Lo ripeteremo fino allo sfinimento perché per noi è una sorta di dogma: non può esistere nessun vero progetto culturale senza un lavoro serio di divulgazione al suo interno. Anche per questo motivo quel che fa Ubif ci sta particolarmente a cuore. Quello che Sacha Catalano e Alberto Sinigaglia portano in giro in città ormai da più di 3 anni, è un percorso di formazione nell’ambito della fotografia contemporanea che unisce i concetti di scuola e di bottega, di studio e di pubblicazione collettiva. Gli aspetti interessanti sono molti. Ubif opera avvicinando chiunque, anche i neofiti, e partendo da temi specifici analizzandoli attraverso la storia dell’arte e, ovviamente, della fotografia. Poi favorisce lo scambio di foto, di idee, di esperienze, portando la crescita individuale e quella del gruppo di lavoro sullo stesso piano. Così facendo ottiene di essere veicolo conoscitivo sia storico che tecnico, e crea alla fine non solo nuovi artisti ma anche un atteggiamento molto più consapevole verso il mezzo espressivo. Non si può capire un’opera d’arte senza conoscere la storia dell’arte presa in esame. Non si può improvvisarsi artisti senza applicazione tecnica. Ubif ci mette anche il rapporto umano tra i partecipanti in tutto questo, e diventa laboratorio culturale a tutto tondo. Ne parliamo con il presidente, Sacha Catalano.

“Ubif, (una breve indagine fotografica), nasce nel 2018 col primo corso di formazione di un anno fatto con Alberto Sinigaglia, in cui tutti partecipanti portavano un loro progetto. Poi abbiamo ufficialmente aperto l’associazione nel 2019. Quindi fatalmente è arrivata la pandemia e per un lungo periodo siamo stati costretti ad incontrarci solo online. In quei mesi è nata l’idea della rivista (“Quaderni”) ed il primo numero aveva come tema proprio il lockdown, il rapporto con la casa e l’isolamento. Il secondo volume parla invece del concetto del camminare che è anche un po’ la risposta al primo numero, la vita fuori dopo quella vissuta dentro”.

La rivista è costruita da giovani fotografi professionisti e da altri, invece, amatoriali. Il filo rosso è unire persone con più competenza a chi ne ha meno per sviluppare un lavoro di costruzione e di travaso. Anche la rivista è una bottega/laboratorio con un tema per numero.

“All’inizio guardiamo i grandi maestri che hanno lavorato sul tema e poi lo si sviscera e si forniscono gli strumenti a chi viene per poter lavorare. Prima devono conoscere quel che c’è stato nei secoli su quel tema specifico e poi si mettono all’opera. Ci si confronta su “mural”, una piattaforma online in cui tutti mettono delle immagini in un grande tavolo virtuale ed in cui tutti i partecipenti possono commentare. Lo spazio è super protetto e da lì le foto escono solo quando c’è accordo tra tutti. Si lavora insieme e si arriva all’obiettivo insieme”.

Oggi, 16 Novembre, Ubif presenta l’inizio dei lavori per il terzo numero di “Quaderni” che uscirà alla fine di questo ciclo di incontri, quindi tra 4 o 5 mesi. Tema di questa terza raccolta è il ritratto. Dopo l’intimismo del lockdown e l’approccio concettuale del camminare, ora il ritratto declinato a 360 gradi: dal classico volto fino a ritratti di animali. I gruppi sono aperti e può partecipare chiunque.

Anzi, mi dice Sacha che “è quasi meglio di solito se chi viene non ha basi solide, così può iniziare e capire progressivamente cosa vuol dire un progetto fotografico e un lavoro d’equipe. Ognuno contribuisce con una serie di foto che rappresentano quindi la serialità. Se riesci a costruire qualcosa con 6 immagini, ecco che il tutto diventa una narrazione e così cresci notevolmente perché capisci come funzionano le immagini, come dialogano tra loro, cogli il senso della sintassi di una progettazione fotografica”.

Si chiama Uber After 8 il nuovo percorso che parte da stasera e si svolgerà presso lo spazio di Porto Burci. Un momento di confronto tra iscritti e simpatizzanti dell’associazione che vorranno confrontarsi sulle attività in programma e suggerirne di nuove. Un appuntamento che si rinnoverà una volta al mese. “Solitamente metà dei partecipanti è gente che vuole fare quel passo in più. mentre l’altra metà è alla ricerca di stimoli nuovi e così il gruppo si porta avanti da solo con quelli più preparati che diventano a loro modo dei formatori. Da stasera inizia il percorso che porterà al terzo numero di “Quaderni” ma anche molto probabilmente ad altre iniziative che nasceranno spontaneamente dal confronto tra tutti”.

Non solo vicentini, agli incontri vengono alcuni pure da Treviso o Venezia. Ubif si sta allargando e recentemente ha avuto una residenza artistica veneziana con un lavoro su Dolo e la Riviera del Brenta. La fotografia trattata è quasi sempre contemporanea e qui soprattutto sta la differenza rispetto ad un circolo classico. Le riviste sono sold out ma sul sito si trovano i numeri da consultare. L’acquisto dei prossimi volumi rimarrà online. I soldi del primo numero sono stati devoluti tutti al centro “Donna chiama donna”. Al Porto Burci, Ubif ha organizzato anche una mostra e quindi tornarci per questo nuovo percorso collettivo sembrava la cosa più coerente da fare. Ubif prevede una quota d’iscrizione all’associazione e un contributo a chi partecipa per fare le stampe e pagare le spese. E’ tutt’ora in corso un workshop con Alberto Sinigaglia di un mese che chiuderà il 4 e il 5 dicembre, nello studio di Alberto a Monte Berico.
UBIF AFTER 8 inizia Martedì 16 Novembre alle 20:30 negli spazi di Porto Burci – Contrà Burci 27 Vicenza