La sindaca di Amsterdam, Femke Halsema, ha dichiarato in una recente intervista che la legalizzazione delle droghe è la soluzione migliore per togliere potere alle mafie. La proposta della sindaca è di legalizzare la cannabis e regolamentare la cocaina attraverso un modello medico per ridurre i problemi di salute. Secondo lei, legalizzare è l’unico modo per affrontare efficacemente le problematiche legate alla salute pubblica. Anche Karl Lauterbach, il Ministro tedesco della Salute, nel lanciare la legalizzazione della coltivazione domestica di cannabis, ha dichiarato di volerlo fare per la salute dei giovani e per togliere potere alle mafie. Il mondo in generale (con ben 19 stati USA) sta andando verso la comprensione del fallimento del proibizionismo e la cannabis è legale anche a scopo ricreativo in sempre più stati. Ma c’è mondo e mondo. Il nostro è attualmente su posizioni di pura retroguardia. Ne abbiamo già parlato affrontando il tema della mancanza di vera informazione e di una paura insensata forgiata da bigottismo e anacronismo. Quello che sta accadendo in questi ultimi giorni va però ancora oltre e manifesta una posizione assurda e inspiegabile. Non parliamo di droga, ma di cannabis light e della decisione di mettere l’olio CBD nella lista delle sostanze stupefacenti. La sigla CBD indica la sostanza chimica chiamata cannabidiolo, contenuta all’interno della pianta di Cannabis Sativa. L’olio è il fratello del THC, il principio attivo che procura effetti psicoattivi se assunto in grande quantità. Ma il CBD funziona in modo molto diverso. Non procura effetti psicoattivi, ma solo benefici al corpo e alla mente. Sono numerosi gli studi scientifici che hanno attestato la sua efficacia nella cura di malesseri e malattie più o meno gravi. È accertato procuri benefici antinfiammatori, antiossidanti, antidolorifici, ed è anche in grado di contrastare stress, depressione, ansia o insonnia.
Il 27 giugno 2024, il Ministero della Salute italiano ha approvato un decreto che inserisce le composizioni per uso orale di CBD tra le sostanze stupefacenti, limitandone la vendita solo alle farmacie con prescrizione medica non ripetibile. Un decreto che potrebbe violare i regolamenti dell’Unione Europea sulla canapa e sulla libera concorrenza, introducendo restrizioni che non sono giustificate né proporzionate rispetto ai rischi effettivi. Secondo i regolamenti europei, la canapa e i suoi derivati, inclusi i prodotti contenenti CBD, non dovrebbero essere soggetti a restrizioni ingiustificate che limitano la libera circolazione delle merci e la concorrenza.
Quello che davvero non si comprende è che la Cannabis sativa per psicotropicità è simile alla valeriana. È una “droga” come lo sono il the e il cioccolato. Esiste un progetto quindi per vietare anche the e cioccolato? Immaginiamo di si, se il governo fosse coerente. O la pericolosissima camomilla, che apre notoriamente la porta ai narcotici. Per non parlare ovviamente della birra analcolica. Dichiara Riccardo Magi, segretario di Più Europa: “Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro Paese: nella seduta fiume di questa notte in commissione alla Camera è stato infatti approvato l’emendamento al ddl sicurezza che equipara la cannabis light a quella con thc. Il governo Meloni, in preda alla furia ideologica, cancella una filiera tutta italiana, 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga…”
“Ma lo sai che almeno il 70% dei miei clienti dovrei chiamarli, pazienti? La cosa assurda è che diversi medici mi mandano qui i loro pazienti che poi diventano miei clienti”. Si sfoga Massimo Ferronato, titolare di “Cannabis Life” in Via del Sole a Vicenza. “La guerra dichiarata da anni contro la Cannabis, è uno dei più grandi complotti esistenti. Perché tutto questo accanimento contro una pianta che porta solo benefici? Ritengo personalmente che questo sia da ricercare nella sua storia. Facendo semplicemente una ricerca, si possono scoprire gli usi della canapa, dalla costruzione di automobili con annesso il carburante ricavato dall’estrazione favorendo così l’ambiente, ma purtroppo le compagnie petrolifere avrebbero enormi perdite. Avrebbero potuto così sostituire la plastica con i derivati della Cannabis, in 8 mesi si sarebbe disciolta nel terreno senza lasciare traccia, ma tutti sappiamo che la plastica è tantissime altre materie sintetiche, sono derivati del petrolio. Già, meglio inquinare e ammalarsi tutti per poi andare in farmacia. È una cane che si morde la coda. Potremmo scrivere righe su righe dei benefici che ha questa pianta, perché è di una pianta che stiamo parlando, ma in particolar modo qui in Italia, la vogliono far passare come droga. Cari politici, ci sarebbero altre problematiche ben più gravi ove rivolgere il vostro sguardo! Ora con questo nuovo emendamento, viene messo a rischio un intero comparto agricolo e ben oltre 11.000 posti di lavoro. Da italiano, non mi sento più tutelato”.
La rabbia di Ferronato è comprensibile anche perché tutti i dati (oltre che la logica) sono dalla sua parte. In uno studio recente (fonte: lavoce.it) è stato dimostrato come nelle province con maggiore concentrazione di rivenditori ci sia stata una riduzione delle confische di prodotti stupefacenti da parte della polizia. Inoltre è stato riscontrato come la maggiore disponibilità del prodotto abbia indotto alcuni pazienti a sostituire farmaci tradizionali con la cannabis light. L’apertura di almeno un cannabis shop all’interno di una provincia ha comportato la riduzione di circa l’11 per cento del numero di confezioni vendute di ansiolitici e del 10 per cento di quelle di sedativi.
L’autore comico Luca Bizzarri si è autodenunciato dicendo che “visto che la cannabis light sta per diventare illegale è giusto che gli spacciatori si autodenuncino: io sono uno spacciatore e a casa mia sono pieno di prodotti di cannabis light, venite ad arrestarmi”. Che la cannabis light non possa essere considerata droga crediamo non sia neanche da spiegarlo ulteriormente, il motivo per cui viviamo una situazione del genere invece va spiegato molto semplicemente: il voto ha delle conseguenze.