Chi ha paura della cannabis?

Verso fine agosto, una notizia occupò i social dei vicentini in un pomeriggio altrimenti monotono: era stata trovata una pianta di cannabis addirittura davanti alla stazione ferroviaria. Apriti cielo! Stampa, autorità, curiosi, tutti in subbuglio che accorrevano sul luogo per studiare il “fenomeno”. Dopo poche ore le forze dell’ordine si sono preoccupate di diffondere un comunicato stampa in cui dicevano che “In riferimento al video in diffusione in queste ore su alcuni social locali riguardante le immagini di una pianta di fronte alla stazione ferroviaria di Vicenza, che si asserisce essere di cannabis, si comunica che, a seguito di un sopralluogo e conseguenti verifiche da parte della polizia locale, si tratta di una pianta erbacea senza alcun principio attivo”. Fine della storia.

Però il “caso” fa riflettere su quanto esista una sorta di reazione pavloviana verso l’argomento. Al grido di “aiuto la droga!” si dichiara che chi ha pochi grammi di erba “spaccia la morte” e si riempiono le carceri, già sovraffollate e in condizioni inumane, di piccoli spacciatori. Non solo, i consumatori sono ancora visti come tossici e sbandati e più di qualcuno si è spinto fino a battagliare contro gli innocui negozi di cannabis light che è un po’ come combattere l’alcolismo proibendo la birra analcolica. Insomma, serve fare chiarezza sul problema cannabis, che è un problema solo per chi non vuole studiarlo e capirlo. Cerchiamo quindi di rispondere alle domande ormai più classiche.

NON ESISTONO DROGHE LEGGERE E DROGHE PESANTI

Falso. Ogni sostanza presenta proprie specificità. La letteratura scientifica mondiale riconosce la minore pericolosità della cannabis rispetto ad altre piante e sostanze non solo rispetto all’eroina ma addirittura rispetto a nicotina e alcol che sono già legali e che creano molti più danni alla salute e alla società. Tenuto conto di tutto ciò, nel dicembre 2020 L’ONU ha approvato una raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della sanità che riconosce e facilita l’uso terapeutico e scientifico della cannabis. Dopo 60 anni, la cannabis è stata rimossa dalla tabella IV della Convenzione sugli stupefacenti, quella delle sostanze pericolose senza alcuna proprietà terapeutica

LA CANNABIS È UNA DROGA DI PASSAGGIO

Falso. Il fatto che una persona faccia uso di cannabis non implica di per sé che prima o poi passi all’uso di altre sostanze stupefacenti. A smentire questa affermazione è da tempo la scienza e la realtà: studi dimostrano che l’usare frequentemente cannabis in realtà è inversamente correlato all’uso di altre sostanze, mentre pochissimi dei 20 milioni di italiani che hanno usato cannabis nella vita sono poi passati all’eroina. Inoltre numerosi studi dimostrano che la cannabis sia utile come sostanza di uscita dalle dipendenze da sostanze più pesanti come eroina e cocaina, che è una alternativa medica ai farmaci oppioidi e il suo uso terapeutico diminuisce le morti per overdose da oppiacei. Sono gli spacciatori l’unico legame che unisce i cittadini alle droghe pesanti per motivi chiaramente redditizi. Con la legalizzazione si spezzerebbe questo legame una volta per tutte.

LA LEGALIZZAZIONE NON SERVE A RIDURRE MERCATO DELLE MAFIE.

Falso. Il traffico di sostanze, anche di cannabis, è il bancomat delle mafie. Dal narcotraffico le mafie ricavano grandi flussi di denaro per fare riciclaggio in attività perfettamente legali. La Relazione annuale del Parlamento sulle tossicodipendenze del 2021 riporta che il mercato delle sostanze stupefacenti (un sistema completamente appaltato alla criminalità organizzata) muove attività economiche per 16,2 miliardi di euro, di cui circa il 39% attribuibile al mercato nero dei cannabinoidi (pari a 6,3 miliardi di euro). Per dare un metro di paragone l’infiltrazione criminale nell’industria turistica vale 2,2 miliardi di euro . La legalità si dimostra nuovamente l’unica arma per dare un colpo alla criminalità organizzata, per liberare risorse – uomini, mezzi, tribunali, carceri – per perseguire reati più gravi e droghe più pericolose.

LA LEGALIZZAZIONE AUMENTERÀ IL CONSUMO DEI GIOVANI

Falso. Il Colorado è stato il primo Stato a legalizzare negli Usa nel 2012. Da allora il paese ha registrato una costante diminuzione del consumo tra i giovani (oggi intorno al 20%). Così come il numero di giovani consumatori canadesi si è praticamente dimezzato l’anno dopo la legalizzazione nel 2018 (dal 19,8% al 10,4%) per poi tornare a livelli comunque inferiori ai precedenti (19,2%). In Europa la percentuale più bassa di giovani consumatori si trova in Portogallo: 14%. Si tratta di un Paese che ha decriminalizzato l’uso di ogni sostanza nel 2001, puntando a un approccio di intervento sociale invece che repressivo. In Italia, dove ci sono le leggi sulle droghe più severe d’Europa, il 28% degli studenti italiani ha fatto uso di sostanze nell’ultimo anno. Il 6% dichiara di aver iniziato prima dei 13 anni. La legalizzazione è finora l’unica misura messa in atto che ha allontanato i giovani dal consumo.

Per concludere, in Italia ci sono oltre 6 milioni di persone che consumano cannabis, con la legalizzazione della cannabis si libererebbe il sistema giudiziario da migliaia di procedimenti inutili, cadrebbero molti tabù che ancora oggi impediscono a chi ne ha diritto di curarsi, si aprirebbero nuove possibilità di impresa,  lo Stato risparmierebbe fino a 10 miliardi ogni anno e si colpirebbero gli affari delle mafie. Invece siamo ancora qui a prendere paura per una pianta spontanea che cresce davanti alla stazione o a ritenere ovvio siano solo i consumatori a credere nella legalizzazione quando non è assolutamente così.

FONTI:

Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia anno 2021 (dati 2020)

V. L. Zimmer e P. Morgan, Marijuana. I miti e i fatti, Vallecchi, 2005

Consiglio d’Europa, Rapporto SPACE

Demoskopika, Covid-19. Turismo, il welfare criminale vale 2,2 miliardi di euro

V. C. Jorgensen, J. Wells, “Is marijuana really a gateway drug? A nationally representative test of the marijuana gateway hypothesis using a propensity score matching design”, J Exp Criminol (2021).

Dati EMCDDA

Prevenzione e Controllo del Tabagismo, Ministero della Salute

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