“HM, HE, HA”. LA NUOVA MOSTRA IN FONDAZIONE COPPOLA

Apre il primo giugno, negli spazi del Torrione di Porta Castello la mostra in due parti HM, HE, HA a cura di Elena Volpato e Davide Ferri. La prima parte, composta di un dialogo tra Pesce Khete e Michele Tocca, avrà luogo dal 1 giugno al 14 settembre 2024. La seconda parte presenterà un dialogo tra Luca Bertolo e Manuele Cerutti. 

Michele Tocca “Nebbia Di Rimpetto”

Il titolo HM, HE, HA è fatto di piccole esclamazioni che spesso sottolineano, quasi inconsapevolmente, la prima visione di un’opera d’arte, esprimendo di volta in volta riflessione, sorpresa, perplessità o interrogazione. Julian Barnes, un autore amato dagli artisti in mostra e dai due curatori, diede quel titolo a una sua conferenza, ricordando come Edgar Degas ritenesse quelle esclamazioni tutto quanto avesse senso dire di fronte a un dipinto, giudicando di troppo ogni altro commento. Quei suoni accompagnano anche gli artisti nel loro lavoro, in modo particolare i pittori che operano per approssimazioni, pause e ritorni all’opera e vanno scoprendo il loro risultato mentre reagiscono alla pittura nel suo farsi.

Pesce Khete “Untitled”

Le due esposizioni nascono dal desiderio di riconoscere l’importanza di un lavoro pittorico che accoglie la riflessione creativa, l’indugio, il dubbio, che si nutre di ostacoli, e che, anzi, li va cercando, per tenere a bada il rischio della maniera, perché la cifra personale, da tratto autentico, non divenga un facile metodo.

Michele Tocca “Pioggia Bassa”

Non è dunque un tema, o uno stile quello che accomuna i quattro artisti, ma un’attitudine che fa della pittura un esercizio di continua interrogazione dei suoi limiti. 

Questa prima parte presenterà intrecciati i percorsi di Pesce Khete e Michele Tocca, attraverso circa 35 opere realizzate in anni recenti. Ogni piano del Torrione porrà a confronto le loro visioni attraverso alcune risonanze di immagini e atmosfere che a loro volta reagiscono alla presenza dell’architettura, alla sua caratterizzazione storica di luogo di osservazione e guardia del territorio. Sono infatti opere che in modo diverso danno forma a un sentimento di attesa e allerta e che vivono di una dimensione temporale indefinita, tra l’oggi e il passato.

Michele Tocca “Studio Derain”

Le opere su carta di Pesce Khete hanno accolto nella loro forma e nell’immaginario che emerge dai liberi percorsi del disegno pittorico, un ricordo di primo Novecento: figure di soldati in pausa, come in una guerra di posizionamento, emergono attraverso deformazioni da gazzetta satirica. Accanto a queste trovano spazio improvvise aperture paesaggistiche di respiro lirico, ma anche, in controcanto, concitati avvitamenti del segno e dello spazio, sovrapposizioni materiche e oggettuali al limite del parossismo visivo.Alla terrosità dei sogni da trincea di Pesce Khete risponde un Fango di Michele Tocca e le sue Mura con le loro pareti verticali a riempire lo spazio della tela e le stratificazioni del laterizio a creare un gioco di mise en abyme con i muri del Torrione. Le sue aperture sui cieli e gli studi di nuvole hanno un rapporto di affinità elettiva con un orizzonte di Pesce Khete che non a caso porta un riferimento all’artista amico nel titolo. Il dialogo si sviluppa giocando di sponda, in una reciproca intensificazione degli sguardi: spesso la centralità di oggetti del quotidiano in Tocca accende l’identificazione di motivi figurativi nelle opere di Pesce Khete e la forza visiva delle grandi dimensioni di quest’ultimo consentono di comprendere l’inabissarsi dell’attenzione nelle piccole tele dell’altro, la loro tensione raccolta in poco spazio.

Pesce Khete “Untitled”

La trama del confronto, tra pause e accelerazioni del ritmo, si sviluppa fino all’ultimo livello del Torrione, aperto sul paesaggio di Vicenza, dove il sentimento di attesa, di un tempo che viene dopo l’accaduto, dopo l’intensità del lavoro, si incarna in forme del silenzio, nelle immagini riflessive di giacche brune, appese contro pareti azzurro cielo. È la serie In one coat che Tocca ha realizzato per la mostra, intervallate dai Siliconi di Pesce Khete che sono anch’essi tracce di un tempo del dopo, immagini di una comunicazione scomparsa, a imitazione dei resti collosi che appaiono dietro cartelli e insegne rimosse. Quei Siliconi, i loro ghirigori corsivi da scrittura senza lettere, ci riportano alle piccole afasie enunciate nel titolo HM, HE, HA, alla sospensione della parola che fa posto al gioco di indugi tra pensieri e immagini.

HM, HE, HA

SECONDA PARTE: LUCA BERTOLO E MANUELE CERUTTI

In programma dal 5 ottobre 2024 all’11 gennaio 2025

Dicembre 2024

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