La cultura della morte

Nel dibattito culturale pubblico e privato dei nostri giorni la morte è esclusa, respinta.  E’ argomento disdicevole da affrontare perfino quando ci si trova di fronte alla malattia incurabile di qualcuno che ci è caro, quando spesso familiari e dottori cercano di percorrere la intricata strada di bugie consolatorie e inutili accanimenti terapeutici, con il risultato di lasciare soli a sé stessi i malati negando loro ciò di cui hanno più bisogno: un sereno accompagnamento all’ultimo tratto della loro vita. Arriviamo quasi sempre impreparati al momento che però tutti ci attende, perché ne abbiamo paura, ma qualunque paura ci fa vivere male, togliendo alla nostra vita la piena consapevolezza della sua finitùdine. A Vicenza in questi mesi sono almeno due le occasioni da non perdere per parlare di  morte: la  prima riguarda la imminente, spero, inaugurazione della Casa del Commiato (struttura dove sarà possibile commemorare i defunti con un  rito  diverso da quello cattolico) eretta nei pressi del cimitero  monumentale della nostra città.  L’altra è la discussione che si è aperta intorno alla  raccolta di firme appena conclusa ( capofila l’associazione Luca Coscioni) che ha riacceso un faro sui temi riguardanti il fine vita. Mi auguro che la grande maggioranza dei vicentini concordi sul fatto che l’apertura della casa del commiato, a prescindere dall’orientamento religioso  di ciascuno e anche in assenza di questo, colmi un vuoto culturale e logistico non più tollerabile, allineando i servizi funerari della nostra città a quelli che si stanno ormai espandendo in tutta Italia (nel solo Veneto esistono già una ventina di strutture di questo tipo, una anche nella nostra provincia).

Ancora molto c’è da fare su questi temi, e sarebbe interessante che l’Amministrazione comunale aprisse per esempio un dibattito pubblico intorno al Regolamento di Uso di tale importante struttura. Per quanto riguarda il probabile Referendum che si terrà a primavera sui temi del fine vita, vista la vastità della materia mi limito a segnalare l’impegno encomiabile dell’Associazione Luca Coscioni di Vicenza e Padova (presidente Diego Silvestri Silvestri2010@libero.it) che continua a proporre convegni e incontri in città e on-line per sensibilizzare e informare la cittadinanza.

La Biennale e Israele

Alla fine di febbraio sono state già raccolte 12.000 firme per escludere Israele dalla prossima Biennale di Venezia: artisti, curatori

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Aprile 2024

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