Gabriele Scotolati è una delle ultime figure vicentine che possiamo senza dubbio definire “storiche”. Da almeno 40 anni il suo genio stralunato, libero, giocoso e dissacrante, ha reso spesso più vive queste placide vie. Scotolati ha portato un’arte goliarda ma puntuale, concettualmente e formalmente coerente e impeccabile. Egli è di fatto uno dei disegnatori più importanti a livello nazionale e il suo essere “personaggio” non deve apparirci sminuente ma piuttosto un correlativo situazionista alla sua arte scardinatrice. Ogni anno, verso i primi di dicembre, arriva puntuale il suo calendario, che a volte non è nemmeno l’unico che produce in un’annata e che ogni volta riesce a dare spunti nuovi. Quest’anno protagonista è la tombola, il gioco natalizio per eccellenza, ed è bizzarro come non gli fosse venuto in mente prima ma d’altronde Gabriele sulle bizzarrie ci campa.

Il calendario che ci accompagnerà nel 2025 si chiama Tombolendario, due fogli con 6 mesi ognuno, in cui Vicenza incontra idealmente Napoli, la patria della smorfia, e se apri poi i fogli scopri sul retro l’intero tabellone coi numeri. Però essendo un prodotto di Scotolati non poteva essere normale e quindi la sua tombola ha 91 numeri e ogni singolo numero ha una traduzione in vicentino rispetto all’originale napoletano (grazie al lavoro di Antonio Stefani, altro bardo della storia della città). La smorfia napoletana è un’antica tradizione popolare campana legata all’interpretazione dei sogni e alla loro associazione con numeri. È particolarmente famosa per il suo utilizzo nel gioco del Lotto, dove i numeri suggeriti dai sogni vengono giocati nella speranza di vincere. Il termine “Smorfia” potrebbe derivare da “Morpheus”, il dio greco del sonno e dei sogni. Tuttavia, è anche associato all’arte di interpretare in modo fantasioso e simbolico eventi e sogni. Quando una persona sogna qualcosa, cerca di decodificarlo attribuendogli significati simbolici. Ogni elemento del sogno (oggetti, persone, animali, situazioni) viene associato a uno o più numeri specifici. La Smorfia assegna un numero a ciascun elemento del sogno. Per esempio il numero 90 è “la paura”, il numero 1 rappresenta “l’Italia” o “l’uomo”, il numero 13 è “Sant’Antonio”, mentre il numero 48 rappresenta “il morto che parla”. Chiaro è che la smorfia napoletana spesso associa numeri a immagini vivide o situazioni ironiche e grottesche, riflettendo il senso dell’umorismo e la creatività della cultura napoletana. Ad esempio se una persona sogna di essere inseguita da un gatto nero che parla, nella Smorfia si cercheranno i numeri corrispondenti a: “Parlare” (numero 48), “Gatto” (numero 3) e “Nero” (numero 20). Parliamo quindi di un’affascinante combinazione di tradizione, superstizione e gioco.

E tutto questo lo si ritrova traslato nel Tombolendario di Scotolati che parte dal numero 1 (l’Italia) e termina come detto col numero 91 che non poteva essere nient’altro che Gabriele Scotolati in persona, ritratto “scartellato” come si dice a Napoli. Il 91 è una variante, un’incognita, e se esce va restituita l’ultima vincita. Se uno fa tombola chiama altri tre numeri e se uno di questi è il 91 si restituisce anche la tombola al banco. Queste le regole. Vicenza quindi incontra Napoli e tutti i numeri della smorfia napoletana sono stati tradotti in vicentino. Il fatto è che a Napoli ogni numero ha una definizione mentre da noi non tutti. Esempi: il 22 a Napoli è o pazzo da noi sono le ochette. Il 47 è il morto e il 48 il morto che parla. Qui il 47 è il morto che parla e il 48 è il dieci giugno (con riferimento al 1948 e alla battaglia di Monte Berico), il 71 è uom’ di merda e qui è figura porca. O piezz e carne diventa il cician e così via.

Oltre al calendario e alla tombola, col Tombolendario troverete una stampa raffigurante uno scorcio vicentino firmata dal maestro. In questi giorni e per tutta la durata del periodo festivo, potrete incontrare Scotolati in giro per la città a vendere il suo calendario, che comunque potete tranquillamente acquistare anche nelle edicole e nelle librerie.
