In questi giorni si sono conclusi gli esami di maturità del 2024. Un rito che va avanti da più di 100 anni. Nel suo nome sono sorte canzoni/tormentoni, una letteratura da formazione e un’identità sociale da spartiacque esistenziale. Sicuramente l’esame di stato rappresenta un momento cruciale nella vita di uno studente italiano e il suo senso umano va oltre la semplice valutazione delle conoscenze acquisite durante il percorso scolastico; coinvolge aspetti emotivi, psicologici e sociali profondi. Ma come possiamo definire lo stato salute dell’esame di maturità oggi come oggi? E, soprattutto, i ragazzi sono poi pronti per il mondo del lavoro una volta dato il fatidico esame? Proviamo a delineare due critiche opposte, una pro e una contro.
Pro.
L’esame di maturità segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Affrontare questa sfida aiuta gli studenti a sviluppare capacità di gestione dello stress, di pianificazione e di autodisciplina, fondamentali per la vita adulta. Attraverso lo studio e la preparazione per l’esame, gli studenti imparano a conoscere meglio se stessi, le proprie capacità, i propri limiti e i propri interessi. Questo processo di introspezione è cruciale per la formazione della loro identità. L’esame è visto come un rito di passaggio, una cerimonia che simboleggia la fine di un ciclo di studi e l’inizio di nuove opportunità, sia accademiche che professionali. Superarlo conferisce un riconoscimento sociale. È una sorta di “patente” che attesta che l’individuo ha raggiunto un livello di istruzione e preparazione riconosciuto dalla società. Passare l’esame di maturità porta una grande soddisfazione personale e orgoglio, non solo per gli studenti, ma anche per le loro famiglie e comunità. L’attesa e la preparazione all’esame sono spesso accompagnate da ansia e tensione, ma superare queste difficoltà contribuisce alla resilienza emotiva degli studenti. Il risultato dell’esame di maturità spesso influisce sulle scelte future degli studenti, come l’accesso all’università o l’inizio della carriera lavorativa. È un momento che può determinare la direzione futura della loro vita. La preparazione per l’esame aiuta gli studenti a sviluppare competenze trasversali, come il pensiero critico, la capacità di risolvere problemi e la gestione del tempo, che saranno utili in qualsiasi percorso futuro. In definitiva, l’esame di maturità rappresenta molto più di una semplice verifica delle conoscenze scolastiche. È un’esperienza che contribuisce alla crescita personale e sociale degli studenti, preparandoli per le sfide future e fornendo loro gli strumenti per affrontare la vita adulta con maggiore consapevolezza e determinazione.
Contro.
L’esame di maturità è il Grande Spettacolo dell’Ipocrisia ed è una delle tradizioni più controverse e sopravvalutate del sistema educativo italiano. Presentato come il rito di passaggio per eccellenza, l’esame di maturità non è altro che una pantomima mal orchestrata che fa ben poco per preparare i giovani alla realtà della vita adulta. In un’epoca in cui il mondo cambia alla velocità della luce, ci aggrappiamo ostinatamente a un sistema di valutazione che sembra uscito da un romanzo dell’Ottocento. Il famoso “tema” e le “prove scritte” sono strumenti anacronistici che ignorano completamente le competenze pratiche e le abilità critiche richieste oggi. Invece di formare pensatori critici e cittadini consapevoli, il sistema scolastico prepara robot addestrati a vomitare nozioni mnemoniche. Che cosa otteniamo, dunque, da questa tortura annuale? Uno stuolo di adolescenti stressati, ansiosi e privi di sonno. La pressione esercitata su questi giovani è immensa, con la costante minaccia che il loro futuro dipenda da poche ore di performance sotto osservazione. I genitori, gli insegnanti e la società intera sembrano dimenticare che l’essenza dell’educazione dovrebbe essere l’apprendimento e la crescita, non il terrore di fallire. L’esame di maturità viene spacciato come una valutazione meritocratica, ma la realtà è ben diversa. Le risorse a disposizione degli studenti variano enormemente: chi può permettersi lezioni private, corsi di preparazione e materiali didattici aggiornati parte già avvantaggiato rispetto a chi deve arrangiarsi con quello che trova. Questo sistema non premia i più meritevoli, ma i più privilegiati, perpetuando le disuguaglianze sociali. Molti dei contenuti su cui si basa l’esame di maturità sono lontani anni luce dalle competenze richieste nel mondo del lavoro contemporaneo. Quanti studenti, una volta usciti dalle scuole superiori, hanno mai dovuto analizzare un testo poetico del Cinquecento o risolvere un’equazione differenziale per ottenere un lavoro? È evidente che l’attuale sistema educativo non si preoccupa minimamente di preparare i giovani a essere cittadini e lavoratori competenti nel ventunesimo secolo. Infine, parliamo della farsa delle commissioni d’esame. Un gruppo di insegnanti, spesso sconosciuti agli studenti, viene chiamato a valutare in poche ore il lavoro di anni. Questa situazione crea un’atmosfera di giudizio sommario e superficiale, dove l’empatia e la comprensione delle singole storie personali sono pressoché inesistenti. È un teatro dell’assurdo, in cui il destino di un giovane può essere influenzato dall’umore del momento di un commissario. L’esame di maturità, lungi dall’essere un rito di passaggio significativo, è un meccanismo obsoleto e crudele che inganna studenti, genitori e insegnanti. È tempo di smascherare questa grande farsa e di riformare radicalmente il nostro sistema educativo per renderlo veramente utile e inclusivo. Solo allora potremo dire di aver veramente preparato i nostri giovani alla vita adulta.
Siano più veri i pro o siano più veri i contro, rimane il fatto che mai come oggi il ruolo dell’istruzione in questo paese sempre meno colto è completamente fondamentale per lo sviluppo dei giovani, sia a livello individuale che di comunità. Quel che servirebbe è far diventare questo esame, questo passaggio, questo traguardo, qualcosa di realmente ponte tra un prima e un dopo, un passo verso il mondo “fuori” dai nostri istituti scolastici superiori. Nello specifico, per un’azienda il valore aggiunto e le visioni innovatrici che i giovani possono portare, grazie alla loro freschezza mentale, dinamicità e creatività, sono elementi di assoluta importanza e decisivi. Salvaguardare il presente per avere un domani migliore è, giocoforza, lavorare per le nuove generazioni. Servono nuovi percorsi di formazione post-diploma e post-laurea. Maturità non è un esame, è un concetto di ogni giorno, una prova che continuamente dobbiamo superare per poterci dire adatti e pronti. Un’azienda seria deve sposare pragmatismo e idealismo e capire sempre il vero nocciolo della questione e, quando si parla di esame di maturità, di entrata nel mondo del lavoro, e di ragazzi di 19 o 20 anni, si devono avere risposte serie, sostenibili ed efficaci.