucendo” di Alessandra Lancellotti e Enrico Masi che ripercorre la vicenda artistica e personale di Carlo Levi. Qui di seguito comunque il programma nella sua completezza. L’ingresso è gratuito. Green Pass ovviamente obbligatorio.
